Ashley Madison, i dati in rete

TORONTO - Impact Team è passato dalla parole ai fatti. Il gruppo di hacker che a luglio aveva rubato dati sensibili degli utenti di alcuni popolari siti d'incontri (su tutti Ashley Madison, portale dedicato ai coniugi in cerca di una tresca, ne avevamo parlato qui) ha riversato sul "dark web" 9,7 gigabyte di dati contenenti e-mail e numeri di carte di credito legate ai profili registrati presso Avid Life Media, la società che gestisce questi siti. L'autenticità dei dati e stata confermata, e questi sono cominciati ad apparire anche su alcuni siti accessibili senza ricorrere a Tor. Gli account resi pubblici sono 33 milioni (28 appartenenti a uomini, 5 a donne) e risalgono all'11 agosto scorso. 36 milioni gli indirizzi e-mail pubblicati. 9,6 milioni le transazioni finanziarie.
Già poche ore dopo il furto, Impact Team aveva motivato il suo agire: Avid Media Life (AML) non cancellava i dati degli utenti qualora questi decidevano di disiscriversi dal servizio. Addirittura, la cancellazione definitiva era a pagamento (la società ora offre il servizio gratuitamente). Ma anche con questo servizio, sosteneva Impact Team, alcuni dati restavano sui server di AML, pertanto gli hacker pretendevano che la società chiudesse Ashley Madison.
Passati quasi due mesi questo non è successo, ed ecco il presunto "leak" di informazioni: "Avid Life Media ha fallito nell'oscurare Ashley Madison ed Established Men", riporta un comunicato di Impact Team raccolto da Wired. "Abbiamo spiegato la frode, l'inganno e la stupidità di ALM e dei suoi membri".
Da parte sua, ALM ha condannato l'attacco degli hacker, che si sono autoproclamati "legge morale, giudici ed esecutori, ritenendo di imporre una nozione personale di virtù sulla società tutta. Questi sono atti illegittimi che hanno conseguenze reali per cittadini innocenti che stanno semplicemente vivendo la loro vita". ALM ha chisto all'FBI e alla polizia canadese (la società ha sede a Toronto) di investigare il caso.
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