Un albero genealogico delle razze canine

Dagli imponenti pastori tedeschi ai piccoli chihuahua, passando per alani e beagle: il mondo canino è ricco di diversità. Taglie, colori e attitudini dei nostri Fido ci permettono di osservare ogni giorno come questi animali siano differenti tra loro.
Per capire meglio questo fenomeno, una recente ricerca del National Human Genome Research Institute di Bethesda, nel Maryland (USA), ha ricostruito l’albero genealogico di 160 razze canine. Un progetto che ha permesso di scoprire come l’uomo – tra i 30mila ed i 15mila anni fa – abbia iniziato prima a selezionarle in base alla loro funzione ed in seguito a privilegiare l’aspetto.
La ricerca statunitense, pubblicata sulla rivista scientifica Cell Reports, si è basata su una grande quantità di dati. Inizialmente, infatti, è stato esaminato il DNA di 1.346 cani in modo da ricostruire una mappa dettagliata delle relazioni tra le diverse razze. Quasi tutti i genomi analizzati, hanno osservato gli studiosi del National Human Genome Research Institute, ricadevano in 23 «cladi», ovvero gruppi con medesimi tratti genetici e funzioni.
Qualche esempio? Boxer, bulldog e Boston terrier, esemplari particolarmente robusti, appartengono alla stessa «categoria». Lo stesso vale per setter, spaniel e retriever, che fanno della fedeltà il loro punto forte. Proprio queste similitudini hanno portato i ricercatori ad ipotizzare che nelle prime domesticazioni del cane, l’uomo abbia privilegiato la loro funzione all’interno della propria vita quotidiana. Un criterio che avrebbe guidato le scelte degli allevatori già 30mila anni fa.
Osservando gruppi apparentemente omogenei – come i cani pastore – gli studiosi hanno tuttavia notato profili genetici anche molto diversi. Questo perché la selezione è avvenuta in momenti e luoghi differenti. E in effetti, come è facile immaginare, governare una mandria di bisonti nelle praterie americane non è uguale a guidare un gregge di pecore in Africa.
Negli ultimi 200 anni, invece, a dominare la selezione sono state le caratteristiche fisiche. Questo ha portato – per fare un esempio – alla nascita di razze particolarmente piccole, ideali anche per un mini appartamento, a cui spesso è stata associata una maggiore docilità. Anche la lunghezza del pelo e l’abilità nella corsa hanno rappresentato dei criteri importanti.
Lo studio americano, dunque, ha mostrato risvolti davvero interessanti per gli amanti dei quattro zampe. Il vero motivo dietro questa analisi genetica, tuttavia, è medico. Conoscendo i meccanismi di selezione e provenienza delle razze canine, possiamo comprendere meglio da dove derivano anche diverse malattie genetiche. Un passaggio fondamentale, per chi intende curarle o prevenirle in ambito veterinario.