Biodiversità e natura: cosa fa la Vogelwarte?

Complice la bella stagione ormai entrata nel vivo e i lunghi mesi di reclusione casalinga, la voglia di stare all’aria aperta è più forte che mai. Quale occasione migliore, dunque, per escursioni alla scoperta della natura? L’ambiente che ci circonda è il risultato di una continua interazione tra diversi attori e spesso i bisogni dell’umana società si trovano in contrasto con i delicati equilibri che governano habitat e biocenosi. Tra i protagonisti più amati, e anche più toccati dalla massiccia urbanizzazione, troviamo gli uccelli. Grande è l’interesse verso le numerose specie presenti sul nostro territorio e sempre maggiore l’attenzione nei loro confronti. Con Arno Schneider, responsabile Antenna ticinese della Stazione ornitologica svizzera, abbiamo fatto una chiacchierata a tutto campo per tracciare un bilancio della situazione attuale dell’avifauna svizzera e per ricevere qualche spunto per migliorare ancora di più la nostra interazione con il mondo naturale, basando i reciproci rapporti sulla conoscenza, la comprensione e il rispetto.
Signor Schneider, Vogelwarte, la Stazione ornitologica svizzera, con sede principale a Sempach nei pressi di Lucerna e 3 antenne regionali tra cui quella ticinese a Contone, è una fondazione privata d’interesse pubblico che si occupa dello studio e della protezione degli uccelli selvatici dal 1924. In questi quasi cento anni di storia quali sono stati gli obiettivi raggiunti più importanti e quali per il prossimo futuro a livello nazionale e cantonale?
La Stazione ornitologica si è sviluppata da «un’impresa» di una singola persona - che studiava gli uccelli nel suo tempo libero, l’ornitologo Alfred Schifferli - a una fondazione (dal 1954). Nel 2021 Vogelwarte impiega 140 persone, distribuite su 100 posizioni al 100%, oltre a 2.000 collaboratrici e collaboratori volontari. La Stazione lavora su 4 sedi: quella centrale a Sempach e quelle staccate, le cosiddette antenne, in Vallese, Ticino e nei Grigioni. Vogelwarte ha organizzato e pubblicato 4 atlanti nazionali (Atlante degli uccelli nidificanti in Svizzera), il più recente è un libro di riferimento (ca. 650 pagine e quasi 4 chili!) che descrive la situazione ovvero lo stato di salute degli uccelli in Svizzera e con ciò anche quello della natura in generale; l’atlante viene pubblicato ogni 20 anni. Inoltre ha sviluppato e contribuito all’affermazione dello Swiss Bird Index SBI® come indicatore per la situazione della biodiversità in Svizzera. Questo indice, calcolato annualmente per le specie nidificanti in Svizzera, mostra il trend delle popolazioni nel corso degli anni. Non da ultimo, Vogelwarte ha sviluppato con IP Suisse un sistema «a punti» in base al quale i contadini mettono in atto delle misure proposte dalla Stazione ornitologica svizzera.

In Svizzera, su un territorio di poco più di 41.000 Km quadrati, vivono oltre 8mio e 600mila persone. Nel 1950, sul medesimo territorio, vivevano poco più di 4mio e 500mila abitanti. Negli ultimi 70 anni, assistiamo perciò quasi ad un raddoppio delle persone, con conseguente antropizzazione del territorio. Quali sono le problematiche per l’avifauna?
Oltre ai numeri citati per la Svizzera, la presenza massiccia dell’uomo su questa terra sta effetivamente causando dei seri problemi alla maggior parte dell’avifauna e non solo. Il vero problema è l’aumento delle nostre esigenze che porta a uno sfruttamento del territorio sempre maggiore. Mi riferisco sia all’intensificazione dell’agricoltura sia alla continua cementificazione, con la conseguente perdita di habitat idonei per tante specie.
Quali sono le attività svolte presso l’Antenna ticinese di Contone?
Dall’Antenna ticinese organizziamo e coordiniamo i nostri progetti di monitoraggio e di conservazione nella Svizzera italiana. In particolare stiamo portando avanti dei monitoraggi per il Passero solitario, per la Passera d’Italia e per la Cutrettola. Per quanto riguarda la conservazione siamo impegnati da anni per lo Stiaccino e per gli uccelli nidificanti nei prati e nei pascoli. Offriamo anche un servizio d’informazione per il grande pubblico ([email protected]; 091 840 12 91) e abbiamo materiale d’informazione in lingua italiana della Stazione ornitologica (opuscoli, brochure, ecc.) e una piccola biblioteca con una scelta tra i testi più importanti sull’ornitologia; lavoriamo con partner locali quali BirdLife, Ficedula, il Museo cantonale di storia naturale di Lugano, gli uffici cantonali, ecc. I progetti internazionali sono, invece, coordinati da Sempach, sia per la ricerca scientifica sia di «citizen science» come ad es. il progetto dell’EBBA2 (l’Altante degli uccelli nidificanti in Europa).
Che comportamenti adottare nella vita quotidiana per favorire una giusta ed equilibrata coesistenza con l’avifauna selvatica? È vero che non va mai bene dare briciole di pane agli uccelli acquatici (cigni, anatre) né lasciare a disposizione il cibo nelle mangiatoie (semi e/o palline di grasso) durante la bella stagione?
Ogni persona può dare un contributo. Ad esempio se abbiamo un giardino, dovremmo gestirlo in modo naturale, piantare cespugli indigeni. Inoltre durante gli acquisti bisognerebbe prediligere prodotti naturali, realizzati in modo responsabile e nel rispetto dell’ambiente e degli animali. In questo modo, infatti, si sostengono anche i contadini locali. Per quanto riguarda i due comportamenti citati, è corretto fornire un’alimentazione adeguata ai passeracei, ma solo in periodi di carenza di nutrimento, mentre il foraggiamento degli uccelli acquatici non è praticamente mai necessario poiché essi trovano sempre cibo a sufficienza. Inoltre un’alimentazione basata solo su pane può portare problemi di digestione. La Stazione ornitologica ha elaborato, infine, un piano in 11 punti, basandosi sui risultati dell’ultimo «Atlante degli uccelli nidificanti in Svizzera», che indica le azioni prioritarie da fare e i comportamenti corretti da mantenere (il pdf è scaricabile qui).

Di recente abbiamo visitato il Centro Visitatori di Sempach, trovando un’esposizione interessante, ricca, interattiva e curiosa, pensata come un viaggio dalla nascita (le uova) fino alla migrazione, nel caso degli uccelli stagionali. A quando risale questo allestimento?
I lavori per il nuovo centro visite sono cominciati nell’agosto 2013 mentre l’inaugurazione è avvenuta nel maggio 2015. Le varie postazioni interattive sono disponibili, per la maggior parte, anche in lingua italiana e presentano la biologia, l’etologia e le caratteristiche dell’avifauna. Abbiamo inoltre anche istallazioni più curiose, come il «mosaico di piume», un quadro realizzato con ben 4.357 piume vere e che ha richiesto diversi giorni per venir completato.
Signor Schneider, un’ultima domanda: in tanti anni di attività della Vogelwarte, le è rimasto impresso un qualche aneddoto o curiosità che vuole condividere con noi?
In tanti anni abbiamo collezionato molte situazioni ed esperienze particolari. Mi viene in mente un aneddoto carino basato su di un’incomprensione linguistica. Una volta un presentatore delle previsioni del tempo della SRF, di nome «Kleiber» (in tedesco la parola è anche il nome del Picchio muratore), ha chiamato la Stazione ornitologica per chiedere informazioni su come gestire le mangiatoie d’inverno. La sera, durante la trasmissione televisiva, ha poi raccontato agli spettatori quali uccelli mangiano quale cibo, concludendo che «il picchio muratore» mangia volentieri la torta al cioccolato, riferendosi quindi non alla specie di uccello, ma a se stesso. Tutti quelli che hanno capito la battuta gli hanno mandato delle torte di cioccolato. Tanti altri, invece, hanno chiamato il giorno dopo la Stazione ornitologica per sapere se è vero che il Picchio muratore mangi la torta al cioccolato....
Un lavoro fatto di passione, studio, fatica e amore per la natura si nasconde dunque dietro alla Stazione ornitologica svizzera. Grazie all’attività di sensibilizzazione svolta dalle antenne regionali e dal Centro visite di Sempach - ottima meta per una gita giornaliera con tutta la famiglia - sempre più persone adattano i propri comportamenti anche in funzione delle imprescindibili esigenze delle altre specie che, oltre alla nostra, si trovano a vivere sul pianeta terra. E, chissà, magari le nostre passeggiate saranno sempre di più con «il naso all’insù» alla scoperta dei meravigliosi abitanti dei nostri cieli.