Ecco come dire addio alle abbuffate no stop

Le feste sono passate già da qualche settimana, ma per molte persone quello delle abbuffate (anche compulsive) è un problema che si presenta anche ora. Non si tratta certamente di un disturbo da sottovalutare: basti pensare che, in alcuni casi, si parla persino di «Binge Eating», una sindrome riconosciuta a livello internazionale. Questa situazione potenzialmente pericolosa può riguardare sia le donne che gli uomini, manifestandosi già in giovane età. Anche quando le problematiche non sono così gravi è necessario prestare attenzione alle abbuffate e rivolgersi agli specialisti perché le conseguenze per la salute possono rivelarsi importanti: il consumo eccessivo di cibo può essere rischioso.
Combattere gli impulsi
Le prime considerazioni da effettuare riguardano le motivazioni che spingono le persone a mangiare in modo compulsivo. Molto spesso questa problematica riguarda individui che stanno seguendo un regime dietetico restrittivo ma che, per una serie di motivazioni, non riescono a raggiungere un equilibrio perfetto. Chi si trova in questa situazione particolare tende ad alternare fasi in cui la dieta viene seguita in modo rigido ad altre in cui la tentazione del cibo – soprattutto quello meno salutare – è più forte. Va poi considerato come, a volte, chi tende a eccedere a tavola cerchi di rimediare dedicandosi all’attività fisica, anch’essa effettuata in modo compulsivo. Ne consegue che, nel caso in cui una persona non sia uno sportivo professionista, c’è il rischio di incorrere in infortuni.
I sintomi comprendono la rapidità nel mangiare e la sensazione di imbarazzo provata durante i pasti. Per molte persone, infatti, abbuffarsi equivale a un atto quasi vergognoso, da nascondere alla vista degli altri. Oltre all’aumento del peso, poi, possono verificarsi sbalzi di umore e stati depressivi – a volte anche di moderata entità -, i quali possono pregiudicare le attività quotidiane.
Fortunatamente, però, quella delle abbuffate non è di certo una problematica irrisolvibile. Esistono infatti alcuni comportamenti virtuosi che, se messi in atto, sono in grado di migliorare la salute e di impedire che, in futuro, si possa ricadere nuovamente vittime di questi disturbi alimentari. Il primo suggerimento è quello di prediligere piccoli, ma frequenti, pasti durante la giornata, dividendoli in modo uniforme. Come suggeriscono molti dietologi la soluzione migliore, spesso, risiede nel mangiare cinque volte al giorno, ovviamente senza esagerare in alcuna situazione con le quantità. Facendo così è possibile evitare di arrivare al pasto successivo con troppa fame, limitando quindi il cibo ingerito e affaticando meno la digestione.
Molto importante, inoltre, è cercare di comprendere quali possano essere le cause legate alla ricerca ossessiva di cibo, puntando quindi a risolverle. Capita infatti che a monte di queste problematiche ci siano situazioni di ansia eccessiva o di stress. In tali situazioni si può rivelare ottimale la scelta di praticare attività sportiva, ovviamente senza esagerare e senza sforzare troppo il fisico.
Un altro fattore negativo è quello della noia. La ripetitività delle attività svolte, oltre alle scarse interazioni con gli altri, determinano un incremento nel desiderio di mangiare, anche quando non si prova effettivamente la sensazione di fame. In questo caso è necessario agire quindi non solo a livello fisico, ma anche psicologico: una vita attiva e dinamica, oltre all’aumento degli stimoli e delle relazioni interpersonali, sono gli alleati migliori contro le abbuffate compulsive.