Bioggio

Sognando una casa della musica

Con una mozione Sara Beretta Piccoli chiede al Governo di creare una strumentoteca a livello cantonale - Da tre anni ne esiste una a Bioggio che permette a tutti di prendere in prestito trombe, batterie e molto altro
Il promotore della StrumentoTeca di Bioggio, Claude Birrer. (foto Reguzzi)
Chiara Nacaroglu
15.03.2019 19:22

LUGANO - Trecentocinquanta strumenti musicali. Tanti ne sono passati in tre anni per le stanze del locale della Protezione civile di Bioggio sede dal 2016 della StrumentoTeca, la prima biblioteca di strumenti della Svizzera italiana. Nato dall’idea di Claude Birrer, il progetto conta un centinaio di iscritti che prende in prestito gli strumenti, li suona e li riporta. Per Birrer la musica ha un significato sociale forte e per questo vorrebbe espandere il progetto fuori dai confini di Bioggio (dove il Comune ha messo a disposizione gratuitamente gli spazi) e spostarsi in città. Il sogno sarebbe un luogo dove non solo prendere in prestito gli strumenti, ma anche esercitarsi in piccole stanze insonorizzate. La sua idea ha trovato il sostegno della granconsigliera PPD Sara Beretta Piccoli, che oggi inoltrerà al Consiglio di Stato una mozione che chiede di creare la necessaria infrastruttura per la nascita della prima strumentoteca a livello cantonale. «L'iniziativa - si legge nel testo - è volutamente formulata nella forma generica per dar modo al Consiglio di Stato di stabilire condizioni e dettagli organizzativi-procedurali, eventualmente fissando i principi generali di funzionamento e rinviando per il resto a un Regolamento di gestione».

Tra bombardini e bidoni di petrolio

Entrando nel locale di Bioggio troviamo un pianoforte dell’800, di quelli trasportabili che si usavano una volta con tanto di porta candela che serviva per leggere lo spartito. «I tasti sono d’avorio, ma la cordatura non è il massimo», sottolinea Birrer che con passione e competenza ci guida nei piccoli spazi contenitori di sogni e speranze per giovani musicisti. Contro una parete c’è un organo Hammond, uno strumento di enorme valore. Perché? Semplice, è l’organo simbolo del rock degli anni ’70 utilizzato da gruppi come Genesis e Deep Purple. In corridoio notiamo una decina di bidoni coloratissimi. «Si tratta di un’orchestra di musica caraibica – ci spiega il padrone di casa – composta da bidoni di petrolio battuti a mano e accordati a orecchio». Appartenevano ad un gruppo del Mendrisiotto e ora sono in attesa di essere suonati. Perché lo scopo di questo è luogo è proprio dare la possibilità a chiunque di avvicinarsi a uno strumento. Spesso si tratta di oggetti molto costosi, un investimento che non tutte le famiglie possono permettersi.

«Se tuo figlio vuole provare a suonare la batteria - continua Birrer - magari prima di spendere migliaia di franchi preferisci prenderne in prestito una». Ma c’è anche chi quei soldi non potrà mai spenderli e allora la StrumentoTeca costituisce un sostegno concreto per le famiglie di piccoli aspiranti musicisti. «Chi suona o vuole suonare ha una passione smodata – sottolinea il nostro interlocutore - e tanti ragazzi che vorrebbero ma non possono fanno i salti di gioia quando ricevono gratis uno strumento da suonare». Per usufruire del prestito basta iscriversi, esattamente come avviene in una biblioteca, e pagare una tassa di 20 franchi. Una stanza del locale a Bioggio è quasi interamente dedicata agli strumenti a fiato: trombe, tromboni, bombardini. «Strumenti che hanno una vita molto lunga e non perdono valore». Nato a Lugano nel 1974, Birrer si è trasferito a Firenze all’età di sedici anni dove è rimasto per oltre vent’anni prima di tornare in Ticino. Oltre a insegnare musica ha suonato per un ventennio a livello professionistico nella band Rumore Rosa (chitarra e basso elettrico). «Fin da quando insegnavo musica in Toscana – racconta – mi sono arrabattato per procurare gli strumenti ai ragazzi che non potevano permetterseli. Lì è nata l’idea di andare incontro a chi ha bisogno e, se è vero che in Ticino si sta meglio, anche da noi ci sono delle realtà problematiche e con la musica si può combattere il disagio sociale».

Intanto, il progetto è giunto al suo quarto anno e il bilancio è positivo. «L’iniziativa piace - spiega Birrer, - quasi tutti in casa hanno strumenti musicali e quando lancio una raccolta si fanno vive un sacco di persone». Sì, perché la StrumentoTeca si basa esclusivamente sulle donazioni. Lo strumento più richiesto è la batteria. «Solitamente è il primo che i bambini vogliono suonare – continua, – in fondo, la musicalità parte dal ritmo». A seguire c’è la chitarra, lo strumento per eccellenza, e poi il pianoforte, il più difficile da gestire e trasportare. «Ricordo il caso di una ragazza del Bellinzonese che voleva un pianoforte ma la famiglia non poteva permetterselo, allora come StrumentoTeca ho organizzato il passaggio di un piano da una scuola della regione, che me lo stava donando, direttamente a casa della giovane, che ora suona!». Gli utenti appartengono a tutte le fasce d’età: dal bambino che vuole iniziare all’adulto che suona già ma desidera testare nuovi strumenti. Infine, a proposito del «ruolo sociale» della musica, tra il 2017 e il 2018 la StrumentoTeca ha partecipato a un progetto promosso dalla console svizzera in Uganda per fornire gli strumenti musicali a una scuola. Birrer ha lanciato una raccolta ed è stato riempito un cargo che è poi volato nel Paese africano. Perché la solidarietà, proprio come la musica, non ha confini.