Gli Ibis eremita muoiono in Italia

Il direttore del progetto Waldrappteam punta l'indice contro la caccia illegale
Beatrice Jann
29.12.2011 07:19

?Prima spara, poi fai domande? o, più semplicemente: ?Spara a tutto quello che vola?. Dev?essere stato questo il motto di colui - o di coloro - che, nei pressi dell?Aquila, ha impallinato due rarissimi esemplari di Ibis eremita. Questa specie, di cui abbiamo già avuto modo di parlare (vd suggeriti), è talmente rara che sono più numerosi gli individui che vivono in cattività di quelli che sono ancora liberi. Così, sebbene la procreazione all?interno di parchi e giardini zoologici sia riuscita, il problema di questi uccelli continua a risiedere nel fatto che loro - gli Ibis eremita - sono uccelli migratori e devono imparare, durante il primo viaggio, la rotta e la posizione delle migliori stazioni di sosta (ormai sempre più rare nel nostro paesaggio antropizzato) da un individuo esperto.

Proprio per questo dal 2002 un gruppo di ricercatori austriaci si impegna, nell?ambito del Progetto Waldrappteam, a fare da ?genitore adottivo? a dei pulcini di Ibis eremita, a cui poi insegnerà, volando a bordo di ultraleggeri, la via verso sud (più precisamente per l?Oasi di Orbetello del WWF). Qui gli Ibis eremita - sorvegliati a distanza - restano solitamente fino al loro ritorno in Austria, alla stazione di ricerca Konrad Lorenz di Grünau dove il gruppo di ricerca ha la sua sede e dove vive una colonia di 50 Ibis. Ma... se tutto funziona in questo modo, com'è potuto accadere che due Ibis eremita siano stati uccisi? Ebbene, bisogna sapere che quest?anno anche quattro uccelli di quella che viene considerata un ?colonia stanziale? si sono messi in rotta per conto loro. Proprio due di questi uccelli ?non accompagnati? sono stati ritrovati morti vicino all?Aquila.  Il problema, come ci racconta Johannes Fritz, direttore del progetto Waldrappteam, non concerne però unicamente gli Ibis "non accompagnati". ?Durante la migrazione di quest?autunno abbiamo perso ben 10 individui in territorio italiano - racconta il direttore - e temiamo che siano stati abbattuti dai cacciatori. Devo ammettere che, fin dall?inizio, la maggior causa di mortalità per gli uccelli del nostro progetto è la caccia illegale in Italia?. Intanto i volontari sono riusciti a catturare i due Ibis sopravvissuti, che hanno così potuto raggiungere i loro compagni nell?Oasi WWF di Orbetello.