Un nido confortevole con i peli di animali

«Ad ogni uccello, il suo nido è bello» recita un vecchio proverbio popolare. Guardando attentamente tra i rami frondosi degli alberi, ci si può rendere conto di come gli uccellini riescano a creare vere e proprie «impalcature naturali» per covare e crescere i lori piccoli. Certi nidi sono davvero costruzioni perfette e impenetrabili per i predatori sempre in agguato e pronti a rubare le uova o a disturbare la cova. Ma la natura pensa sempre a tutto e per questo motivo non c’è da stupirsi se si scovano nidi dai quali spuntano peli di animali. Se ci dovesse capitare è bene sapere anche che ci troviamo davanti a un nido di una specie in particolare, ovvero della Cincia bicolore (Baeolophus bicolor). Si tratta di un piccolo uccello canoro del Nord America che per costruire il suo nido utilizza una strategia molto pericolosa: strappa via piccoli pezzi di pelliccia di mammiferi carnivori. Strano, ma vero, questa tecnica ha attirato l’attenzione degli scienziati in quanto a vedere il nido non può che sorgere subito la domanda: perché lo fa?
Il primo ad osservare l’atto è stato l’ecologo Jeffrey Brawn dell’Università dell’Illinois. «La cincia bicolore che ho visto strappava i peli di un animale vivo. Era un procione vivo con artigli e denti e non sembrava importargli molto perché non si è nemmeno svegliato», ha dichiarato lo scienziato, autore dello studio pubblicato sulla rivista Ecology. Brawn, incuriosito da questo «rito» ornitologico, si è messo alla ricerca di studi sull’argomento e ne ha trovati appena nove che documentavano un totale di 11 casi di «furto di peli». Ma un ulteriore controllo su YouTube gli ha aperto un vero e proprio mondo, con centinaia di video che mostrano uccelli anche di diverse specie che compiono gesti simili e altrettanto pericolosi.
Ma ritornando alla domanda sulle motivazioni di questa pratica, la risposta è ancora oggi motivo di studi. Una prima ipotesi e forse la più coerente è quella che la pelliccia prelevata aiuti a tenere il nido al caldo, mentre un’altra teoria afferma che i peli aiutino a respingere i parassiti, che possono uccidere i piccoli dei volatili. Saranno necessari diversi altri studi per chiarire al meglio la questione, ma un’analisi geografica preliminare condotta dal team suggerisce che la «cleptotrichia» (dal greco di «furto» e «capelli») sia più comune alle latitudini più elevate. Quest’analisi andrebbe quindi a confermare il fatto che i peli servano come isolante termico per tenere gli uccellini al caldo e proteggerli dalle temperature più rigide.