Il Ticino al centro dell’innovazione

Soluzioni per la diagnostica più efficiente e la terapia più mirata, ma anche modelli di integrazione fra gli attori pubblici e privati della sanità per assicurare migliori servizi e contenere i costi Fabio Rezzonico: «Oggi si può intervenire su pazienti anziani o che presentavano controindicazioni e rischi»
La medicina è uno dei settori in cui l’innovazione riveste un’importanza particolare non solamente sotto il profilo scientifico e tecnologico, ma anche sociale ed economico. Su questi aspetti abbiamo intervistato Fabio Rezzonico, Direttore Generale Regione Ticino di Swiss Medical Network.
Quali sono i campi della medicina in cui l’innovazione è più presente?
Uno dei campi che ha avuto un’evoluzione maggiore grazie alla tecnologia è quello della cardiologia e della cardiochirurgia. I nuovi macchinari hanno potenziali enormi. Lo stesso vale per l’ambito tumorale. Grazie alle ultime evoluzioni si può scoprire un tumore non solo prima, ma anche quello più piccolo che in precedenza non si vedeva, aprendo nuove possibilità di cura e guarigione. In oncologia vi è una terapia radiale estremamente mirata, «al millimetro», che evita danni ai tessuti circostanti. Vi è poi tutto il campo della miniaturizzazione, degli interventi mini-invasivi che hanno sostituito per esempio quelli a cuore aperto, in cui si hanno dolori ed effetti estetici sgraditi post-intervento, e poi il settore bypass, valvole, oppure in ortopedia … Oggi si può intervenire anche su pazienti anziani o che dapprima presentavano controindicazioni e rischi di vario genere.
E poi vi è l’area dell’interazione fra organi naturali ed artificiali...
Si è aperto in questo senso un potenziale enorme. Per esempio nella creazione di ossa artificiali, mix di materiali che addirittura crescono con quelli naturali. Per esempio nella ricostruzione maxillo-facciale oggi si può applicare un pezzo di osso costruito in laboratorio esattamente come quello originale, unitamente alle tecniche legate all’utilizzo delle cellule staminali che rendono queste sostituzioni più facili e più rapide.
E cosa dire della tele-medicina?
Qui la portata dell’evoluzione è ancora più ampia, se consideriamo una dimensione sociale ed economica, visto che la medicina costa. Si tratta di un vero e proprio nuovo modello. Infatti la tele-medicina consente di monitorare il paziente da casa, con indubbi vantaggi logistici e psicologici, il medico lo segue in remoto sfruttando la tecnologia. Il settore cardiologico è stato il precursore, con pacemaker e defibrillatori collegati via wireless. In caso di problemi viene inviato un segnale alla centrale: il paziente viene contattato affinché vada in ospedale prima che si verifichi una situazione critica. Su di un semplice smartphone possiamo avere tutti i dati del paziente, e questo è un notevole valore aggiunto.
Può questo nuovo “paradigma” aprirsi ad una dimensione più ampia?
Certamente, questo è un vero e proprio cambiamento di paradigma che il nostro gruppo Swiss Medical Network sta sviluppando con un modello dove ente pubblico, Cantone, mondo ospedaliero, Cliniche e quello assicurativo, Casse Malattia, da antagonisti nel modello attuale, di fatto un triangolo infernale, diventano alleati in questo nuovo modello economico creando dunque un circolo virtuoso. Quello che vogliamo è lavorare in un sistema che invece di incentivare i volumi, incentivi la qualità. Parliamo di assicurazione salute e non più di assicurazione malattia. Si tratta di creare una vera rete di medicina integrata dove il sistema si prende carico della popolazione tutta e non unicamente del malato. Insomma, un nuovo modello volto a migliorare la qualità dei servizi e allo stesso tempo ad abbassare i costi. In questo senso le nostre cliniche ticinesi Sant’Anna e Ars Medica già oggi fanno molto sia nel campo della prevenzione sia nel post-operatorio. Se pensiamo per esempio ad un intervento alla spalla, questo si può eseguire in modi diversi in funzione di vari elementi, ma è importante che a ciò corrispondano in seguito anche diversi percorsi di riabilitazione, con esercizi diversificati ed adattati al tipo di intervento eseguito. Se praticassimo invece un trattamento standard per qualsiasi intervento, il risultato non sarebbe quello ottimale auspicato. Anche questo è evoluzione: quindi non solo tecnologia, ma anche protocolli specifici, formazione, informazione e comunicazione fra i diversi attori coinvolti, medici, fisioterapisti ... Questo nuovo modello di medicina integrata permette una migliore gestione del sistema, ottimizzando gli interventi, la presa a carico del paziente, i tempi di guarigione, che sono più brevi e sempre più a domicilio, con relativi minori costi diretti ed indiretti per la sanità, i datori di lavoro e la collettività.
Come possiamo valutare il grado di innovazione medica in Ticino?
La qualità è elevata. Pensiamo soltanto a strutture come lo IOSI, leader nel settore della cura dei tumori e in modo particolare delle leucemie, oppure al Cardiocentro, pioniere nella gestione della cura delle malattie cardiovascolari, portata a una dimensione di sanità pubblica. Oppure alla clinica Ars Medica, leader nella chirurgia ortopedica ma che primeggia anche nella medicina sportiva, oltre che nel campo riabilitativo. Da parte sua invece la clinica Sant’Anna che è la “culla del Ticino”, con un team altamente specializzato e con uno sguardo sempre attento alle necessità della popolazione, come per esempio nel quadro dell’evoluzione della cosiddetta “medicina di genere”, che la definisce “clinica della Donna” in senso ampio, come per esempio nel comparto della cardiologia femminile, spesso banalizzata e per la quale si fa poca prevenzione, oppure come in ambito psicologico, per rispondere fra l’altro ai molti strascichi che la pandemia Covid ha lasciato, generando situazioni di depressione ed altre nuove casistiche che devono essere prese in seria considerazione. Insomma un concetto di servizio integrato per la donna, in generale, la mamma e il bambino, prima e dopo il parto. Si tratta di avere una visione di sanità pubblica e non unicamente di gestione dei propri mandati ospedalieri, con un modello di collaborazione e complementarietà fra i differenti attori.