SvizzeraEnergia: intervista con l’Ing. Daniele Palma

Per una scelta importante come quella che riguarda la trasformazione dell’impianto di riscaldamento in chiave ecologica, gli elementi da considerare sono molti ed il ruolo di un consulente professionale risulta determinante. Sui diversi aspetti della valutazione preventiva e della guida verso una scelta oculata e conveniente, abbiamo sentito l’Ing. Daniele Palma, specialista in ambito energetico, docente presso il Politecnico di Milano e l’Accademia di Architettura di Mendrisio, prima consulente nel quadro del programma calore rinnovabile.
Quali sono i primi elementi che il consulente considera dopo essere stato contattato dal potenziale cliente?
«Nella prima fase di contatto il consulente cerca di acquisire i dati principali riguardanti l’edificio oggetto di analisi, come localizzazione geografica, anno di costruzione, tipo di impianto di riscaldamento presente (es. caldaia a gasolio), consumo medio di combustibile (es. litri di gasolio all’anno), superficie riscaldata. Successivamente approfondisce il tema mediante un accurato sopralluogo, fondamentale sia per rilevare informazioni tecniche sul posto sia per avviare un dialogo aperto e costruttivo con il proprietario.
Sarà importante verificare il grado di isolamento medio dell’immobile, al fine di comprendere se ci si può limitare a proporre di sostituire il riscaldamento fossile e passare alle energie rinnovabili, oppure è opportuno valutare prima il risanamento dell’involucro.
Se l’involucro si trova in buone condizioni, perché costruito bene, o perché ha già subito interventi di risanamento, è lecito concentrarsi sull’impianto, adottando il modello di consulenza “Calore rinnovabile”. Si può ad esempio ipotizzare il passaggio a una pompa di calore, o anche valutare il ricorso a geotermia, legna o teleriscaldamento, laddove opportuno e possibile. A completamento dello studio si verifica la possibilità di abbinare la posa di un impianto fotovoltaico o solare termico.
Nei casi più critici invece si consiglia di procedere con un’analisi più ampia e approfondita del sistema edificioimpianto, denominata consulenza Cece® Plus, con l’obiettivo di far capire al proprietario quali sono le misure prioritarie e più efficaci che possono essere intraprese sul suo edificio, quantificandole dal punto di vista energetico, ambientale e finanziario, mediante una stima degli investimenti necessari, dei costi di manutenzione e dei risparmi sui costi di esercizio».
Vi sono dei punti e degli argomenti che si rivelano particolarmente importanti nel determinare la scelta del proprietario?
«Gli aspetti ai quali normalmente i proprietari danno maggiore attenzione sono i benefici che possono trarre dall’intervento. Tra questi figurano la possibilità di minimizzare la spesa energetica, ma anche avere un generatore di calore alimentato da fonti rinnovabili. Rispetto alle caldaie a gasolio, ancora molto utilizzate in Ticino, generatori come le pompe di calore non hanno problemi di emissioni inquinanti, sporcamenti, cattivi odori legati a stoccaggio di olio e combustione. Per una loro implementazione vanno però attentamente verificati diversi aspetti tecnici, come ad esempio la compatibilità con le caratteristiche dell’edificio esistente, l’eventuale impatto acustico. Sicuramente il costo iniziale dell’intervento rappresenta un fattore critico, che può frenare l’entusiasmo iniziale. Risulta quindi fondamentale il compito del consulente, da un lato nel motivare i proprietari che intendono sostituire un riscaldamento fossile a passare alle energie rinnovabili, dall’altro nel fornire strumenti utili e chiari per giungere ad una decisione consapevole e razionale, libera da condizionamenti o false illusioni. Il consulente informa anche sui costi legati alla vita dell’impianto, e quindi dimostra i minori costi energetici e di esercizio che la traformazione comporta. È imprescindibile che la consulenza sia technologieneutrale, esaustiva e abbia come obiettivo basilare la soddisfazione del committente. L’ottimo si raggiunge quando si riesce a coniugare i desideri del proprietario con i vantaggi per a collettività, in coerenza con gli obiettivi cantonali e federali».
Esiste nel contesto ticinese, in base alla sua esperienza, una sensibilizzazione nei confronti delle problematiche ecologiche in generale e del ruolo che il riscaldamento domestico riveste?
«Molti proprietari che ho avuto il piacere di conoscere si sono rivelati sensibili al tema dell’impatto ambientale del proprio impianto di riscaldamento, mostrandosi interessati a valutare la sostituzione del generatore di calore, anche con lo scopo di minimizzare le emissioni di anidride carbonica. Con il procedere della consulenza si rendono noti i costi e le opere che comporterebbe questa scelta, per cui la decisione finale necessita di un’attenta programmazione e valutazione economicofinanziaria. Ma nella mia esperienza ho osservato in Ticino una particolare sensibilità e consapevolezza di poter svolgere un ruolo utile alla società con le proprie decisioni».
Nel rapporto col proprietario, allorché si considera il tema della trasformazione dell’impianto, sono le considerazioni economiche quelle più importanti, o vi sono altri fattori, come quelli tecnici o di altro genere?
«Sicuramente l’aspetto economico è molto sentito dai proprietari, al punto talvolta da smorzare lo slancio iniziale. Compito del consulente è di presentare con chiarezza ed equilibrio il quadro completo dei risultati ottenibili, facendo comprendere ad esempio che gli interventi possono portare vantaggi a mediolungo termine. Per cui ci si può accorgere che ragionando su un orizzonte temporale di venti anni, la spesa complessiva che si sosterrebbe non facendo nulla ora sarebbe ben superiore a quella da sostenere dopo un intervento radicale attuato oggi. Questo vale anche per l’impatto ambientale. Altri fattori che vengono affrontati sono quelli che riguardano eventuali effetti della trasformazione sui proprietari confinanti. Ciò accade tipicamente quando si introducono impianti che possono avere un impatto acustico o visi vo, che quindi vanno ben analizzati e minimizzati».
Il tema delle sovvenzioni pubbliche è un buon incentivo nella scelta finale?
«Gli incentivi sono considerati un aiuto molto gradito, di supporto alle decisioni, soprattutto se si intende attuare una trasformazione radicale dell’impianto. Ma talvolta ho la sensazione che il proprietario decida di procedere con l’intervento dando maggior peso ad altri fattori, come il desiderio di ridurre i consumi energetici, passare alle energie rinnovabili, incrementare il livello di benessere interno. Ciò è tan o più vero quanto peggiori sono le condizioni iniziali dell’impianto. Le sovvenzioni possono sicuramente contribuire come stimolo supplementare per la decisione del proprietario, che percepisce così il supporto concreto dalla collettività, che poi indirettamente beneficerà degli interventi attuati dal singolo.
In definitiva, gli incentivi concorrono a confortare il proprietario nella scelta ragionata e consapevole di fare quello sforzo in più rispetto al minimo di legge, sapendo che a ciò corrisponderà un meritato premio».