C'è uno zampino ticinese a Pisa

L'Atra ha firmato la liberazione delle 70 gatte-cavia
Red. Online
03.03.2010 07:19

Hanno fatto notizia in Italia e nel mondo. Sono 70 gatte che, venerdì scorso, sono tornate libere dopo anni di sperimentazioni effettuate all?Università di Pisa per testare l?efficacia di vaccini contro la Fiv, una malattia indotta da un virus simile a quello che provoca l?Aids nell?uomo. «La Lav  - ci spiega il dott. Massimo Tettamanti, consulente scientifico dell'Atra - si è fatta carico delle spese per la riabilitazione, mentre il Rifugio Mille Vite di Zeme le sta ospitando».

Lui, il dott. Tettamanti, per sei anni è invece stato attivo sul fronte delle trattative per la liberazione di queste mice con l'Università di Pisa. L'ha fatto per conto dell'Atra (Associazione Associazione svizzera per l?abolizione della vivisezione) che da una decina d'anni svolge il ruolo di consulente per Governi, Centri di ricerca e, appunto, Università. Vuol dire, gli abbiamo chiesto, che senza sperimentazioni i gatti continueranno ad ammalarsi di Fiv e non potranno essere curati? «Vuol dire che i gatti non saranno più sottoposti a sperimentazioni in situazioni che – è il caso dello stare chiuso in gabbia – alterano le loro reazioni fisiche e vanificano l?attendibilità dei risultati».

Che ne sarà, ora delle mice? «Adesso sono in riabilitazione. Non dimentichiamoci che le sperimentazioni prevedevano che le mice fossero infettate con il virus della Fiv. Tra sei mesi, però, le mice potranno essere adottate. Un gatto Fiv, lo ricordo, è sì un gatto malato, ma è un gatto che può condurre una vita normale».