Tendenze

2023, il Natale dei «Kidult»

Se ne parla almeno dagli anni Ottanta e riguarda chi, da adulto, nei suoi spazi di libertà ha gli stessi interessi di un bambino
Stefano Olivari
18.11.2023 21:00

Meno bambini e più Kidult: nel mondo che per convenzione definiamo occidentale funziona così da anni, ma è soltanto da poco che questo fenomeno ha assunto proporzioni notevoli, uscendo dalla sociologia ed entrando pesantemente nel dibattito politico. Ma perché una situazione tutto sommato sempre esistita, però marginale, ha raggiunto numeri enormi? Al punto che quello 2023 è già stato definito «Il Natale dei Kidult»? 

Peter Pan

Si parla di Kidult, fusione di kid, cioè ragazzino, e adulto (in italiano qualcuno usa il tremendo adultescenti), almeno dagli anni Ottanta, quando questo fenomeno destava curiosità ma era statisticamente marginale. Tutti hanno sentito parlare della Sindrome di Peter Pan, da quando nel 1983 l’omonimo e fortunato libro di Dan Kiley introdusse il concetto: chi ne è affetto è un adulto, di varie età, o un post-adolescente, che si rifiuta di crescere e di avere responsabilità. Nei casi limite la Sindrome di Peter Pan porta al rifiuto o comunque all’incapacità di integrarsi nel mondo adulto, con tutti i problemi conseguenti. Il Kidult è qualcosa di leggermente diverso: lui nel mondo adulto ci vive e formalmente ne rispetta le regole, ma nei suoi spazi di libertà ha gli stessi interessi di un bambino, in particolare del sé stesso bambino. 

Giochi

Al di là delle definizioni, il caso è esploso dopo che la Spielwarenmesse di Norimberga, in programma a fine gennaio 2024, ha annunciato che al centro di questa fiera internazionale del giocattolo ci sarà proprio il fenomeno Kidult. Che in termini commerciali vale un clamoroso 28% del mercato del giocattolo e rappresenta il target più promettente, non soltanto per il calo demografico nei paesi più ricchi ma anche per il potere d’acquisto del Kidult stesso: fra il consumatore e il giocattolo non c’è più l’ostacolo logistico (genitori o altre figure che devono approvare l’acquisto e materialmente farlo) e nemmeno quello finanziario. Da qui il boom di giocattoli dedicati a questo segmento, dove uomini e donne sono in equilibrio: va da sé che tutto sia trainato da brand e prodotti retrò come Barbie, Lego, i supereroi della Marvel, le matchbox, eccetera. 

Millennial

A quale generazione appartengono i Kidult? Secondo le indagini di mercato soprattutto ai Millennial, o Millennials che dir si voglia, cioè ai nati dal 1981 al 1996. Secondo una ricerca proprio della fiera tedesca il 58% dei genitori Millennial compra giocattoli anche per sé stesso, oltre che (si spera) per i figli. Se i vecchi boomer e quelli della Generazione X potevano sentirsi kidult dentro, ma fuori si vergognavano e si sfogavano con hobby tipo il modellismo o un collezionismo di fascia alta, i Millennial non hanno alcuna remora nell’acquistare giocattoli e soprattutto nell’usarli davanti ad altri adulti. Vale per i videogiochi, ormai sdoganati anche per gli anziani, ma anche per pupazzetti, puzzle, soldatini, automobiline, fumetti bambole. Va da sé che l’industria dell’intrattenimento ormai da molti anni progetti i prodotti per bambini e ragazzi in modo che possano intercettare anche i kidult, da Harry Potter in giù. Anche i parchi della Disney si sono adeguati: nel 2022 soltanto il 36% dei visitatori era accompagnato da figli sotto i 18 anni di età. 

Moda

Il Kidult non sempre è identificabile a prima vista, si mimetizza piuttosto bene e di solito è integrato nel sistema senza vestirsi in maniera particolare. Questo non toglie che la moda Kidult, definita anche Kidcore, non sia una novità del 2023, essendo nata in chiave nostalgica (con magliette raffiguranti personaggi di cartoni animati o manga) nel Giappone negli anni Novanta con la moda kawaii ed un’ideologia tutt’altro che leggera, cioè quella del ribellarsi apertamente alle aspettative del mondo adulto. La moda Kidult, dalle felpe agli accessorti, è stata poi cavalcata anche dal K-Pop, il pop coreano (ovviamente del Sud…) che avrebbe poi conquistato il mondo, per essere poi citata da tanti artisti. Il più famoso di quelli contemporanei è Harry Styles, ma la gara per il più famoso di tutti i tempi non inizia nemmeno: Michael Jackson, il Kidult dei Kidult, con un vissuto di bambino anche drammatico, e un successo da adulto che gli ha consentito di isolarsi nel suo mondo e nella sua Neverland.

Boomerang

Al di là degli adulti che comprano e usano giocattoli, che non fanno male ad alcuno, il fenomeno Kidult si lega a tendenze più preoccupanti, come quella che i sociologi definiscono Boomerang Generation. Si tratta di diplomati e laureati in questo secolo, quindi nella quasi totalità dei casi Millennial, che dopo un periodo più o meno lungo da single o anche da conviventi tornano nella casa dei genitori, quella dove sono cresciuti, creando situazioni che nel secolo scorso sarebbero state incredibili come la cosiddetta Sindrome del nido pieno: in pratica padri e soprattutto madri, le vere vittime della tendenza, che non sanno come gestire il rapporto quotidiano con figli che sono adulti ma si comportano da bambini, e non possono essere rimproverati né come adulti né come bambini. L’aspetto emotivo del Kidult in questa nuova convivenza si salda anche con questioni banalmente finanziarie, in ogni caso i numeri non mentono. Secondo i dati 2021 di Eurostat ci sono tanti Paesi in cui più di metà dei giovani adulti (donne e uomini dai 18 ai 34 anni) vive con i genitori: fra gli altri Croazia (76,5%), Italia (70,5%) e Spagna (64,5). Meno boomerang (o mai usciti di casa, va detto) in Francia (43,9%), Svizzera (38,5%), Stati Uniti (32,9%) e Germania (29,8). Rispettato il luogo comune con la Svezia, al 17,3% di giovani adulti che vivono con i genitori. Ma questa è la realtà esterna, perché Kidult lo si è soprattutto dentro.