Psicologia

Adolescenti più aperti con le domande giuste

Chiedere ai figli cose concrete, capaci di stimolare una narrazione, è la chiave per far aprire i nostri ragazzi
Chiedere ai figli cose concrete, capaci di stimolare una narrazione, è la chiave per far aprire i nostri ragazzi
Red. Online
30.07.2021 17:30

Le parole sono un’arma. Lo sappiamo bene. Possono essere taglienti o accoglienti, ma, comunque sia, sono “vive”. Hanno delle conseguenze precise, e non sempre quando le pronunciamo ce lo ricordiamo, tanto siamo abituati a farne un uso libero. Eppure, se ci facessimo caso un secondo di più, con le parole potremmo cambiare molte cose. Come, per esempio, il dialogo con un adolescente.

Ma quali sono le parole giuste? Non ce ne sono. Ci sono parole chiave però, che servono a noi per muoverci meglio nel rapporto con loro: ascolto e domande. Sono queste ad aprire la porta della comunicazione fra genitori e figli. Per quanto riguarda l’ascolto, il primo punto da mettere a fuoco è il periodo che i ragazzi stanno vivendo. Un tempo di cambiamento, in cui la personalità si forma e tenta di uscire con forza in modo tutto suo, il momento di marcare il proprio territorio rispetto a quello del genitore. Una volta messo a fuoco questo meccanismo di crescita, è fondamentale mettere in atto la comprensione. Il che non significa giustificare tutto, ma dare il via ad un ascolto di ciò che sta scatenando determinati comportamenti.

È sbagliato, infatti, dedurre dal comportamento dell’adolescente che non abbia più bisogno dei propri genitori: ne reclama la presenza in modo diverso, perché diverse sono le sue esigenze. È la vita nel momento più delicato, in cui ogni cosa arriva sulla pelle in modo forte, qualsiasi avvenimento è avvertito come “salvezza” o “morte”. L’adolescenza del resto è un periodo di grande ricerca: di punti di riferimento, di risposte, di senso, di cose appaganti.

Ma è anche il tempo in cui sentirsi invasi nella propria privacy è molto facile. Stanno costruendo il loro mondo, una domanda giusta o una domanda sbagliata li può far chiudere in un secondo. E se le parole giuste non esistono, le domande scorrette invece sì. Domande chiuse che prevedono un sì o un no come risposta limitano la conversazione: con un adolescente chiedere cose concrete, che favoriscano la narrazione, tramite una domanda aperta sembra essere la soluzione migliore. Non bisogna del resto lasciarsi ingannare dalla loro chiusura: in realtà i figli che attraversano quell’età si sentono amati quando un padre o una madre si interessano dei loro gusti o danno spazio alle loro idee. Per questo ascoltarli è fondamentale, se li vogliamo conoscere davvero quando tutto il loro mondo appare un mistero. Infine, favorire un tempo di qualità e divertimento, in cui tra parenti e amici i genitori si fanno conoscere di più dai figli, raccontando aneddoti, storie di gioventù, le relazioni con i loro stessi genitori, consente di accrescere la complicità, l’interazione e quindi la comprensione.