La notte in Ticino? Regno dei pipistrelli

Pipistrelli: tanto affascinanti quanto, a prima vista, misteriosi. In Ticino vivono ben 23 diverse specie di chirotteri e molte di queste sono iscritte nella Lista Rossa poiché a rischio estinzione. Complici le lunghe e tiepide sere di questo periodo dell’anno, capita frequentemente di osservarne il rapido volo all’imbrunire. Con Marzia Mattei-Roesli, Responsabile del Centro protezione chirotteri Ticino, ci siamo addentrati in questo mondo crepuscolare fatto di animali dalla biologia unica, di sensibilità ambientale, di crescente curiosità e di qualche infondata credenza che è bene superare per comprendere, e magari amare, gli unici mammiferi volanti esistenti.

Signora Mattei-Roesli, il Centro protezione chirotteri Ticino è attivo dal 1989 e si occupa di proteggere e studiare i pipistrelli in Ticino, oltre ad opere di divulgazione e comunicazione scientifica. In più di 30 anni di attività quali obiettivi sono stati raggiunti e quali sono, invece, gli impegni per il futuro?
In generale l’immagine del pipistrelli è migliorata e vi è maggior sensibilità sul tema. Grazie all’«Inventario cantonale dei rifugi di pipistrelli in edifici pubblici» la protezione dei rifugi è ben consolidata e solo raramente vengono perse colonie in seguito a lavori di restauro. Nonostante ciò, la maggior parte delle specie di pipistrelli è ancora minacciata e alcune popolazioni sono in calo anche, e soprattutto, a causa di un continuo peggioramento degli ambienti di caccia: perdita di strutture, diminuzione degli insetti, inquinamento luminoso. Negli ultimi anni oltre che sui rifugi la protezione si sta quindi maggiormente focalizzando sugli ambienti di caccia. Sono dunque stati avviati numerosi progetti in questo senso. Ad esempio, il «Progetto corridoi di volo» consiste nell’individuare i corridoi di volo potenziali utilizzati dai pipistrelli per recarsi dai rifugi di riproduzione agli ambienti di caccia. Il progetto si concentra su una ventina di rifugi di Orecchione alpino, Orecchione comune, Vespertilio smarginato e Vespertilio maggiore, specie che si rifugiano sovente all’interno di edifici pubblici e i cui spostamenti sono particolarmente legati alla presenza di strutture vegetali quali siepi, margini di bosco, filari di alberi ecc. e corridoi non illuminati. Si lavora quindi sulle strutture e sull’illuminazione. In collaborazione con la Sezione forestale stiamo portando avanti numerosi progetti di valorizzazione forestale per esempio creando micro-radure in bosco.
Come descriverebbe la situazione attuale dei chirotteri nella nostra regione? Quali le maggiori criticità? Cosa succederebbe se si assistesse alla loro scomparsa?
In Ticino vivono poche specie comuni e molte specie estremamente rare. Se facciamo un rilievo bioacustico in cui registriamo tutti i pipistrelli che passano da un determinato punto in una notte, in media oltre il 90% sono Pipistrello nano e Pipistrello albolimbato, le specie che si osservano più di frequente sotto i lampioni. All’altro estremo abbiamo specie molto rare. Per esempio Vespertilio minore che è presente in Ticino con meno di 50 individui. I principali fattori di minaccia sono: scomparsa e degrado degli ambienti di caccia e degli elementi di struttura del territorio (siepi, margini boschivi, filari di alberi), inquinamento luminoso, insetticidi e prodotti chimici tossici, distruzione di rifugi, predazione da parte dei gatti domestici. Un pipistrello in una notte mangia fino a metà del suo peso, si calcola che una colonia di medie dimensioni di Pipistrello nano in un’estate mangia 15kg di insetti. I pipistrelli sono predatori e come tutti i predatori hanno un ruolo importante nel mantenimento degli equilibri ecologici.
Pipistrelli sempre più amati, ma ancora temuti da alcuni. Sono davvero pericolosi?
Sono animali selvatici innocui che non amano interagire con noi umani. Di giorno stanno rintanati in una fessura o uno spazio spesso irraggiungibile, di notte vanno a caccia di insetti nei nostri cieli. Per loro natura evitano quindi ogni contatto con noi. Vanno trattati con il giusto rispetto.
Il timore suscitato dai chirotteri è dovuto, almeno in parte, alle loro curiose abitudini: dormire a testa in giù, cacciare di notte, volare apparentemente a scatti e a zig-zag, nutrirsi di sangue (anche se, lo ricordiamo, nessun pipistrello in Svizzera è ematofago), avere delle ali nere. Oltre ad alcune credenze senza fondamento come ad esempio che i pipistrelli si attaccherebbero ai capelli. Può descriverci brevemente la vita e la biologia di questi particolari animali?
In Ticino ci sono 23 specie di pipistrelli, ognuna con la sua ecologia. Generalizzando possiamo riassumere così il loro ciclo vitale. In estate le femmine si raggruppano in cosiddetti rifugi di riproduzione all’interno dei quali mettono al mondo i loro piccoli, un solo piccolo per femmina per anno. I maschi trascorrono la bella stagione standosene solitari. Le colonie hanno uno scopo di termoregolazione: quando le femmine vanno a caccia lasciano i piccoli nel rifugio; questi, raggruppandosi, possono tenersi caldi l’un l’altro. Tipici rifugi di riproduzione sono cassonetti delle tapparelle, bordi in metallo dei tetti piatti, solai, sottotetti, alberi cavi. In autunno si ha la stagione degli amori e accoppiamento. I maschi di alcune specie si esibiscono in voli nuziali e prestazioni canore per attirare le femmine. In inverno, invece, si assiste al letargo, spesso in grotte o fessure rocciose e a volte anche presso edifici. Per compensare il basso tasso di riproduzione, con un solo piccolo per femmina all’anno, i pipistrelli sono molto longevi, in media 4-5 anni ma sono anche noti numerosi casi di oltre 30 anni.

Spesso si sente dire che i pipistrelli sono dei formidabili alleati contro le zanzare: è vero? Può essere utile istallare le famose bat-box?
I nostri pipistrelli si nutrono esclusivamente di insetti, ogni specie ha le sue preferenze spesso dettate dalle sue dimensioni. La gamma di preda va dunque dagli afidi ai maggiolini. Poiché molte specie di pipistrelli sono piuttosto piccole le zanzare fanno parte del regime alimentare di molte. Meglio che installare le bat-box sarebbe conservare i loro rifugi naturali. Infatti soprattutto durante la fase di allevamento dei piccoli i pipistrelli hanno delle esigenze microclimatiche ben precise che non sempre le bat-box arrivano a soddisfare. Se però qualcuno non ospita un rifugio presso la sua abitazione e desidera tentare di attirare e favorire i pipistrelli si può provare. Ci vuole comunque un po’ di pazienza in quanto i pipistrelli sono molto abitudinari (conosciamo per esempio dei solai occupati da più di 60 anni dai pipistrelli) per cui possono volerci anche 5 o più anni prima che scoprono la cassetta. Per appendere la cassetta consigliamo un luogo ben soleggiato e caldo.
Una domanda d’attualità. Tra le varie teorie sull’origine della pandemia, c’è anche quella legata alla trasmissione del Coronavirus tramite pipistrelli. I pipistrelli – e gli animali in generale – possono trasmettere malattie?
Come tutti gli animali selvatici anche i pipistrelli possono trasmettere malattie. Proprio per questo quando si trova un pipistrello occorre non toccarlo mai a mani nude ma usare un paio di guanti o uno straccio. Osservando i pipistrelli in volo o ospitandoli sotto il proprio tetto non si corre però alcun rischio, anzi! La loro presenza ci permette di capire che abbiamo la fortuna di vivere in un ambiente ancora in equilibrio e inoltre mangiano un bel po’ di zanzare.
In queste belle serate d’inizio estate capita di frequente di intravedere qualche pipistrello all’imbrunire. Come fare per conoscere meglio questi affascinanti animali, senza disturbarli nelle loro attività?
Nei loro ambienti di caccia i pipistrelli possono essere tranquillamente osservati senza rischiare di disturbarli. All’interno dei loro rifugi sono invece più sensibili e occorrerebbe evitare di disturbarli. Per chi desidera conoscere meglio i pipistrelli il Centro protezione chirotteri offre regolarmente delle escursioni (programma su pipistrelliticino.ch) per andare alla loro scoperta, supportati anche da particolari batdetector che rendono udibili e visibili gli ultrasuoni che loro usano per orientarsi.
Nei suoi anni alla guida del Centro protezione Chirotteri avrà collezionato molte esperienze e tanti ricordi. C’è qualche curiosità che vuole condividere con noi?
Il rifugio più strano: una colonia di riproduzione dietro a una vetrata di quelle che si aprono ripiegandole. Come in un acquario, si vedevano le mamme che allattavano i piccoli! È la prova che il sole non fa male ai pipistrelli come ogni tanto la gente pensa, ma che i chirotteri sono animali notturni per altri motivi: concorrenza per gli insetti, surriscaldamento, predatori.