Imprenditori

Accompagnare una PMI verso la crescita

L’INTERVISTA / Marco Cavadini, CEO e Partner di Business Up SA. PMI, finanze sane e potenzialità di cescita da sfruttare.
Red. Online
02.10.2023 09:00

Come evolve il mondo imprenditoriale delle PMI in Ticino?

Le PMI sono il centro della nostra attività. Radicate nel territorio, stanno subendo delle pressioni non indifferenti. Si trovano a dover passare da una gestione focalizzata soprattutto sul prodotto e sulla sua qualità, elementi un tempo sufficienti per garantirsi una buona posizione, ad un nuovo tipo di approccio, sotto la spinta della globalizzazione, della digitalizzazione, dell’apertura delle frontiere, della concorrenza. Devono darsi una visione di lungo termine e strutturare il loro approccio al mercato ed alla loro clientela in modo più strategico e razionale. L’imprenditore è sovente intimorito da queste novità, soprattutto dalla digitalizzazione. Ma la sfida va affrontata e noi l’accompagniamo in questo processo.

E questo si unisce ad altri problemi?

Uno è costituito dalla burocrazia, dalla mole di normativa che va peggiorando anche se il rapporto con la macchina pubblica rimane relativamente buono. Stiamo tuttavia copiando le cattive abitudini altrui. Nelle controparti manca forse il rapporto personalizzato di un tempo, l’assunzione di responsabilità anche nelle questioni di merito, tutto diventa asettico mentre la mole di carta aumenta. Problemi esistono anche sul mercato del lavoro, per la mancanza di certi profili professionali. Del resto prevedere le esigenze future è difficile dati i cicli di cambiamento particolarmente accelerati.

La digitalizzazione contribuisce a migliorare le cose?

Possiamo considerare due livelli di digitalizzazione. Il primo riguarda gli aspetti amministrativi, che sono più o meno simili per tutti i tipi di azienda, e che dovrebbero ormai essere stati realizzati, anche se ciò non è vero per molte aziende. L’esigenza attuale, più impegnativa, riguarda l’applicazione della digitalizzazione ai processi produttivi, alla proiezione dell’azienda verso l’esterno, all’interazione con la propria clientela e tutte le attività connesse.

E cosa dire dell’aspetto fiscale?

Non siamo specialisti ma osserviamo due aspetti critici. Uno riguarda il calcolo della tassa sulla sostanza per l’imprenditore circa il valore dell’azienda. Il secondo concerne la successione, in particolare al di fuori della cerchia stretta dei parenti.

Quali supporti fornite alle PMI?

Accompagniamo il titolare ed i suoi stretti collaboratori a livello direzionale, in modo strutturato, con pianificazioni a medio termine, sui 4-5 anni, perché una trasformazione profonda richiede tempo, con piani strategici, impostazione del CdA, ottimizzazione dell’organizzazione per raggiungere gli obiettivi. Gestiamo il cambiamento sia in senso operativo che culturale, anche attraverso l’intervento coordinato di professionisti specializzati. Siamo anche noi imprenditori, fissiamo con l’impresa target misurabili, e siamo remunerati in base al raggiungimento di questi target ed all’aumento di valore dell’azienda.

L’azienda di famiglia mostra aspetti particolari?

Anche qui accade spesso che l’attività quotidiana porti a non soffermarsi sugli aspetti strategici, a non vedere opportunità e rischi. L’azienda di famiglia ne presenta di particolari, che possono venire dal suo interno: può venir bloccata, ingessata proprio da dinamiche familiari, disaccordi che portano alla mancanza di leadership. Allora va reimpostata la governance, cercando l’accordo di tutte le parti coinvolte, sistemando adeguatamente chiunque vanti diritti successori. Si possono fare anche patti destinati ad assicurare la continuità culturale dell’azienda, senza intaccarne l’operatività. L’importante è cogliere le opportunità, operare razionalmente e per tempo, in quanto la lentezza può diventare l’anticamera del declino, strutturando tempestivamente anche i passaggi generazionali. L’aspetto finanziario è interessante: molte PMI per le quali il capitale proprio non è un problema, non sfruttano le loro capacità di investimento. Anche il sistema bancario è molto più ricettivo di quanto si pensi, a patto che vengano presentati piani di sviluppo solidi e ben strutturati. Oggi questo è importante, mentre un tempo contava di più la conoscenza personale del banchiere.

Come vede il futuro per le PMI?

Rimango decisamente ottimista. Il contesto è in continua evoluzione, ma basta “farsene una ragione “ e coglierne le opportunità. La nostra visione ed il riscontro della realtà ci dicono che in molte PMI esiste un alto potenziale di crescita (non solo economica) che non viene sfruttato. Manca solamente un po’ di coraggio.

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