Specie dell’anno

BirdLife Svizzera designa l’Allodola

Questa specie può essere designata come ambasciatrice della necessità di un urgente riorientamento della politica agricola a livello nazionale.
Questa specie può essere designata come ambasciatrice della necessità di un urgente riorientamento della politica agricola a livello nazionale. (©Vincent Legrand)
Red. Online
25.11.2021 09:52

Per secoli l’Allodola, abitante caratteristica dei paesaggi agricoli aperti, ha ravvivato le nostre campagne con il suo vivace canto. Da diversi decenni, tuttavia, è gravemente minacciata dalla progressiva industrializzazione dell’agricoltura ed è diventata sempre meno comune. Come molte altre specie in pericolo delle zone agricole l’Allodola può essere designata come ambasciatrice della necessità di un urgente riorientamento della politica agricola a livello nazionale. BirdLife Svizzera ha quindi scelto questa specie come uccello dell’anno 2022. L’allodola è uno dei migliori e più resistenti canterini tra quelli appartenenti alla nostra avifauna. In primavera, svolazza sui campi e sui prati per molti minuti consecutivi, deliziandoci con il suo canto quasi ininterrotto. Con le loro strofe giubilanti, i maschi cercano di conquistare una femmina. Già Shakespeare conosceva le capacità canore dell’Allodola, tanto da celebrarla nelle sue opere: «Era l’Allodola, messaggera del mattino, non l’Usignolo» dice Romeo a Giulietta.

Velocità record nella nidificazione
L’Allodola nidifica a terra, nei prati e nei campi. Già in aprile, le femmine più precoci depongono da quattro a cinque uova, che si schiudono dopo circa 12 giorni. I giovani abbandonano poi il nido dopo altri 7-12 giorni: un tempo brevissimo che costituisce un record tra i nostri Passeriformi. Purtroppo, nemmeno questo straordinario adattamento alla gestione dei suoli agricoli è più sufficiente per una nidificazione di successo. L’Allodola non trova più né un luogo sicuro per nidificare né insetti e aracnidi sufficienti come cibo. Oggi, infatti i prati sono troppo concimati e falciati fino a sette volte all’anno, con la conseguenza che solo poche piante da fiore e pochi insetti possono sopravvivere. Inoltre, crescono in modo così uniforme e denso che per l’Allodola non rimane spazio tra gli steli per poter costruire il nido. Di conseguenza, questa specie è quasi scomparsa dai prati dell’Altipiano Centrale, ed è sempre più minacciata anche nelle Alpi. Anche in Ticino sono totalmente scomparse le popolazioni che una volta nidificavano in pianura e rimangono solo quelle in altitudine. L’Allodola sopravvive con alcune popolazioni residue solo in aree con un’alta percentuale di prati non fertilizzati e falciati tardivamente, sotto forma di superfici per la promozione della biodiversità o aree protette.

Situazione drammatica
Anche nei campi coltivati la situazione per questa virtuosa del canto è peggiorata drammaticamente negli ultimi decenni. Pure qui il cibo è scarso; i pesticidi stanno uccidendo gli insetti, mentre i margini dei campi come rifugi e la vegetazione avventizia ricca di fonte di cibo per gli insetti sono ormai rari in molti luoghi. Il risultato è che, anche negli ultimi bastioni, la specie è in declino: solo negli ultimi 30 anni, la popolazione in Svizzera si è ridotta di quasi la metà. In molti luoghi dell’Altipiano centrale il declino è ancora più catastrofico: nel Canton Zurigo, ad esempio, ammonta a più del 90% (1977: 2900 territori; 2017: 235 territori. Fonte: Avimonitoring Kanton Zürich). A causa di questi drammatici sviluppi l’uccello, una volta comune, compare per la prima volta sulla nuova Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Svizzera (di prossima pubblicazione), nella categoria «vulnerabile».

Incentivi sbagliati nella politica agricola
Nonostante in Svizzera vi siano su piccola scala alcuni singoli progetti in cui BirdLife Svizzera e i suoi partner hanno ottenuto, con grandi sforzi, qualche successo nella protezione dell’Allodola, su larga scala queste misure non sono sufficienti per fermare il drammatico declino della specie e invertire la tendenza negativa. La politica agricola nel suo insieme deve cambiare, per sostenere meglio gli agricoltori che lavorano con la natura piuttosto che contro di essa. «Solo attraverso i giusti incentivi di una politica agricola orientata all’ecologia, è possibile conservare a lungo termine l’Allodola e molte altre specie un tempo comuni dei nostri paesaggi agricoli», dice Raffael Ayé, direttore di BirdLife Svizzera. Se continuiamo a sovrafertilizzare i terreni e a dare loro troppe poche opportunità di rigenerarsi, non solo la produzione di derrate alimentari finirà per crollare, ma anche l’Allodola non sopravvivrà. «Per una produzione alimentare sostenibile, abbiamo bisogno di un ecosistema sano con terreni incolti dove i suoli e la biodiversità possano recuperare, e con prati che non siano eccessivamente fertilizzati con innumerevoli tonnellate di mangime proveniente dall’estero sotto forma di letame», dice Raffael Ayé. Solo in questo modo l’agricoltura sostenibile può avere successo, e solo in questo modo possiamo garantire la sopravvivenza a lungo termine del canto dell’Allodola.