Guggen&co.

A Carnevale... ogni preparazione vale

Carri allegorici, animazioni e musica sono elementi essenziali dei reami del divertimento – Iniziative frutto di un lungo e meticoloso lavoro che, talvolta, inizia addirittura con un anno di anticipo
Preparativi del carro del gruppo La Castello Bene. © CDT/Chiara Zocchetti
Federica Rossi
14.02.2020 18:55

Ogni anno tantissimi ticinesi si riversano nelle strade per assistere ai vari cortei carnevaleschi, ammirando uno spettacolo variopinto dietro il quale c’è un lavoro a molti sconosciuto.
Un lavoro che varia e che prende molto tempo. Lo sanno bene i gruppi che allestiscono i carri allegorici. «Attorno al mese di settembre» racconta Ivan, grafico e illustratore della Castello Bene, «dopo aver deciso il nuovo tema tra gli argomenti di attualità e averlo prenotato in modo che non si creino doppioni con altri gruppi, ci troviamo per mettere sul tappeto le varie idee che io, successivamente, trasformo in progetti». Con il tempo si arriva «ad avere una traccia per tutti gli artigiani, in modo da avere un punto di riferimento per tutte le lavorazioni», che iniziano più o meno a novembre. Artigiani e volontari che costruiscono, scolpiscono, saldano, tagliano la gomma piuma e pitturano: impegno e collaborazione per costruire carri i cui temi variano dall’attualità ticinese a quella internazionale.

I membri della Castello Bene al lavoro per ultimare il carro 2020. © CDT/Chiara Zocchetti
I membri della Castello Bene al lavoro per ultimare il carro 2020. © CDT/Chiara Zocchetti

Una parte importante è anche quella musicale. «Se si parla di Castello Bene, sicuramente ci si ricorda dei primi anni Novanta e delle prime canzoni in dialetto nei cortei» racconta Stefano. Il lavoro musicale comprende la scrittura del testo, la creazione della base musicale e il mixaggio: «la canzone deve essere sempre ispirata dal carro, permettendo agli spettatori di capire di che cosa si sta parlando». Decisa la traccia, viene trasmessa al corpo animazione che, in tempi brevissimi, crea le coreografie per la sfilata. Si tratta insomma di un imponente lavoro di gruppo caratterizzato da una grande organizzazione e che prosegue ogni anno guidato da una grande passione e dalla voglia di divertimento.

La Combricola di Formighin di Biasca in posa dopo una delle tante sfilate a cui ha partecipato nel 2019. © La Combricola di Formighin
La Combricola di Formighin di Biasca in posa dopo una delle tante sfilate a cui ha partecipato nel 2019. © La Combricola di Formighin

Se per i carri si affrontano questi ritmi di lavoro, per i gruppi d’animazione ci sono dinamiche differenti. Katia, de La Combricola di Formighin di Biasca, spiega che i membri propongono idee per l’anno successivo già alla fine del carnevale, anche se «il tema definitivo viene deciso tra luglio e agosto». Scelto il tema, si dividono poi i compiti tra i vari settori, coordinati ciascuno dai membri del comitato: costruzione, comparse, costumi-musica-coreografia e trucco. Sebbene molte formazioni decidano di delegare diverse lavorazioni, le Formichine quest’anno hanno deciso di puntare sull’home-made: un lavoro impegnativo che, però, si è trasformato in incontri utili a consolidare il gruppo. La Combricola, spiega Katia, è speciale perché composta in maggioranza da donne: «se ci fosse qualche maschietto in più – scherza – sarebbe più facile anche per il nostro presidente, che si fa carico della maggior parte del lavoro tecnico. Per fortuna che è in pensione!». Le Formichine, conclude Katia, sono un gruppo affiatato, supportato da amici e parenti che gli consente di progettare esibizioni cariche di sorrisi e divertimento: «a loro va un grandissimo ringraziamento, perché più si avvicinano i cortei, più aumenta la pressione e tutto si ripercuote su chi ci sta attorno e ci sopporta: quindi un doppio grazie!».

© CDT/Gabriele Putzu
© CDT/Gabriele Putzu

Non c’è carnevale, però, senza il ritmo sfrenato delle guggen. Anche se con sfumature diverse, già durante i cortei si inizia a pensare al tema dell’anno venturo, «perché l’idea magari ti nasce da una battuta oppure guardando anche gli altri gruppi» spiega Massimo, della Spacatimpan Guggen Band di Vacallo. Oppure c’è chi gioca d’anticipo, come la Fracass Band di Breganzona, che pensa al tema già tra novembre e dicembre dell’anno precedente. Per tutti, però, il grosso del lavoro inizia durante l’estate: costumi, balletti, carro ma soprattutto la musica. I comitati musicali ricercano le nuove canzoni e le partiture, quest’ultime spesso affidate a maestri di musica o suonatori professionisti.

Alcuni membri della Spacatimpan Guggen Band che provano i nuovi costumi. © CDT/Gabriele Putzu
Alcuni membri della Spacatimpan Guggen Band che provano i nuovi costumi. © CDT/Gabriele Putzu

Ma chi fa parte di queste bande? Ogni guggen ha la sua filosofia: molte persone hanno già una base musicale («anche se praticamente mai nello strumento usato qui» raccontano i membri della Rigatoni Dance Band di Novazzano), ma questo non impedisce a chi non ne ha di partecipare e di imparare, anche senza aver mai suonato uno strumento musicale. Nelle guggen tutto può accadere e questo determina anche la necessità di provare per più o meno tempo: c’è chi inizia le prove a settembre, chi le anticipa all’estate per permettere ai nuovi arrivati nell’ensemble di imparare le canzoni senza troppa fretta e chi invece posticipa le prove intensificandole con l’avvicinarsi del carnevale. A questo si aggiungono la realizzazione dei costumi, dei carretti oppure delle coreografie e delle animazioni, come nel caso delle giovani «Ballette» della Rigatoni Dance Band, che provano anche tre volte a settimana. Altre guggen, invece, hanno deciso di limitarsi alla musica, ai costumi e alle comparse, come la storica Sonada Balossa di Bellinzona, dove i figuranti animano il sabato e la domenica del carnevale.
Grandi gruppi accomunati dalla passione per questa festa e dalla voglia irrefrenabile di divertirsi e di far divertire, tramandando tale passione di generazione in generazione: Vincenzo della Sonada Balossa racconta che anche il figlio ha deciso di intraprendere questo percorso, mentre nei Rigatoni sono sempre di più i figli diventati membri attivi. A tutti loro l’arduo compito di mantenere unito il gruppo e di far divertire tutti quanti, attraverso un lavoro che lo spettatore non sempre conosce, «dietro il quale ci deve essere una storia che viene portata avanti» spiegano in molti «di cui si fa tesoro e che viene trasmessa agli altri».

Manifestazioni benefiche per garantire il divertimento
Guggen, gruppi e carri: il motore che anima i nostri carnevali, regalando al pubblico molte emozioni. Dietro al loro lavoro, oltre a una passione incontrastata e alla voglia di mettersi in gioco, c’è una costante ricerca finanziaria necessaria sia alla realizzazione dei carri, dei costumi e dei trucchi, sia alla manutenzione degli strumenti musicali. Per questo motivo molti gruppi sono attivi durante tutto l’anno sul suolo ticinese, promuovendo numerose manifestazioni i cui ricavati serviranno loro per finanziare i nuovi progetti. Un piccolo contributo, dettato anche solo dalla nostra presenza a questi eventi, permetterà a tutti i gruppi carnevaleschi di garantire un proseguimento dei loro progetti, assicurando a noi gioia e divertimento durante tutto il carnevale.

© CDT/Chiara Zocchetti
© CDT/Chiara Zocchetti

La felicità negli occhi dei bambini
«Vivere il carnevale con una guggen, significa visitare anche i carnevali più piccoli del cantone, sfilare con i bambini o suonare durante le classiche risottate. Sono emozioni che si capiscono solo vivendole e che ripagano di tutto il lavoro svolto»: parola della Fracass Band. Il carnevale è composto da mille sfacettature e da un’infinità di aneddoti esilaranti, tragi-comici e, a volte, commoventi. Massimo della Spacatimpan Guggen Band di Vacallo racconta la loro esperienza al carnevale di Re Sbroja nel 2019: «Lo scorso anno abbiamo partecipato al corteo dei bambini di Lugano. Stavamo mettendo via gli strumenti, quando una signora si è avvicinata chiedendoci dove andavamo a suonare, poiché a causa di un suo contrattempo la figlia, che avrà avuto 8 o 9 anni, era arrivata in ritardo perdendosi l’esibizione della guggen. Così ho guardato gli altri e ho detto loro di riprendere gli strumenti. Eravamo rimasti circa in undici e abbiamo suonato per la bambina. Probabilmente è stata l’esibizione peggiore della nostra vita, ma la felicità negli occhi di quella bambina non me la dimenticherò mai. Ai bambini non interessa nulla se non la musica e il divertimento. Ecco, per me questo è carnevale!».

Le chiavi della città di Bellinzona verranno consegnate a re Rabadan giovedì 20 febbraio alle 21.15 circa.
Le chiavi della città di Bellinzona verranno consegnate a re Rabadan giovedì 20 febbraio alle 21.15 circa.

È tempo di Rabadan
Il carnevale nella Svizzera italiana entra nella fase più calda con l’apertura del regno di Re Rabadan, che dal 20 al 25 febbraio trasformerà Bellinzona nel capoluogo del divertimento. Dopo la consegna giovedì 20, alle 21.15, delle chiavi della città, bando alle polemiche sui bicchieri e tutti a far festa, tra coriandoli, carri allegorici (domenica, dalle 13.30, il 157. corteo mascherato), tendine e locali dove ballare fino alle prime ore del mattino con la musica delle guggen, di artisti nostrani e internazionali. Nel Capannone eventi il divertimento inizia già mercoledì 19 alle 20.30 con Gabarè, spettacolo presentato da Flavio Sala (posti limitati, biglietti: www.ticketcorner.ch).

Risottata a Lugano con il CdT
Dal 20 al 24 febbraio tutti in maschera anche a Lugano: i festeggiamenti carnascialeschi prendono il via giovedì 20 alle 14.15 con il tradizionale corteo dei bambini, preceduto dalla consegna delle chiavi della Città a re Sbroja. Lunedì 24, invece, alle 11.30 tutti a tavola in piazza della Riforma (se piove, al Centro esposizioni) per gustare l’immancabile risottata offerta dal Corriere del Ticino.

Tutti a tavola. © CDT/Gabriele Putzu
Tutti a tavola. © CDT/Gabriele Putzu