"Ho incontrato lo squalo di Sharm"

"Tempesta perfetta". Così Claudio di Manao, il nostro scrittore di mare, aveva definito e spiegato (vd suggerito) i fatti di Sharm el Sheikh del dicembre 2010, quelli nei quali uno squalo longimanus, un pinna bianca oceanico, aveva aggredito e ucciso una turista tedesca. Si disse, nei giorni seguenti, che lo squalo fu ucciso (a dire la verità ne fu ucciso più di uno). Gli albergatori di Sharm, per anni dediti alla pratica dello shark-feeding (ovvero gettare in mare sangue e pesci morti così da permettere incontri ravvicinati con gli squali), si sono nel frattempo dotati di reti anti squalo e sull'intera vicenda è calato il silenzio.
C'è però chi, con quello squalo, ha nuotato. È Federico Mana, Istruttore di yoga e d?apnea (vd video), un uomo che Mare lo scrive sempre con la maiuscola iniziale e che, nel Mare, è sceso oltre i 100 metri senza bombole d'ossigeno. Uno dei campioni mondiali d'apnea, campo nel quale ha battuto parecchi record. Di Manao l'ha incontrato e, sul CdT in edicola, ci racconta di sè e di quello squalo. «Ho sempre cercato di contestualizzare l?accaduto, cercando di comprendere perché un animale viene portato ad aggredire. Fatte le mie considerazioni ho pensato che la situazione fosse meno rischiosa di quanto annunciato dai media: infatti poco dopo ho organizzato un soggiorno con i miei figli a Sharm e (....)».