L'arlecchino che non fa ridere

Era il 2009 e la situazione era già preoccupante. In Europa, e anche in Svizzera, stava prendendo piede una nuova specie di coccinella - la "coccinella arlecchino" o "coccinella asiatica" o, scientificamente parlando, la Harmonia axyridis - . Qui in Fattoria titolavamo "La coccinella che non porta fortuna" (vd suggeriti). Purtroppo i fatti ci hanno dato ragione. La guerra tra coccinelle, in atto in Europa, vede infatti le coccinelle autoctone soccombere pesantemente. Le perdite più significative si stanno registrando nelle popolazioni di coccinelle del tipo «dai due punti», ridotte addirittura del 44% in Gran Bretagna e del 30% in Belgio, almeno secondo il primo bollettino pubblicato sulla rivista scientifica Diversity and Distributions (vd link e pdf).
I primi dati - raccolti tra Svizzera, Belgio e Gran Bretagna da un gruppo internazionale di ricercatori coordinati da Helen Roy del Centro britannico di ecologia e idrologia e Tim Adriaens del Centro di ricerca per la natura e la foresta (Inbo) del Belgio - dimostrano infatti che delle otto specie europee tenute sotto osservazione, cinque in Belgio e sette in Gran Bretagna hanno fatto registrare forti perdite in questi anni. Il declino più consistente è stato registrato tra le coccinelle colorate da due punti neri, diminuite del 30% in Belgio e del 44% in Gran Bretagna, tanto da essere sempre più vicine alla soglia dell'estinzione negli stessi habitat dove prima erano molto diffuse. L'unica specie comune a resistere è la coccinella dai sette punti, che è riuscita a mantenere il controllo sulla sua nicchia ecologica nonostante l'arrivo dell'invasore.
«Nel mondo degli insetti, la coccinella è un'icona come il panda e provvede a moltissime e utili attività ecologiche come il controllo degli afidi», spiega Tim Adriaens. «Su scala continentale l'arrivo della coccinella arlecchino può incidere sugli ecosistemi e - conclude - può ridurre in modo drastico le attività essenziali portate avanti dalle coccinelle».