Artigianato ed edilizia: un mondo di novità

Anche gli artigiani recano contributi notevoli alla sostenibilità nel comparto edilizio, attraverso nuovi materiali, tecniche e criteri.
A colloquio con Andrea Gehri, Presidente del CdA di Gehri Rivestimenti SA e presidente della Camera di Commercio del Canton Ticino
Cosa è per il suo settore la sostenibilità?
Il concetto racchiude tante sfaccettature, da quella sociale a quella ambientale; quella rivolta verso i nostri collaboratori e tutti gli anelli della catena di approvvigionamento. Il concetto va vissuto già a monte e l’artigianato, come pure il settore principale della costruzione, è vicino a questo tipo di pensiero, visto che si acquistano materiali, si lavorano e si consegnano prodotti, coniugando estetica, creatività e funzionalità tecnica. Siamo confrontati con problemi a volte complessi. Lavorare sul nuovo è di norma più facile, ma quando ci troviamo di fronte a ristrutturazioni e demolizioni, abbiamo ad esempio a che fare con l’amianto, quindi con interventi specializzati, eliminazioni e smaltimenti con un’attenta separazione dei materiali. Sono procedimenti regolamentati e sovente anche piuttosto costosi.
Come si evolve l’impiantistica e la tecnologia dei rivestimenti?
Direi che l’obiettivo principale è quello di costruire o ristrutturare con occhio vigile alla qualità, che si traduce in minori costi di manutenzione e di gestione nel tempo. Dunque, si punta particolarmente su riscaldamento, isolazioni, idraulica efficienti e sostenibili. L’obiettivo verso cui tendiamo a medio termine con questi accorgimenti è quello dell’immobile a consumo zero, cioè del tutto autosufficiente sul piano energetico, come del resto prevede il nuovo Piano Energetico Cantonale. Dobbiamo contenere o bloccare lo sperpero di energia verso l’esterno e garantire l’autoproduzione attraverso soprattutto il fotovoltaico. Oggi vi sono ancora problemi di smaltimento, ma confidiamo che la tecnologia riesca a risolverli.
E per quanto riguarda in particolare i materiali da rivestimento e da arredamento?
Parliamo di ceramiche, pietre naturali e solo in parte artificiali, agglomerati di quarzo e cemento, il tutto oggi trattato con macchinari di ultima generazione. I produttori sono molto sensibili ai temi ecologici quanto coloro che lavorano questi prodotti. Anche qui abbiamo novità importanti. Un caso esemplare è quello delle ceramiche «Active Surfaces», cioè autopulenti, anti inquinamento, antivirali e antibatteriche realizzate attraverso trattamenti speciali che sfruttano le proprietà fotocatalitiche del biossido di titanio combinato con argento. Il processo è certamente più oneroso, ma abbatte anche i batteri e si rivela dunque importante per ospedali, cliniche, case anziani ed altri luoghi ove gli standard di igiene debbano essere molto elevati.
La tecnologia fa passi da gigante e la casa del futuro sarà sempre più efficiente. Per il consumo energetico oggi lo misuriamo «a posteriori » attraverso l’importo della bolletta, mentre, per una maggiore efficienza dovremmo poter monitorare il consumo costantemente. Solo così si svilupperà una sensibilità maggiore del consumatore. Ai tetti fotovoltaici si affiancheranno in futuro anche i sistemi di facciata e progressi saranno fatti anche nel campo delle batterie di accumulo e nell’alimentazione delle auto elettriche. Ovviamente va assicurata la fornitura che, vista l’accelerazione all’elettrificazione in atto non è sufficiente, ed alcune filiere di produzione sono da migliorare.
Vi sono stati problemi finanziari e logistici.
anche per il vostro settore?
Certamente. Lo scoppio della crisi ucraina ha inciso pesantemente tenuto conto che, nel caso della ceramica, gran parte delle materie prime veniva proprio dall’area del Donbass. Si sono dovute cercare alternative, non facili in termini di qualità e di costi sostenibili. Sono stati mesi difficili e molti termini di consegna non sono stati onorati, causando difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali. L’incremento dei prezzi è stato notevole a causa dei massicci rincari dei costi energetici, visto che la ceramica è un prodotto che richiede molta energia e si realizza col metano. A tutto ciò andavano aggiunti i costi della logistica anch’essi saliti a dismisura, mese dopo mese e senza preavviso. Ora i problemi sono in parte rientrati per quanto attiene i termini di fornitura, attraverso l’ampliamento della rete dei fornitori. Rimangono tuttavia i costi particolarmente elevati a causa dell’inflazione, dei trasporti e logistica, nonché per i costi energetici. In definitiva il costo di costruzione è salito fra il 6 ed il 10% anche in Ticino.
Il mercato ticinese apprezza la cura artigianale e la qualità dei materiali?
Sì, è un mercato sensibile alla cura dei particolari, sia per quanto riguarda l’impiantistica, i materiali da rivestimento e di arredamento interni ed esterni, e premia il mix ottimale fra estetica e funzionalità. Esistono poi segmenti di mercato particolarmente attirati dai prodotti di alta gamma, anche se costosi per gli standard normali, in Ticino come nel resto della Svizzera.