Il fascino discreto della siberiana

Le tigri dell'Estremo Oriente russo diminuite del 40%
AtseAnsa
27.11.2009 07:19

I media di tutto il mondo, nelle ultime settimane, hanno riferito delle gesta di Vladimir Putin: che salva i giornalisti dalla tigre siberiana (sparandole un proiettile narcotizzante); che adotta la tigre siberiana; che cerca l'ormai "sua" tigre siberiana che - pare - ha preferito le lande gelate della Siberia al lusso e all'affetto (?) di uno degli uomini più potenti della terra. Pochi, per contro, i media che hanno dato voce all'ultimo rapporto sulle tigri siberiane che popolano l'Estremo Oriente russo tra il lago Baikal e l'Oceano Pacifico. Queste tigri, già a rischio d'estinzione, si sono dimezzate negli ultimi 10 anni a causa della caccia di frodo e della progressiva distruzione del loro habitat naturale.

A lanciare l'allarme è la Wildlife Conservation Society (Wcs) che ha annunciato i dati contenuti nel rapporto del 'Programma annuale di monitoraggio demografico delle tigri siberiane' coordinato dal governo russo. Tale monitoraggio ha evidenziato una diminuzione del numero di tigri di addirittura il 40% in una vasta area siberiana di 23.000 chilometri quadrati. Il numero complessivo degli esemplari superstiti, nella regione monitorata, è, secondo il rapporto, «di soli 56 felini».

Gli autori del rapporto precisano che le precipitazioni nevose abbondanti dell'inverno 2009 potrebbero avere disperso alcune tigri, costringendole a 'sfuggire' alla zona monitorata e rendendole meno individuabili, e 'censibili'. Ma i dati dell'indagine restano comunque preoccupanti e «richiedono un intervento immediato da parte delle autorità governative russe» spiega - sul sito del Wcs - John Robinson, vicepresidente dell'organizzazione ambientalista.