Squali e reti sommerse a Sharm

Dicembre 2010. Cinque attacchi ad umani, uno dei quali mortale, da parte di squali, in meno di una settimana, mettono Sharm el Sheikh al centro dell'interesse mondiale. Arrivano, da tutto il mondo, i giornalisti per riferire, gli studiosi per indagare. Questi ultimi individuano come "una delle principali cause di questo fenomeno straordinario" quanto Claudio Di Manao aveva subito indicato: lo shark-feeding (vd suggeriti).
Adesso, a Sharm el Sheikh, l'idea di dar da mangiare agli squali perchè si avvicinino a riva e possano essere fotografati dai "clienti" degli hotel non passa più per la testa a nessuno. Anzi, tutti insieme appassionatamente, i grandi alberghi - il primo è stato il Mövenpick Joly Ville - si stanno dotando di reti antisqualo, reti che, è bene dirlo, nel corso degli anni hanno già dimostrato - in Australia e in Sudafrica in particolare - di essere inutili per la protezione dei bagnanti e dannose per l?ambiente marino. La questione non sembra preoccupare più di tanto il governatore del Sud Sinai che anzi, con un decreto illegale, contestato da tutti gli enti preposti - HEPCA (l'Ente per la salvaguardia del Maro Rosso) in prima fila -, ha reintrodotto la pesca commerciale del pesce imperatore iridescente già da giugno, proprio nel Parco Marino di Ras Mohammed.
A Sharm el Sheikh, dove la rivoluzione di piazza Tahir è stata vissuta davanti alla televisione al-Jazeera e dove solo il mare sembra essere felice del tracollo turistico, è tornato, venerdì, Claudio di Manao. Non perdetevi pertanto, sul CdT, il suo racconto.