Al via il festival cinese in cui si mangiano i cani

YULIN - Domani, in concomitanza con il solstizio d'estate, si aprirà a Yulin in Cina (nella regione autonoma del Guangxi) l'annuale Lychee and Dog Meat Festival, in cui si può mangiare carne di cane. È stato stimato che nei dieci giorni di festa saranno uccisi fra i 10.000 e i 15.000 cani (diversi attivisti affermano che dopo le campagne sui social media negli ultimi anni il numero è però fortemente sceso, attorno alle 1.000 unità). Assieme all'animale vengono anche consumati i litchi (un frutto che pure dà il nome al festival), nonché carne di gatto.
In Cina mangiare i cani è una tradizione che risale a 400 anni fa circa, dall'idea che cibarsi dell'animale aiuti a sopportare meglio i caldi mesi estivi, ma il festival è molto più recente (secondo i media statali esiste solo dal 2009). Cani (e gatti) non godono nella nazione dello status di animale da compagnia, e quindi mangiarli non è considerato reato, benché molti cinesi li tengano in effetti come animali da compagnia. Il festival era stato inizialmente sostenuto dal governo locale, convinto che avrebbe giovato al turismo, ma data la pessima pubblicità la città ha smesso da alcuni anni di esserne coinvolta.
Il festival ha ricevuto negli anni diverse critiche, sia di tipo umanitario che di tipo etico. Sul primo fronte gli organizzatori affermano che gli animali vengono uccisi "umanamente", senza farli soffrire, mentre chi protesta dice che le uccisioni avvengono in strada, davanti agli altri animali terrorizzati, e che per l'evento vengano anche rubati animali da compagnia poi rivenduti come cibo.
Sul fronte etico, invece, alcuni commentatori e pensatori occidentali hanno avuto da ridire sulle critiche al festival (ma non per forza sul festival in sé), evidenziando doppi standard e un'ipocrisia di fondo, dato il diffuso consumo di carne in Occidente (un po' come se gli indiani si lamentassero del trattamento riservato alle mucche al di fuori dai loro confini nazionali) e il fatto che diversi animali sono percepiti diversamente in diverse culture e in diversi tempi. Il filosofo inglese Julian Baggini ha argomentato che gli unici che potrebbero permettersi di criticare il festival senza risultare ipocriti sono i vegani. D'altro lato, le prime proteste per questo evento sono arrivate dalla Cina stessa. In Occidente diversi volti famosi hanno espresso disdegno per la pratica (come ad esempio il comico inglese Ricky Gervais, molto critico anche sulla caccia alla volpe nel suo paese). Ogni anno alcune persone salvano degli animali comprandoli e portandoli poi in posti sicuro.
A ogni modo, anche quest'anno il festival si farà, malgrado le proteste. Qualche giorno fa dei difensori dei diritti degli animali hanno consegnato una petizione al Governo di Yulin che chiede di sospendere il festival (nel 2015 quattro milioni di persone avevano firmato una cosa simile online), e diversi oppositori hanno protestato all'esterno della ambasciate cinesi in diverse parti dell'Occidente (nella gallery, proteste all'abasciata cinese a Varsavia, in Polonia, e a Pechino).