Ma che squali d'Egitto!...

Claudio Di Manao spiega le cause della tempesta perfetta
Matilde Casasopra
09.12.2010 05:59

"Tre attacchi da squalo in meno di una settimana a Sharm el Sheikh, sono un evento tragico, quanto statisticamente irripetibile. In termini matematici: una sorta di tempesta perfetta. Purtroppo gli squali non hanno un ufficio stampa e le notizie si sono susseguite caoticamente, su specie, fatti e circostanze. Organizzare la cattura del mostro, è stato uno show-off mediatico che ha reso solo alle telecamere".

A parlare in questi termini è Claudio Di Manao, 11 anni di esperienza come guida subacquea a Sharm el Sheikh, dov?è considerato tra le guide più esperte. Lui conosce molto bene le abitudini degli squali: tra loro ha effettuato centinaia di immersioni.  Promotore di progetti di conservazione marina, ha collaborato col Parco di Ras Mohammed ed è anche scrittore. È lui a dirci che lo squalo che ha sferrato l'attacco mortale di domenica 5 dicembre (vd suggeriti) è un Carcharhinus longimanus, o squalo pinna bianca oceanico, uno di quegli squali che raramente si spingono a ridosso di coste affollate da bagnanti. "In linea di massima - ci dice - gli attacchi da squalo avvengono in superficie. I subacquei ne sono quasi immuni".

Ma allora... cos'è capitato, cosa sta capitando, a Sharm el Sheikh dove, da ieri, chi ha almeno cinquanta immersioni certificate ha potuto tornare ad immergersi? Di Manao parla di una barriera di diffidenza e rispetto, tra squalo e uomo, che si è spezzata. "In alcuni punti d?immersione proprio i longimanus tendevano ad avvicinarsi troppo. Erano i punti dove si gettavano in mare sangue e pesci morti, pratica pericolosa e illegale che serviva a (...)". Trovate il racconto completo sul CdT.