I delfini hanno la carta d'identità

Gli umani del Ventunesimo secolo si sono dotati di una firma elettronica. I delfini, meglio sarebbe dire i tursiopi, dal canto loro hanno, da sempre, una "firma vocale". La scoperta è stata resa nota, un paio di giorni fa, dalla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B (vd link) ed è ascrivibile a due ricercatori della St. Andrews University in Scozia - il dr. Vincent Janik e il dr. Nicola Quick - che, nell'ambito degli studi che si stanno svolgendo per decifrare il linguaggio dei delfini (vd suggeriti), hanno deciso di non limitarsi ai conversari che si svolgono negli acquari, ma si sono dati la pena di spingersi in mare aperto potendo così ascoltare i suoni emessi dai delfini nel loro ambiente naturale marino, dove vivono in gruppi di diverse decine di individui e dove le relazioni sono molto più complesse che in un acquario.
I due ricercatori hanno così scoperto che quando un esemplare incontra un altro delfino emette una sorta di «firma vocale» - utilizzata quasi per salutarsi - che consente agli animali di riconoscersi tra loro. Questo saluto avviene attraverso un fischio che peraltro non costituisce l'unico metodo di comunicazione di questi affascinanti mammiferi (vd suggeriti). Altri metodi sono infatti la produzione di piccole onde e l'emissione di suoni sordi. Inutile negare che le osservazioni in mare aperto presentano grosse difficoltà. I suoni infatti vengono deformati col variare di determinati parametri - la salinità, la pressione, la profondità, la distanza tra chi li emette e chi li ascolta - e inoltre, a seconda che ci si allontani o ci si avvicini, fanno notare nello studio Janik e Quick (vd pdf) i fischi perdono alcune delle loro componenti. Non si può escludere pertanto che, più del fischio in sé, contino come elemento significante le «frequenze dominanti», che verrebbero emesse e percepite come una sorta di alfabeto Morse.