Evoluzione

Tartarughe e GPS: un sistema primordiale

Questi animali possiedono una «bussola interiore» per tornare nei luoghi dove depongono solitamente le uova
Questi animali possiedono una «bussola interiore» per tornare nei luoghi dove depongono solitamente le uova
Red. Online
03.03.2021 18:00

Circa 150 milioni di anni fa, nelle acque dei mari del tardo Giurassico, fecero la loro prima comparsa gli antenati delle tartarughe marine. Tante specie, diverse caratteristiche, ma tutte con un unico comune denominatore: vivere in mare aperto lasciando il compito della deposizione alle femmine. A costo di percorrere migliaia di chilometri, ancora oggi mamma tartaruga si impegna per raggiungere la spiaggia «perfetta», nuova o natia, per i suoi cuccioli. Come? Secondo lo studio del ricercatore Simon Benhamou del Centro per l’ecologia funzionale ed evolutiva di Montpellier potrebbero servirsi di una «bussola incorporata», basata su campi magnetici, che permette loro di raggiungere i luoghi più adatti alla deposizione.

Per comprendere il funzionamento di questo GPS primordiale, il gruppo di scienziati guidato da Benhamou ha studiato i comportamenti della tartaruga verde dell’Oceano Indiano, che ogni quattro anni depone le proprie uova sulle spiagge dell’Africa Occidentale. Gli studiosi hanno fissato dei trasmettitori GPS (veri) sul guscio delle testuggini che, una volti liberate in mare, hanno ripreso ognuna la propria rotta. Il sistema GPS integrato ha consentito il tracciamento del percorso scelto per la deposizione delle uova.

Le tartarughe sono in grado di nuotare per migliaia di chilometri attraversando gli oceani: anche senza avere alcun tipo di riferimento visivo, riescono a raggiungere i luoghi desiderati
. A differenza dei navigatori satellitari, però, non sanno correggere le deviazioni delle correnti marine e dei venti. Per questo motivo, si perdono spesso e impiegano molto tempo prima di raggiungere la loro destinazione. Un esemplare dell’esperimento ha, ad esempio, percorso più 3.500 chilometri in due mesi prima di tornare alla spiaggia, che in realtà si trovava a solo 250 chilometri da dove era stata catturata.

Dietro questa spasmodica ricerca c’è un obiettivo ben preciso: trovare la temperatura perfetta. Tale parametro gioca un ruolo cruciale per il corretto sviluppo delle uova, determinando persino il sesso dei nascituri. Il fine dell’esperimento era scoprire i meccanismi che regolano gli spostamenti delle testuggini per aiutarle a sopravvivere ai lunghi viaggi e proteggere così una delle specie più a rischio del pianeta.