Le baleniere giapponesi all'attacco

Anno nuovo, storia vecchia, ma le novità non mancano e i dissociati aumentano
Red. Online
05.01.2013 15:29

Sea Shephered, l'associazione ambientalista che fa capo Paul Watson, è schierata nell'oceano Artico da diverse settimane con: quattro imbarcazioni, un elicottero, tre droni e un centinaio di persone. L'operazione di quest'anno si chiama "Tolleranza zero" (vd suggeriti). Ma se la Corea del Sud ha deciso di non partecipare alla caccia scientifica (come prospettato in un primo tempo, vd suggeriti), i giapponesi, un paio di giorni prima della fine dell'anno, sono partiti con la loro flotta alla volta del "South Ocean".

«La nave ammiraglia, Nisshin Maru, ha lasciato il 28 dicembre l'isola di Innoshima» nell'ovest del Giappone, ha spiegato all'Afp Junichi Sato, un responsabile di Greenpeace in Giappone. L'agenzia di stampa Kyodo ha riferito che altre tre imbarcazioni baleniere, partite dal porto di Shimonoseki (ovest), avrebbero raggiunto la nave madre. L'Agenzia della pesca giapponese non ha voluto confermare queste informazioni. «Non riveliamo la data delle partenze per motivi di sicurezza», ha detto uno dei responsabili. In una dichiarazione precedente, l'Agenzia aveva annunciato che la flotta intendeva pescare fino a 935 piccole balene e 50 balene comuni entro marzo.

E mentre la certezza di un nuovo scontro si sta facendo largo, ad aggiungersii al dissenso generale, dopo l'Australia (vd link) è sceso in campo - come riferisce GeaPress - anche il Ministro inglese della Pesca, Richard Benyon, che senza mezzi termini ha dichiarato che la ?strage di balene del Giappone è crudele e scientificamente inutile?. Per questo, il Ministro ha esortato il Giappone a fermare le baleniere. Imbarcazioni, queste ultime, che utilizzano di fatto il pretesto della ricerca scientifica per aggirare la moratoria esistente in tema di caccia alle balene.

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