La sensibilità dei cani: sentono se stiamo male

Se è vero che il cane è il migliore amico dell’uomo, si può tranquillamente affermare anche il contrario: l’uomo è il miglior amico del cane. Tra i quattro zampe e i loro padroni infatti si stabilisce un legame di empatia bidirezionale: non è azzardato dire che l’animale riesce a percepire lo stato d’animo di chi lo accudisce e addirittura si adopera per provare a tirarlo su di morale.
La dimostrazione è arrivata anche da una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Learning & Behaviour che ha preso in esame 34 cani di compagnia di razze differenti. Ai proprietari, posizionati dietro una porta trasparente che permetteva ai quattro zampe di notare la loro presenza e sentire la loro voce, è stato chiesto di cantare o piangere. Gli scienziati hanno notato che nel secondo caso i cani si sono precipitati ad aprire la porta addirittura tre volte più velocemente rispetto a quando i padroni li chiamavano o intonavano una canzone: l’intento era quello di consolarli.
Secondo lo studio, si tratta di un chiaro segnale che i cani riescono a captare sentimenti come il dolore e la tristezza. Per gli studiosi non è ancora chiaro come si inneschi questo particolare meccanismo. Un’ipotesi è legata allo straordinario sviluppo dell’olfatto dei quattro zampe, cento volte più sensibile rispetto a quello dell’uomo. Proprio questa caratteristica permette ai cani addestrati di essere utilizzati per scavare sotto le macerie o la neve quando si devono salvare esseri umani rimasti coinvolti in disastri o calamità naturali. E queste stesse straordinarie «antenne» sensoriali consentirebbero ai cani di captare quando il loro padrone è triste o malato, regolando il comportamento di conseguenza.
Ma il legame cane-uomo non si manifesta solo in situazioni «estreme» come il pianto o il dolore. Un team di ricerca inglese del Dog Cognition Centre dell’Università di Portsmouth ha provato a osservare il comportamento di 24 animali appartenenti a razze diverse, con età da 1 a 12 anni, arrivando a conclusioni sorprendenti. Fido sarebbe in grado di comunicare attraverso una precisa mimica facciale, aumentando il numero di diverse espressioni quando si trova in presenza di un essere umano che gli presta attenzione. Si tratta di reazioni volontarie che non si registrano, ad esempio, nel caso dell’eccitazione provata davanti al cibo. Tra le espressioni più comuni ci sono i cosiddetti «occhi da cucciolo», in cui gli occhi appaiono più grandi: la mimica sarebbe in grado di generare una reazione di empatia nel padrone. I cani, insomma, sanno come dimostrare quando hanno bisogno di coccole e di affetto.