L’alimentazione

Non solo carne a Fido la dieta ideale per lui

L’importanza di un nutrimento variato per il nostro cane, ma intanto il 40% degli amici quattrozampe ha problemi di obesità
Non eccedere con mangimi secchi, o meglio, sceglierli di qualità: spesso contengono una percentuale elevata di cereali e amido, che arriva a superare il 60 percento
Red. Online
07.10.2019 16:05

La salute, si sa, parte spesso da un’alimentazione corretta. Ciò non vale solo per gli esseri umani, ma anche per i nostri amici animali. Infatti, i nostri quattrozampe hanno bisogno di una dieta adeguata, che non solo eviti l’insorgere di malattie potenzialmente pericolose per il loro organismo, ma che sia in grado di aumentare il loro benessere complessivo. A questo proposito, mai come nel campo dell’alimentazione è importante affidarsi a scienziati e ricercatori, che sul campo testano regimi alimentari differenti e i loro effetti.

Una corretta proporzione

Ovviamente questo riguarda anche i cani, tra i più diffusi animali da compagnia nelle nostre case. Secondo molti studi veterinari la dieta giusta per Fido si basa sulla corretta proporzione tra la carne e le altre sostanze nutritive, rispettando ovviamente il peso e le dimensioni dell’animale. È quanto emerso da un esperimento di un team di ricercatori dell’università italiana di Udine, insieme ai loro colleghi degli atenei di Trieste e Pisa, che si sono concentrati sul microbioma del cane. Il risultato è che la giusta alimentazione passa attraverso un mix di carne cruda di manzo di qualità (70 per cento), insieme a fiocchi d’avena, farina di riso, farina di ceci, carote, acidi grassi omega 3 derivati da alghe e un complesso vitaminico minerale, il tutto inumidito con acqua.

L’alimentazione corretta per un cane è complicata: varia per età, taglia,  attività fisica...
L’alimentazione corretta per un cane è complicata: varia per età, taglia, attività fisica...

La chiave per un’alimentazione salutare ha origine quindi dall’equilibrio e dalla varietà dei cibi assunti. Proteine, amidi e fibre devono essere presenti nelle giuste proporzioni: per questo i ricercatori consigliano di non eccedere con i mangimi secchi, o meglio, di sceglierli di qualità, perché spesso contengono una percentuale elevata, se non eccessiva, di cereali e amido, che arriva a superare il 60 per cento. Senza contare che spesso le materie prime, sottoposte al processo di lavorazione, rischiano di perdere molti nutrienti utili per l’organismo del cane.

La ricerca

Sebbene nell’esperimento si sia utilizzata carne di manzo, i ricercatori veterinari non escludono l’impiego di altre tipologie, come quelle di tacchino e maiale, purché sbollentate per rimuovere eventuali batteri. Va bene anche il pesce: sebbene sia meno energetico rispetto alla carne e abbia un contenuto ridotto di grasso, è ricco di omega 3, sostanza i cui benefici sono ormai comprovati.

Questione di porzioni — Un cucciolo deve cibarsi con pasti più piccoli ma frequenti. In genere quattro fino ai due mesi circa, tre fino ai 5-6 mesi e due fino al raggiungimento dell’età adulta, dieci, dodici mesi o anche più

La ricerca in questione ha sviluppato soprattutto la qualità del cibo e non la qualità, aspetto da non sottovalutare. Si tratta di una variabile che incide sensibilmente e si basa su numerosi fattori come l’età, la razza, il sesso, la costituzione, il livello di attività, le condizioni climatiche e ambientali, stati fisiologici particolari (ad esempio gravidanza, allattamento, attività sportiva, ecc) e lo stato di nutrizione complessivo, ovvero se il cane è soprappeso, in peso forma o in debilitazione. Le porzioni giornaliere, inoltre, sono un aspetto che no può essere sottovalutato. Un cucciolo, ad esempio, deve cibarsi con pasti più scarsi ma frequenti. In genere quattro pasti fino ai due mesi circa, tre pasti fino ai 5-6 mesi e due pasti fino al raggiungimento dell’età adulta (dieci, dodici mesi o anche di più, a seconda della razza).

Nell’adulto sono sufficienti uno-due pasti al giorno, a seconda del livello di appetito e della stazza: nei soggetti inappetenti è meglio un pasto unico mentre in quelli di buon appetito e nelle razze giganti è consigliabile farne due. In relazione a tutte queste variabili, trovare le giuste dosi non è così immediato, ed è quindi consigliato farsi aiutare da un esperto.

L’importanza di un pasto sano

La dieta perfetta forse non esiste, ma sicuramente si possono raggiungere ottimi risultati seguendo un’alimentazione sana ed equilibrata, per la gioia nostra e dei nostri amici a quattrozampe.

Il veterinario

«Se avete altre idee,
adottate un coniglio»

Petra Santini, veterinario dell’Associazione svizzera di veterinaria per la medicina comportamentale con studio a Rivera, è categorica nei confronti di chi le chiede se anche i quattrozampe migliori amici dell’uomo possano seguire la dieta dei loro padroni che per varie ragioni hanno deciso di eliminare la carne dai loro piatti, abbracciando il veganesimo o il vegetarianesimo.

Come la mettiamo, Petra Santini?
«Il cane è un animale biologicamente carnivoro. Perché allora voglio andare a forzare la sua natura imponendogli un cibo vegetariano? Eppure, capita anche a me di essere confrontata con questa richiesta da parte di alcuni proprietari. Che sinceramente non comprendo».

È una richiesta così assurda?
«Un po’ sì, non capisco perché una persona decida di portarsi a casa un animale che sa bene essere un cacciatore ma però non vuole concedergli ciò che la caccia gli darebbe».

Un po’ un controsenso. Che non fa il bene dell’animale. Lei come la vede?
«Mah, sicuramente chi ha questa esigenza è mosso da ragioni più che nobili. Non vuole che degli animali vengano uccisi per sfamare il proprio cane. Poi se tutto ciò è ragionevole o no, non sta a me giudicare».

Ma per assurdo sarebbe possibile rendere vegetariano un cane?
«Tecnicamente magari potrebbe pure essere fattibile. Cosa che per un gatto è invece esclusa».

Concretamente come?
«Sarebbe piuttosto complicato, azzardo, visto che non sono un’esperta. Probabilmente optando per le uova, i latticini, la ricotta, che forniscono le proteine di cui il cane ha bisogno».

Cosa si sente di dire a chi vorrebbe un cane vegetariano?
«Di adottare un porcellino d’India o un coniglio».

Un’alimentazione adeguata, contro l’obesità, da sola non basta: occorre abbinarla al movimento, almeno due-tre ore al giorno
Un’alimentazione adeguata, contro l’obesità, da sola non basta: occorre abbinarla al movimento, almeno due-tre ore al giorno

L’obesità è una piaga per i quattrozampe

Nonostante la crescente attenzione verso le diete più salutari per il proprio organismo, l’obesità è uno dei problemi del nostro tempo. Questo disturbo, però, non colpisce solo gli essere umani, bensì anche gli animali. Si stima infatti che circa il 40% dei nostri amici a quattro zampe sia sovrappeso. Un problema che non si ripercuote solo sul lato estetico, bensì anche sulla loro salute, con l’emergere di malattie croniche.

Ovviamente in questo campo la prima cosa da fare è affidarsi agli esperti del settore, che sapranno dare il giusto consiglio per tutelare gli animali domestici. D’altra parte è lo stesso veterinario il primo a capire se il nostro cane o gatto è in sovrappeso, perché spesso ci lasciamo influenzare dal nostro amore per loro, che ci impedisce di vedere i loro difetti. In generale, occorre stare molto attenti all’alimentazione, evitando diete “fai da te”, basate sugli avanzi e spesso non ben equilibrate, e i fuori pasto, anche se a base di frutta e verdura.

Niente «resti», niente «fai-da-te»

Parlando di cani in molte famiglie, un po’ per comodità, un po’ perché non c’è la giusta informazione, si è portati a dare al nostro amico quello che rimane in cucina. Non si tratta di una scelta saggia, ma se proprio non se ne riesce a fare a meno, per i cani è bene evitare sughi, ragù e condimenti in genere: fritti, brasati e arrosti; dolci di ogni tipo; carne di maiale, cioè prosciutto cotto o crudo, speck, mortadella, salame, coppa, braciole e salsicce, che provocano facilmente disturbi della pelle e/o dello stomaco; ossa in genere che possono provocare fratture dentarie, abrasioni e/o escoriazioni interne e occlusioni intestinali; formaggi stagionati e salati come pecorino, provolone, grana.

Una lista così fatta può scoraggiare, ma qualcosa di si può fare per evitare di privare il nostro cane di quegli avanzi di braciola che gli piacciono tanto. Infatti, se ogni tanto (non con frequenza) in casa rimangono della pasta condita o delle bistecche si possono risciacquarle abbondantemente con dell’acqua tiepida e poi servirgliele. Dalla cucina si possono recuperare anche le carni o il pesce lessati, bolliti o cotti ai ferri, tutte cose che possono essere integrate nell’alimentazione del cane, l’importante è che non si ci siano troppo sale e condimenti.

Contro l’obesità, come vale anche per noi, un’alimentazione adeguata da sola non basta: occorre abbinarla al movimento. A questa attività andrebbero riservate due-tre ore al giorno – in base alla stazza e all’età – per quanto riguarda i cani. Il classico giretto nel quartiere, infatti, per perdere peso e rimanere poi in forma potrebbe non bastare affatto.

Che fare se è anziano?

Il cane anziano, alla stregua di quello di pochi mesi, ha bisogno di molte più attenzioni e riguardi. Soprattutto la sua alimentazione deve essere, come dire?, su misura. Ma è possibile? Certo! Oggi il mercato offre decine e decine di possibilità per nutrire al meglio il nostro pet di casa. Qualsiasi esigenza abbia: se è in sovrappeso, diabetico, iperteso, se soffre di patologie reumatiche e altri problemi tipici della terza età. Sì perché la terza età riguarda anche il cane.

La cosa migliore è chiedere al proprio veterinario di fiducia qual è la dieta più adatta al nonno a quattrozampe. Dieta che comunque negli anni avrà già subito delle modifiche. Tra scatolette e croccantini c’è una scelta infinita. Ma è sempre meglio optare per la qualità e non fare economie inutili che si ripercuoterebbero sulla salute di Fido.

E allora, vediamo quali sono i principali punti da osservare nell’alimentazione di un cane anziano. Fondamentali per prevenire alcune patologie o tenere sotto controllo quelle già esistenti. Iniziamo col dire che dall’ottavo anno di età il suo metabolismo subisce un rallentamento, è meglio quindi ridurre l’apporto quotidiano anche di un terzo. In maniera graduale, ovvio, per non sconvolgere le sue abitudini. In sostanza, occorre adeguare le porzioni di cibo al cambiamento del metabolismo. In questo modo si possono evitare, o almeno tentare di farlo, tutte quelle patologie legate alla terza età di cui abbiamo detto; obesità, diabete, cardiopatie, artrite e problemi ossei.

L’apparato digerente del cane anziano è molto più lento. Nella ciotola vanno perciò messi cibi ad alta digeribilità, da suddividere in almeno tre pasti, quello mattutino il più consistente. Siccome assorbe meno elementi nutritivi il rischio è che la bestiola vada incontro a carenze vitaminiche e di sali minerali. Si può ovviare a ciò con la somministrazione di integratori specifici. Anche se i mangini studiati per questa particolare fase del cane dovrebbero garantire un’assunzione corretta di questi elementi.

E veniamo al problema della masticazione. Come tutti i nonni avrà i denti corrosi o rotti, tartaro e gengive più sensibili. Tutto ciò mette la bestiola a rischio infezioni batteriche. Se la situazione peggiora consultate il veterinario. Infine l’acqua, sempre fresca e pulita, è fondamentale soprattutto nei cani anziani per evitare il pericolo di disidratazione.