Vladi prova a riaprirla, male Celar ed Espinoza

Compie un paio di interventi importanti sulla distanza ravvicinata, ma ancora una volta si fa sorprendere da un tiro da fuori. Stavolta peraltro parabile. Un errore che alla fine il Lugano paga a caro prezzo.

La sua è una prova caotica. Nelle retrovie viene spesso sorpreso, mentre davanti sono più i danni che gli spunti degni di nota. Come quando intralcia Bislimi al tiro.

Il modo in cui osserva Balanta mentre lo anticipa sul gol dell’1-0 è inspiegabile. In Europa dovrebbe fare la differenza, invece risulta timido e in difficoltà.

Al contrario di Mai, lui sì che prova a prendere per mano la difesa. Si esalta nelle difficoltà, e vince diversi duelli rusticani. Stringe peraltro i denti, restando in campo nonostante il dolore dopo l’entrata di Thiago.

La sua è una prova molto solida, in parte macchiata sui titoli di coda, quando Vanaken lo sovrasta firmando il definitivo 3-1.

Dei tre di centrocampo è quello più in palla. Sfortunato quando al 61’ colpisce il palo, viene premiato sul gol di Vladi, che nasce da un suo tiro respinto a fatica da Mignolet.

Offre qualche bella apertura dall’alto del suo piede vellutato, e poco altro. Non riesce mai ad alzare i ritmi lì a metà.

Al solito generoso, anche il capitano questa volta paga dazio dal punto di vista della lucidità. Non cambia mai il passo.

Nel primo tempo è l’unico a dare qualche impulso. Anche nella ripresa crea diverse occasioni, purtroppo sciupate dai compagni. Quando gioca così è un piacere.

Impalpabile, osserva Vladi segnare 6’ dopo il suo ingresso in campo. E quando arriva il suo momento, sbaglia il controllo sulla punizione di Steffen, aiutando Mechele nell’intervento in extremis. Il calcio di rigore, infatti, non c’è. Il belga tocca prima il pallone.

Incassa una brutta botta dopo una manciata di minuti, che probabilmente ne condiziona la prestazione. Infatti risulta poco brillante e meno incisivo del solito. Esce alla pausa, dopo aver stretto i denti per 45 minuti.

Entra bene e sfiora il primo gol bianconero con una bella girata. Sulla rete di Skov Olsen, forse, chiude un pizzico in ritardo. Ma le responsabilità non sono certo sue.

Rispetto a Grgic ci mette più velocità, ma perde anche un paio di palloni sanguinosi che sarebbero potuti costare cari.

L’impatto è positivo. Non fa follie, ma sa assumersi dei rischi. Il tacco per Bislimi sul gol dell’1-2 ne è l’esempio. Forse avrebbe meritato di giocare dall’inizio.

La prima occasione la spreca, la seconda invece no, riaprendo il match dopo appena 6’. Ci ripetiamo: quanto ancora dovremo aspettare prima di vederlo titolare anche in questo genere di partite?

Entrato nel finale e a risultato ormai acquisito fa gridare al gol con un tiro che si spegne a lato di poco.

Con questo k.o. le sconfitte filate salgono a quota tre, è vero. Osservando le reti incassate, però, ci risulta difficile puntare il dito contro il tecnico momò. La cui squadra, va detto, non ha sfigurato contro una compagine di livello come il Bruges.