Viaggio nel cervello dei piccioni

Lo studio di un gruppo di ricercatori dell'Uni di Zurigo
Ats
26.06.2009 15:23

ZURIGO - Per la prima volta, ricercatori dell'Università di Zurigo sono entrati nel cervello di piccioni viaggiatori. Grazie ad un mini-apparecchio hanno misurato una vera tempesta di neuroni, quando i volatili sorvolavano determinati punti geografici di riferimento.Come facciano i piccioni viaggiatori a raggiungere la loro piccionaia è un mistero. È risaputo che gli uccelli si orientano con la posizione del sole o dal campo magnetico terrestre, ma non si conoscono invece i meccanismi che permettono loro di raggiungere il punto giusto.Un gruppo internazionale di ricercatori guidati da Alexei Vyssotski dell'Università di Zurigo ha analizzato per la prima volta cosa succede nel cervello del piccione viaggiatore, ha annunciato l'ateneo. L'attività dei neuroni è stata registrata con un apparecchio di soli due grammi.Le ricerche sono state effettuate in Italia. Alcuni piccioni sono stati liberati in mare aperto fino a 30 chilometri dalla loro base. Grazie ad un GPS è stato possibile individuare il punto esatto dove si trovavano gli uccelli quando il loro cervello ha registrato una particolare attività.Contrariamente a quanto si credeva finora, i piccioni viaggiatori non si orientano con l'aiuto delle basse frequenze, ma con quelle medie e alte, hanno rilevato i ricercatori nel periodico «Current biology».L'attività del cervello è aumentata quando i volatili hanno raggiunto la terraferma. Quando riconoscevano un terreno particolare, il loro cervello entrava in fermento, segno che si orientano con l'aiuto di punti di riferimento visuali.L'attività cerebrale è invece bassa quando i piccioni volano in gruppo. Gli uccelli potrebbero effettuare una specie di ripartizione dei compiti, stimano i ricercatori.Stranamente, il cervello dei piccione è entrato in agitazione quando i volatili sorvolavano territori che non sembravano importanti per il riconoscimento della strada di ritorno. Ciò è successo mentre passavano sopra una fattoria e un granaio. I ricercatori si sono recati sul posto e hanno capito perché: nei due posti vi erano colonie di piccioni selvatici che li avevano distratti.