Disturbi

Deficit di attenzione: colpiti anche i cani

Uno studio finlandese ha scoperto che il disturbo può manifestarsi anche al di fuori dell’uomo.
Uno studio finlandese ha scoperto che il disturbo può manifestarsi anche al di fuori dell’uomo.
Red. Online
06.12.2021 18:00

Iperattività, irrequietezza, disobbedienza, impazienza, scarsa capacità di concentrazione: sono i sintomi principali della cosiddetta sindrome ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), ovvero il disturbo da deficit di attenzione e iperattività diffuso tanto tra le persone quanto tra i cani. Finora si è pensato che questi comportamenti fossero legati solo alla personalità e al carattere dell’animale, ma uno studio condotto da un team di esperti finlandesi e pubblicato sulla rivista accademica Translational Psychiatry ha evidenziato la possibilità di individuare il disturbo ADHD anche negli amici a quattro zampe.

Il metodo
La ricerca ha coinvolto migliaia di cuccioli provenienti da tutto il mondo e ha portato gli studiosi a formulare una serie di conclusioni per certi versi inaspettate. Lo studio si è svolto in maniera analoga alle ricerche condotte sugli umani. È stato chiesto ai padroni di 11 mila cani di indicare, tramite un classico questionario, l’eventuale presenza nel proprio cucciolo di una serie di comportamenti associati al disturbo da deficit di attenzione, tra i quali appunto l’irrequietezza e l’iperattività, ma anche sintomi più consistenti come i comportamenti ossessivi. Confrontando i dati, poi, gli studiosi hanno formulato le proprie conclusioni.

I risultati
La prima sorpresa emersa dallo studio, come anticipato, riguarda la possibilità di individuare la sindrome del deficit di attenzione al di fuori della specie umana. Non sono solo gli esseri umani, e in particolare i bambini, ad essere colpiti da questo disturbo, ma anche i loro animali da compagnia. Inoltre, sembra che gli stessi fattori che generano il disturbo nelle persone siano anche quelli responsabili della sindrome ADHD nei cani, con la differenza che negli animali la propensione a sviluppare il deficit dipende anche dalla razza di appartenenza. Pare infatti che i cosiddetti cani da lavoro (tra cui rientrano ad esempio il pastore tedesco e il collie) siano i più portati a manifestare sintomi come l’iperattività o la scarsa concentrazione, mentre quelli che vengono chiamati «toy dog» (come il chihuahua o il barboncino) abbiano bassissime possibilità di svilupparli e siano generalmente più tranquilli. Un’ulteriore considerazione avanzata dal team di lavoro riguarda l’identikit dei cani maggiormente soggetti a questa condizione: in particolare, è emerso che l’Attention Deficit Hyperactivity Disorder si manifesta con più probabilità nei cani maschi e giovani. Non sorprende che ad influenzare la condizione psicologica dell’animale sia anche la quantità di tempo che trascorre in solitudine fin da cucciolo: la probabilità di sviluppare il disturbo cresce all’aumentare delle ore che i cani trascorrono da soli quotidianamente.