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Media Contactless, quando è il prodotto a comunicare

Intervista a Raimondo Gissara , Co-Founder di Media Contactless, sulle sfide dell’imprenditorialità e della sostenibilità in ambito innovativo
Red. Online
25.10.2021 09:19

Fare l’imprenditore è spesso una scelta di vita. In molti affermano che imprenditori si nasce - e non si diventa - in quanto significa mettersi in gioco anche, e soprattutto, personalmente. Sono quasi infinite in letteratura le definizioni di imprenditorialità (o imprenditore), quasi in tutte però ritroviamo due parole chiave: rischio e sfida.

In questa rubrica, denominata «Ticino, terra d’imprenditori», cerchiamo di raccontarvi questo; sfide che gli imprenditori del nostro Cantone hanno e dovranno affrontare. Sfide, ancora, legate al concetto di famiglia. Le imprese famigliari costituiscono in Ticino circa il 60% delle attività imprenditoriali ed hanno quindi un impatto fondamentale sull’economia del territorio. Negli ultimi anni queste imprese hanno dovuto affrontare le nuove sfide dell’economia globale, cosi come le particolarità dettate dalla propria forma di impresa. Fra le tematiche maggiormente rilevanti ci sono ad esempio la successione aziendale a livello generazionale, le questioni legate alla governance fra membri della famiglia o le specificità dal punto di vista giuridico/fiscale.

Il sesto imprenditore di questa edizione è Raimondo Gissara, Co-Founder di Media Contactless, società specializzata in tecnologie NFC per marketing e comunicazione. Il format prevede 8 domande puntuali sull’imprenditorialità in Ticino e sulle nuove sfide legate alla conduzione di una azienda famigliare.

Come e da dove nasce Media Contactless?

La nostra azienda nasce dall’incontro tra due imprenditori con background e competenze diverse. Quando ci siamo incontrati per la prima volta, abbiamo subito identificato e colto un’opportunità unendo le nostre competenze e cercando di individuare una soluzione innovativa nel marketing e nell’utilizzo del contactless, all’interno delle strategie di comunicazione e marketing delle aziende.

La pandemia ha accelerato la spinta tecnologica già in atto. Come sta incidendo sulle vostre attività?

La pandemia è un acceleratore della digitalizzazione delle aziende. Da questo punto di vista abbiamo trovato un terreno fertile, proponendo soluzioni innovative in grado di combinare la componente media e marketing con la componente contactless. Il contactless è una tecnologia molto innovativa di cui si sente parlare molto riguardo alle forme di pagamento, ma in realtà si tratta di una tecnologia con una grande potenzialità di incrementare le esperienze degli utenti a livello di prodotti e spazi fisici. Sicuramente, la pandemia per la nostra attività ha assunto il ruolo di acceleratore.

Quanto è fondamentale il team per l’attività imprenditoriale, anche come magnete per gli investitori o altri partecipanti interessati all’iniziativa?

È fondamentale. Nell’approccio con investitori o stakeholder è necessario coinvolgere in prima persona gli elementi chiave del team. Non importa se si stratta di partner, colleghi o collaboratori, ma, nel momento in cui svolgono una funzione chiave, è molto importante portarli al tavolo e renderli partecipi delle relazioni e delle interazioni con investitori e stakeholders. Ancora una volta, le persone sono l’asset fondamentale per conferire valore a tutto il resto.

Come gestite la capacità di attirare giovani talenti per i vostri piani futuri?

Stiamo puntando molto sul team e sull’acquisizione di nuovi talenti. Il focus principale si concentra sulla tecnologia, di conseguenza l’obiettivo si orienta sull’inserimento di personale con l’attitudine per questo settore e sulla creazione di gruppi che possano lavorare bene insieme. In seguito, sarà necessario un allargamento oltre la tecnologia, e credo che sia importante reclutare delle persone in possesso di ampie competenze in questo senso. In certi ambiti, ci sono dei talenti con una preparazione superiore alla mia, e bisogna valorizzare la loro capacità inserendoli in azienda. Questa pianificazione va assecondata, a prescindere dalle nostre opinioni o dai limiti che evidenziamo nella comprensione dei loro pensieri o dei loro progetti.

Cosa pensa della grande attenzione internazionale verso i parametri ESG delle aziende?

Sicuramente è un discorso importante quello dell’impatto che una azienda può avere in questo senso. Ci sono grandi aziende che affrontano questo tema in maniera più consistente rispetto alle start-up, ma penso che anche queste ultime debbano fin da subito avere una visione concreta. È molto importante considerare queste componenti nella strategia di sviluppo di una start-up. Sono componenti che a volte diventano anche un elemento di comunicazione, ma al di là di questo, devono entrare a far parte del DNA e della visione iniziale degli imprenditori.

Quali saranno nei prossimi anni le principali sfide, dal punto di vista della sostenibilità (economica, ecologica, sociale), che dovremo affrontare nell’ambito della tecnologia, e dove sarà necessario porre una particolare attenzione?

Quando si parla di sostenibilità la prima dimensione che viene in mente è quella ecologica. La tecnologia ha sicuramente un impatto negativo sull’ecologia, ma può avere altrettanto un impatto positivo, laddove sia bilanciata con azioni corrette o laddove la tecnologia stessa sia collegata a soluzioni per il miglioramento della sostenibilità ecologica. L’ecologia è solo una delle dimensioni. Trovo che la tecnologia abbia sempre di più una responsabilità sul sociale, collegata alle abitudini e agli aspetti negativi che può inserire nella vita quotidiana delle persone. Un utilizzo responsabile delle soluzioni tecnologiche è sicuramente un elemento della strategia di ogni azienda e deve diventare parte del DNA promosso internamente ed esternamente all’azienda stessa, in termini di utilizzo e adattamento della tecnologia all’interno della vita quotidiana.

Come vede il ruolo delle banche a supporto degli imprenditori?

Le banche svolgono un ruolo fondamentale a supporto degli imprenditori e dell’innovazione. Alcune banche si stanno equipaggiando con strumenti molto innovativi, per rendere concreto il supporto agli imprenditori e, in particolare, a chi vuole innovare. È importate far sì che il discorso sull’innovazione, o la combinazione innovazione-banche, non diventi solo una riflessione sulla comunicazione, ma piuttosto un’opportunità per realizzare progetti concreti. Ho fiducia che le banche possano avere un ruolo fondamentale nella crescita delle start-up e dell’imprenditoria in generale, e ho fiducia anche nel fatto che le banche potranno sempre di più evolvere nella loro cultura interna. Come sempre, credo che si possa parlare di progetti, ma alla fine sono le persone a portarli avanti. Penso che ci sia un cambiamento a livello di molte banche nell’infondere le motivazioni giuste nelle persone già presenti, e nell’introdurre persone nuove con la mentalità corretta riguardo all’innovazione e alla tecnologia.

Vede un possibile sviluppo per quel che riguarda la consulenza delle banche in tema di previdenza per gli imprenditori e per i dipendenti?

Sì, vedo un possibile sviluppo. Credo che l’interazione banche-imprenditori possa essere importante in questo senso. È anche vero che l’imprenditore è conscio delle sue responsabilità e del fatto di dover contare prima di tutto sui propri mezzi, più che sull’assistenza di altri. Detto questo, credo che le banche possano giocare un grande ruolo, soprattutto nel federare imprenditori per nuovi sistemi di assistenza reciproca tra gli stessi. Le banche potrebbero svolgere il ruolo di acceleratore nella creazione delle condizioni giuste per sostenere, nei momenti complicati, gli imprenditori visionari ma in difficoltà. Anche l’intervento degli stessi imprenditori è importante, dato che non si tratta solo di una questione economica. La previdenza ha un ruolo e una dimensione economica fondamentali, ma è possibile assistere gli imprenditori in difficoltà trasferendo competenze e altre forme di sostegno, come avere più disponibilità economica.