Sono proprio qui eppure non mi vedi

La pernice bianca, Lagopus mutus, deve il suo nome scientifico al fatto che le zampe sono ricoperte di piume e ricordano quelle della lepre; lagopus significa, infatti, “piede di lepre”. Questo adattamento evolutivo le permette di muoversi facilmente anche sul ghiaccio e sulla neve, proteggendo al contempo gli arti. La specie è così ben adattata ai climi rigidi che sopra i 15 gradi inizia ad avvertire disagio e cerca zone ombreggiate e più fresche.
La pernice bianca è migrata sull’arco alpino durante le glaciazioni del Quaternario. Il suo areale d’origine nel nord Europa, infatti, venne ricoperto interamente dai ghiacciai, costringendo numerose specie, tra cui anche la lepre variabile, il picchio tridattilo e la civetta nana, a migrare verso sud. Nel corso di migliaia di anni la pernice si è così stabilita prima nella pianura Padana e in seguito, con la fine delle glaciazioni e il ritiro dei ghiacciai, sull’arco alpino. I discendenti degli esemplari migratori si sono ritrovati isolati dalla popolazione d’origine e, ancora oggi, vivono e si riproducono autonomamente sulle Alpi. Gli animali come la pernice, rimati isolati dal resto della popolazione, vengono definiti “relitti”.
Le caratteristiche
La pernice bianca ha fatto del mimetismo la sua principale difesa. La sua livrea, infatti, muta durante le stagioni così da risultare sempre perfettamente adatta all’ambiente che, per sua natura, è povero di nascondigli e perciò esporrebbe un animale visibile ad una facile predazione. Durante l’inverno il piumaggio è completamente bianco, ad eccezione della coda che rimane nera, ma è ben visibile solamente in volo. In primavera la pernice si veste con la livrea nuziale. Il maschio risulta scuro sul dorso, sul petto e sui fianchi, mentre l’addome resta bianco e le caruncole sopra gli occhi sono rosso acceso. La femmina diventa bruna e risulta invisibile quando è ferma per terra a covare le uova. D’estate, invece, sia il maschio che la femmina assumono un colore simile, grigio-brunastro, con addome e remiganti primarie bianche. Le penne bianche aumentano di numero durante l’autunno fino a diventare la totalità in inverno.
Il peso della Lagopus mutus oscilla tra i 400 e i 600 grammi, con un’apertura alare di 60 cm e una lunghezza di circa 35 cm.
Qui è possibile sentire il verso della pernice. Questa specie solitamente è schiva e silenziosa, ma per marcare il territorio e nella stagione degli amori emette un suono caratteristico che ricorda quello di una raganella di carnevale.
L’ambiente
L’habitat della Lagopus mutus è tipicamente montano. In Svizzera è diffusa lungo tutto l’arco alpino con il picco di nidificazione situato attorno ai 2.500 metri di quota. L’ambiente della tundra alpina colonizzato dalla pernice è caratterizzato da pascoli con affioramenti rocciosi che si situano ben oltre il limite della vegetazione. La presenza della specie è accertata fin verso i 3.200 metri di altitudine.
La riproduzione
Il periodo del corteggiamento inizia in tarda primavera, con le parate nuziali del maschio e la formazione delle coppie. La cova inizia a giugno ed è carico della femmina, mentre il maschio ha il compito di difendere il nido in caso di pericolo. Le uova, tra le 5 e le 9, si schiudono dopo circa 25 giorni e i piccoli sono ben presto indipendenti, rimanendo nel nido solamente una decina di giorni.
La nutrizione
Si nutre di piante e bacche che crescono in alta quota: salici nani, ericacee, graminoidi. Per poter digerire i vegetali legnosi, la pernice ha sviluppato un apparato digerente molto specializzato con due lunghi intestini ciechi. Ai piccoli vengono somministrati anche degli insetti, poiché hanno maggior bisogno di proteine per la crescita.
Scheda zoologica
Classe: Aves
Ordine: Galliformes
Famiglia: Phasianidae