È mattanza degli squali a Sharm

Si uccide il Mar Rosso per non uccidere il turismo
Matilde Casasopra
19.12.2010 11:49

La balneabilità è stata ripristinata. Gli sport acquatici, però, restano per il momento vietati e la sera, mentre i turisti sono impegnati a divertirsi, dalle spiagge di Sharm el Sheik si staccano piccoli pescherecci con un unico obiettivo: uccidere il maggior numero di squali possibile.

È questo il metodo che le autorità del Sud del Sinai hanno escogitato per evitare che gli attacchi anomali sferrati da alcuni squali negli scorsi giorni a Sharm el Sheik (vd suggeriti) possano mettere ulteriormente a repentaglio la stagione turistica che, nel periodo Natale-Capodanno, conosce il picco massimo. E non importa se così facendo viene violata la legge egiziana che dal 2006 proibisce l'uccisione e il commercio di squali. Non importa neppure se così facendo - come fa notare l'Hurghada Environmental Protection and Conservation Association (HEPCA) - si perpetra l'ennesimo attacco a un ecosistema - quello del Mar Rosso - già gravemente compromesso. Uccidere lo squalo cattivo, poter annunciare al mondo che nel Mar Rosso non ci sono più squali che, "stupidamente", non riescono a distinguere gli umani dai resti di pesce che vengono loro serviti per far sì che i turisti li possano "vedere da vicino", è l'obiettivo.

Stando a quanto riferisce Ahram (vd link), il principale quotidiano del Cairo, la polemica sta montando. Gli ambienti ecologisti egiziani e internazionali hanno già lanciato una petizione in difesa degli squali del Mar Rosso (la trovate a lato). "Cancellare la popolazione degli squali del Mar Rosso - osserva l'HEPCA - è la risposta peggiore si possa dare a un fenomeno non ancora compiutamente spiegato, ma al quale sicuramente l'uomo non è estraneo". Istituto marino e oceanografico di Alessandria e Autorità del Parco marino nazionale di Ras Mohammed sono invitate ad intervenire con urgenza. 

E... in attesa degli interventi del Governo, ma soprattutto dei turisti, la mattanza continua.