Racconto d'inverno

Una magica e affascinante commedia dal sapore dolceamaro al Cittadella
Maria Cristina Reinhart
26.01.2012 00:30

LuganoInScena ?11-?12Musica-Teatro-Danza

TeatralMente? Giovedì 9 febbraio 2012 – ore 20.30 Teatro Cittadella, Lugano

RACCONTO D'INVERNO

di William Shakespeare.Regia di di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani, con Ferdinando Bruni, Elena Russo Arman, Cristina Crippa e la Compagnia Teatridithalia

Inizia come una tragedia e finisce come una commedia. Nel mezzo una trama che ha il sapore di una fiaba avventurosa e che, come ogni fiaba, nasconde abissi di inquietudine e meraviglie di leggerezza.Ambientato in luoghi dal sapore esotico con una trama ricca di colpi di scena, tra viaggi avventurosi, tempeste, ritrovamenti insperati, Racconto d?inverno mette in scena le vicende di Leonte, re di Sicilia, che, posseduto da una gelosia cieca e distruttiva, finisce per annientare tutto ciò che gli è più caro. Convinto infatti che la virtuosa moglie Ermione lo tradisca con l?amico Polissene, Leonte scatena la distruzione di ciò che ama: fa rinchiudere la sposa innocente, dà ordine che l?amico venga ucciso e dispone che la piccola Perdìta appena partorita da Ermione sia abbandonata. Non sente ragioni, è preda della sua ossessione, ma soffre per primo del male che stupidamente provoca. Fortunatamente però le cose non andranno secondo i suoi scellerati piani: tra viaggi, mari in tempesta, orsi, quadretti bucolici, amori, ritrovamenti e persino "resurrezioni", Leonte avrà modo e tempo di pentirsi. La seconda parte della commedia ci introduce infatti in un mondo bucolico, per raccontare un susseguirsi di situazioni comiche ed espedienti drammaturgici che portano dritti verso un finale sorprendente, dove alle classiche agnizioni e ai riconoscimenti si aggiunge addirittura un?insperata "resurrezione". I registi Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani parlano del Racconto d?inverno come di un "Otello senza Iago, dove la gelosia è trattata come un fenomeno puro che, né più né meno dell?innamoramento, può essere repentino e immotivato e non ha bisogno di sobillatori". Come in un "Romeo e Giulietta a lieto fine", qui sono i figli lo strumento di riconciliazione dei padri e i protagonisti di un percorso di trasformazione "che attraversa le generazioni e il ciclo del tempo".LA STAMPA SCRIVE..."Sotto l?apparenza disinvolta di un allestimento che procede baldanzoso, spudorato e veloce, con costumi coloratissimi e soluzioni comiche che sottolineano al limite della parodia il rimescolamento dei generi, questa favola inverosimile ma zeppa di malìa si colora di un riverbero crepuscolare, perfettamente incarnato da Bruni, vittima della sua folle gelosia e, insieme, causa di tutte le disgrazie del dramma." (la Repubblica)

"Uno spettacolo intelligente e piacevole, da raccomandare a chi voglia conoscere la poesia di Shakespeare." (il manifesto)