Tennis

Wimbledon, un torneo dall'esito già scritto?

Tra pochi giorni inizia il Grande Slam più prestigioso e Carlos Alcaraz si lancia verso una possibile terza vittoria consecutiva sull’erba londinese - Per l’iberico, però, potrebbero esserci diverse insidie - I rivali più accreditati, al solito, sono Jannik Sinner e Novak Djokovic ma occhio agli outsider
© Ap/Joanna Chan
Alex Isenburg
25.06.2025 06:00

Chi ha vinto il maggior numero di partite nel 2025? Carlos Alcaraz. E di tornei? Ancora Carlos Alcaraz. Ed è sempre lui, il numero due del mondo, il campione in carica di Wimbledon. Resta, dunque, qualcosa da aggiungere in vista del glorioso appuntamento londinese? Nonostante queste premesse, sì. Già, perché se è vero che il fenomeno spagnolo va considerato in maniera doverosa come il favorito numero uno in vista dei «Championships», è anche giusto ricordare che su una superficie come l’erba - seppur diversa da come si presentava in passato - le sorprese sono all’ordine del giorno, o quasi.

Erbivoro provetto

La rapidità di gioco porta a un livellamento del rendimento generale e le partite, in fin dei conti, si decidono su una manciata di punti. Questo aspetto, tuttavia, sembra giovare allo stesso Alcaraz che - come ha ampiamente dimostrato anche in occasione dello straordinario ultimo atto del Roland Garros - nei momenti clou del match è capace di esprimere il meglio del suo repertorio. L’iberico, in sostanza, sa vincere il punto in qualsiasi modo e l’istinto di cui dispone, sull’erba, viene ulteriormente premiato. Qui, poi, emerge in modo particolare anche sul fronte della mobilità in campo, dove di fatto non ha eguali.

Si spiega così, allora, il bilancio spaventoso di cui «Carlitos» vanta, in carriera, sulla superficie più nobile di tutte. 32 sfide: 29 vittorie e 3 sconfitte. Ne risulta che i tornei conquistati sin qui - 4, equamente divisi tra Wimbledon e il Queen’s, dove ha appena centrato il bis - sono superiori al numero di partite perse. Impressionante. Come lo è d’altra parte il filotto, tuttora attivo, di 18 successi consecutivi. Il murciano, attualmente, gode di una fiducia smisurata e, non bastasse, è reduce da un torneo di preparazione in cui perfino la prima di servizio - il colpo sul quale lavora molto e che presenta forse i margini di miglioramento maggiori - ha fornito risposte decisamente incoraggianti. Al Queen’s, infatti, Alcaraz ha mantenuto ottime percentuali, assecondate dalla bellezza di 60 ace in 5 incontri.

Lo spauracchio Bublik

Nell’altro ATP 500 di riferimento, ovvero Halle, Jannik Sinner ha invece avuto poco tempo per trovare il proprio feeling con la superficie. Il k.o. patito presto con Bublik - inatteso sì, ma tutt’altro che sorprendente, alla luce della crescita avuta dal suo avversario nelle scorse settimane - non deve quindi suonare come un allarme. L’erba tedesca, inoltre, è considerevolmente più veloce di quella presente a Church Road. Certo è che non capitava da tempo immemore di vedere l’altoatesino battuto in uno stadio della competizione precedente ai quarti di finale o piegato da un avversario che sta al di fuori dei primi 20 posti in graduatoria. Bublik, tuttavia, allo stato attuale è da considerarsi come uno dei giocatori più pericolosi da affrontare. E saranno stati in molti - come ha lasciato intendere Medvedev, al termine della finale persa contro il kazako - ad aver accolto di buon grado la sua avanzata nel ranking, valsagli un posto tra le teste di serie del torneo londinese.

I favoriti del «seeding» hanno la garanzia, quantomeno, di non doverlo affrontare prima del terzo turno. Ne sono rimasti altri, però, di potenziali spauracchi. Nei pressi delle prime 32 posizioni del ranking ci sono ad esempio tre «big server» che - nel recente passato o nel corso di queste settimane - hanno dimostrato di saperci fare eccome, sull’erba. Spiccano, in questo senso, nomi come Giovanni Mpetshi Perricard (giunto fino agli ottavi, da «lucky loser», 12 mesi or sono), Hubert Hurkacz – semifinalista del torneo londinese nel 2021, ma costretto al ritiro a Boscoducale – e Gabriel Diallo, fresco vincitore proprio dell’ATP 250 tenutosi in terra olandese. Scomodi, infine, potrebbero anche rivelarsi Jacob Fearnley, Cameron Norrie e Daniel Evans. Tutti in grado di esaltarsi su questa superficie e perlopiù nelle vesti di padroni di casa.

L’ultima chance per Nole?

L’insidia principale per Alcaraz, comunque, è certamente rappresentata da Sinner ma nel percorso di avvicinamento verso la finale - loro due non potrebbero scontrarsi prima - qua e là potrebbero esserci nascosti dei trabocchetti. Uno su tutti si chiama Novak Djokovic. A Parigi, il serbo ha dimostrato di avere ancora un colpo in canna per assicurarsi il Grande Slam numero 25. E Wimbledon pare essere lo scenario ideale per sparare le ultime cartucce rimaste. Arresosi per due volte di fronte ad Alcaraz - in occasione delle due edizioni più recenti del torneo - Nole è la vera mina vagante del tabellone. Per soli 20 punti non si è insediato al 4. posto del ranking – se lo è aggiudicato appena in tempo Draper, nella corsa che coinvolgeva pure Fritz - il che significa che potenzialmente potrebbe incontrare i più forti già ai quarti di finale. Nel sorteggio di venerdì, quindi, le attenzioni sono soprattutto rivolte verso di lui.