Disturbi della condotta alimentare

Anoressia nervosa: riconoscerla e curarla

Cause, sintomi e possibili terapie per una malattia che colpisce ogni anno decine di migliaia di ragazzi.
Cause, sintomi e possibili terapie per una malattia che colpisce ogni anno decine di migliaia di ragazzi.
Red. Online
28.12.2021 18:00

Troppo spesso declassata a capriccio adolescenziale o sottovalutata per paura di affrontarne le conseguenze, l’anoressia continua a mietere vittime tra le giovani donne di età compresa tra i 12 e i 25 anni, ma anche in una quota non trascurabile della popolazione maschile. L’anoressia nervosa rientra nel gruppo dei Disturbi della Condotta Alimentare (DCA) e si manifesta sotto forma di un’intensa paura di ingrassare che induce ad assumere comportamenti dannosi per il benessere psicofisico della persona. Si compromette così il corretto regime alimentare e la naturale percezione del proprio corpo da parte del soggetto. Negli anni sono proliferati gli studi a carattere scientifico e psicologico sulla malattia, che hanno permesso di individuare una serie di linee guida per riconoscere e affrontare nel migliore dei modi la patologia.

Sintomi e fattori scatenanti
Individuare una singola causa per un disturbo così complesso non è possibile. Secondo i ricercatori, l’anoressia è legata all’immagine che il soggetto ha di sé e della propria identità. Contrariamente a quanto si pensa, la persona anoressica non è necessariamente fissata con la forma fisica o l’aspetto esteriore, né cerca disperatamente di conformarsi ai modelli offerti dal mondo dello spettacolo e della moda. Accanto a questi elementi, che comunque devono essere considerati nella diagnosi della malattia, secondo gli esperti agisce sempre una causa multifattoriale, che comprende aspetti biologici, psicologici e sociali. Il primo campanello di allarme utile per identificare la patologia è un rapido calo di peso, a cui può associarsi un’eccessiva lentezza nel consumare i pasti, l’esclusione di alimenti considerati ad alto contenuto calorico, l’iperattività fisica, l’uso frequente del bagno, gli sbalzi di umore, le condotte autolesive e la difficoltà nel mantenere la concentrazione. Quando uno o più di questi fenomeni si registrano in concomitanza con una riduzione della massa corporea, è fondamentale effettuare quanto prima una visita dallo specialista, per intervenire in modo tempestivo quando la patologia non ha ancora raggiunto uno stato avanzato.

I possibili trattamenti
Ma come intervenire per contrastare il decorso dell’anoressia? Le terapie messe in atto sono di tipo multidisciplinare e prevedono l’apporto di psichiatri, psicologi, internisti, endocrinologi, nutrizionisti, educatori e infermieri specializzati. I percorsi di cura si basano generalmente su un approccio psicoterapico individuale o di gruppo e possono essere accompagnati da tecniche d’intervento più creative, come l’arteterapia, i laboratori teatrali o la psicomotricità.