Con il naso all’insù

E smettila di fare l’allocco!

L’origine di questo modo di dire non rende giustizia ad un animale intelligente e meraviglioso
Giovane esemplare di allocco.
Martina Ravioli
23.11.2020 08:40

Secondo una leggenda l’allocco può venir catturato improvvisando una danza che imita scherzosamente i suoi movimenti: la “danza dell’allocco” per l’appunto. Da ciò deriverebbe l’espressione “non fare l’allocco” ad indicare una persona che si comporta scioccamente. Secondo altre fonti sarebbe l’espressione apparentemente tontolona di questo rapace, l’origine di questo ingiusto detto.

L’allocco è molto longevo, supera i 22 anni di vita, e attualmente non è minacciato di estinzione. Negli ultimi anni è però emersa l’evidenza scientifica di una correlazione tra l’impiego di rodenticidi anticoagulanti, dei principi attivi usati nei pesticidi e per tenere sotto controllo in ambito urbano le popolazioni di ratti, e l’avvelenamento degli strigiformi, tra cui quindi anche di questa specie, a causa della catena alimentare.

Le caratteristiche
L’allocco è un rapace notturno di medie dimensioni: la lunghezza si aggira attorno ai 40 cm e l’apertura alare è di circa un metro. La femmina, di circa 500 grammi, è un po’ più grande e pesante del maschio, la cui stazza si colloca tra i 330 e i 450 grammi. Il colore dominante del piumaggio è il grigio, ma talvolta può virare verso tonalità rossicce. In ogni caso tutto il corpo è macchiettato. La testa è grande e rotonda e negli adulti è evidente il disco facciale circolare in cui spiccano i due grandi occhi scuri. Le zampe sono corte e ricoperte di piume e il becco è a uncino.
Qui è possibile sentire il richiamo dello Strix aluco, composto da una sequenza di suoni striduli e malinconici al contempo.

L’ambiente
Lo Strix aluco, con una presenza stimata in 6.000-8.000 coppie, è il rapace notturno più diffuso in Svizzera e vive sia nei boschi che nelle zone verdi urbane. Questa specie, sedentaria e presente dunque durante tutto l’anno, è fortemente territoriale e le coppie occupano anno dopo anno gli stessi territori. Gli habitat prediletti sono i boschi di latifoglie con presenza di ampie radure. Sovente capita di trovare popolazioni di allocco fin verso i 1.500-1.700 metri di altitudine, adattatesi a vivere in boschi a prevalenza di larice.

La riproduzione
La nidificazione avviene di preferenza a quote collinari, 500 metri di altitudine, ma un consistente numero di coppie si spinge fin verso i 1.000 metri. Oltre questa quota il numero di coppie presenti si riduce drasticamente. Il nido sfrutta cavità naturali nei tronchi d’albero e affranti artificiali in ruderi abbandonati. Talvolta l’allocco si appropria dei nidi di altri uccelli o addirittura dei nidi degli scoiattoli. Le coppie, monogame e sempre uguali di stagione in stagione, iniziano i rituali di corteggiamento già durante l’inverno, ma le bianche uova, da 3 a 6, vengono deposte solamente tra febbraio e aprile. La cova è compito esclusivo della femmina e la schiusa si ha nel giro di una trentina di giorni. I piccoli imparano a volare ad un mese dalla nascita, ma rimangono con gli adulti fino all’autunno. Durante il periodo riproduttivo, l’allocco è sempre vigile e difende attivamente il territorio.

La nutrizione
Questo rapace caccia di notte e la tecnica prevalente è all’agguato. Da un punto sopraelevato parte in picchiata quando scorge una preda: arvicole, topolini, roditori, giovani esemplari di coniglio, uccellini, anfibi e talvolta coleotteri.

Scheda zoologica
Classe: Aves
Ordine: Strigiformes
Famiglia: Strigidae