Anche le balene parlano in dialetto

È una scoperta dell'università di Manchester e coinvolge anche i delfini e le focene: tutti cetacei che usano un linguaggio diverso da gruppo a gruppo
Red. Online
16.10.2017 17:00

MANCHESTER - Balene e delfini vivono organizzati in piccoli gruppi all'interno dei quali hanno delle relazioni complesse, e usano un linguaggio diverso da gruppo a gruppo, come i dialetti umani.

La scoperta, che potrebbe aiutare a comprendere anche il comportamento umano, è pubblicata sulla rivista Nature Ecology & Evolution. Si deve ai ricercatori coordinati dalla biologa Susanne Shultz dell'università britannica di Manchester.

La ricerca non riguarda solo l'intelligenza di balene e delfini, ma va oltre: "dobbiamo capire che cosa rende gli esseri umani diversi dagli altri animali e per farlo abbiamo bisogno di un gruppo di controllo: rispetto ai primati i cetacei sono un gruppo più 'alieno'", ha rilevato uno degli autori, Michael Muthukrishna, della Scuola di economia e scienze politiche di Londra.

Studiando il comportamento di 90 specie di delfini, balene e focene, è stata scoperta una lunga lista di comportamenti simili a quelli dell'uomo e di altri primati. Questi cetacei, come l'uomo, sono esseri molto "sociali": collaborano per il vantaggio reciproco, giocano insieme, e insegnano dei comportamenti, come le tecniche di caccia, ai compagni del gruppo. Come gli esseri umani, inoltre, anche delfini e balene usano linguaggi diversi, come "dialetti" differenti per ogni gruppo, e si chiamano per "nome" usando fischi unici per i singoli individui.

Tutte queste caratteristiche sociali e culturali, secondo gli esperti, sono legate alla dimensione del cervello di questi cetacei, e alla sua espansione. "Come umani, la nostra capacità di interagire e coltivare le relazioni sociali ci ha permesso di colonizzare quasi tutti gli ecosistemi del pianeta. Le balene e i delfini hanno cervelli eccezionalmente grandi e anatomicamente sofisticati e, quindi, hanno creato una 'cultura' marina simile" ha rilevato Shultz.

"Questo significa - ha aggiunto - che l'evoluzione del cervello, della struttura sociale e della ricchezza comportamentale dei mammiferi marini offre un unico e suggestivo parallelo con gli esseri umani e con altri primati".

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