Con il naso all’insù

Attore di un agguato senza scampo alcuno

L’astore è un predatore agilissimo e formidabile, che non lascia possibilità di fuga alle prede
La popolazione svizzera di Accipiter gentilis è ora stabile
Martina Ravioli
15.06.2020 11:25

Il re della caccia all’agguato, l’astore, è presente in Svizzera con 1.300-1.700 coppie ed in Ticino è considerato una specie importante per la conservazione. Negli anni ‘50 l’Accipiter gentilis ha visto un forte declino a causa dell’accumularsi dei pesticidi nella catena alimentare. Oggi la popolazione è stabile e, nel nostro cantone, è diffusa principalmente nelle foreste di conifere.

L’astore è molto amato dai falconieri per le sue potenzialità venatorie. Viene talvolta usato anche per allontanare altri uccelli, principalmente i colombi, dai monumenti, gli stormi dagli aeroporti e i gabbiani dalle discariche. Nella bandiera delle Azzorre, un arcipelago portoghese nell’Atlantico, è raffigurato un astore. Il nome stesso delle isole deriva dalla parola portoghese che designa questo uccello perché gli esploratori che giunsero sulle isole avvistarono dei grandi uccelli da preda che ritennero astori. Solo in seguito si scoprì che si trattava di poiane.

Le caratteristiche
L’Accipiter gentilis è un rapace di medie dimensioni. L’apertura alare sfiora i 160 cm, e il peso va dai 650 ai 1.350 grammi. Il dimorfismo sessuale è molto accentuato, con il maschio più piccolo della femmina. Il piumaggio è grigiastro, con sfumature brune, azzurrognole in alcuni individui, nella parte superiore, mentre le parti inferiori sono bianche con righe scure. La testa e le guance sono scure. Le zampe e la pelle attorno al becco sono gialle, mentre il becco stesso è nero.
Qui è possibile sentire il verso dell’astore. Questo uccello si scambia grida quasi esclusivamente nei pressi del nido e durante la stagione degli amori. Il richiamo più frequente è un “gik” ripetuto che viene emesso sia durante l’accoppiamento sia per indicare disturbo.

L’ambiente
Requisito indispensabile è la presenza di alberi con più di 50 anni, necessari alla nidificazione. L’habitat ideale si situa tra gli 800 e i 1.800 metri ed è un mosaico di boschi d’alto fusto, ricchi di radure e con ampi spazi aperti.

La riproduzione
L’Accipiter gentilis nidifica fin verso i 2.000 metri di altitudine, ma il picco si situa attorno ai 500-600 metri. A partire dalla fine dell’inverno il maschio e la femmina iniziano a frequentare le aree di riproduzione. Il maschio corteggia la compagna passandole delle prede in volo e con voli circolari con volteggi, picchiate, risalite e grida. La coppia è stabile, ma il nido viene ricostruito, o riparato, anno dopo anno. L’astore sfrutta le biforcazioni dei rami per preparare il nido, che raggiunge i 150 cm di diametro e ospita da 1 a 5 uova che vengono covate per 36-40 giorni dalla femmina che, una volta avvenuta la schiusa, tenderà a tenere al coperto delle ali i pulcini ancora per una decina di giorni. In questo periodo è il maschio a cacciare per tutti. Dopo 40 giorni avviene l’involo dei piccoli che verranno nutriti dai genitori ancora per un mese.

La nutrizione
L’astore è un cacciatore agile e potente, soprattutto nelle zone boscose. La sua tecnica di caccia è all’agguato: si apposta in posizione sopraelevata, nascosto dagli alberi e dai cespugli. Quando vede una preda muoversi ,si avvicina volando radente a terra per restare il più nascosto possibile e attacca. Insegue uccelli e piccoli mammiferi con velocità sorprendente grazie ad un volo fatto da pochi, ma potenti battiti d’ala, seguiti da lunghe planate. Si muove agile tra gli alberi usando la coda come timone e si fionda sulla preda, infilzandola con gli artigli del primo e del secondo dito. Il pasto viene poi consumato a terra o su bassi rami. Durante la nidificazione le carcasse vengono portate nel nido.

Scheda zoologica
Classe: Aves
Ordine: Accipitriformes
Famiglia: Accipitridae