In Svizzera un passo avanti verso una medicina che riconosce le differenze di genere

Berna, un passo avanti verso una medicina che riconosce le differenze di genere Al Kursaal il primo Swiss Gender Medicine Symposium: due giorni di confronto tra ricerca, etica e innovazione per un sistema sanitario più equo e orientato al futuro
Per la prima volta la Svizzera ha ospitato un forum nazionale dedicato alla medicina di genere. Il 20 e 21 ottobre, al Kursaal di Berna, si è svolto il primo Swiss Gender Medicine Symposium, che ha riunito circa 280 esperti provenienti dai mondi della medicina, della scienza, dell’economia e della politica. Due giornate di lavoro, confronto e scambio interdisciplinare per discutere come rendere il sistema sanitario più sensibile alle differenze biologiche, culturali e sociali tra uomini e donne — e quindi più preciso, moderno ed equo.
Ideato dall’agenzia di promozione privata Iniziativa Svizzera, in collaborazione con l’Università di Zurigo e sostenuto da fondazioni e facoltà di medicina svizzere, il simposio ha rappresentato il punto di partenza di un percorso strutturato: integrare la medicina di genere nella ricerca, nella pratica clinica e nella formazione universitaria.
Un forum nazionale per un tema globale
Il programma, condotto dal giornalista SRF Michael Rauchenstein, ha alternato lezioni magistrali, tavole rotonde e sessioni tematiche. Si è parlato di prevenzione, intelligenza artificiale, big data, etica e politiche sanitarie. Tra le iniziative più seguite, i poster walk con oltre 40 progetti di ricerca, che hanno mostrato come la medicina di genere stia già producendo risultati concreti in diversi campi.
«Con questo simposio siamo riusciti a creare per la prima volta in Svizzera un forum internazionale che riunisce gli attori chiave della medicina di genere», ha dichiarato Stefan Linder, direttore di Iniziativa Svizzera e cofondatore dello Swiss Economic Forum. «È un impulso importante per promuovere lo scambio tra scienza, pratica e politica e per comprendere meglio come le differenze di genere incidano sulla salute e sulla cura».
Le voci della ricerca internazionale
La prospettiva globale è arrivata da relatrici di primo piano come la prof.ssa Louise Pilote della McGill University di Montreal, che ha illustrato le differenze di genere nei rapporti tra pressione sanguigna ed eventi cardiovascolari, e la prof.ssa Londa Schiebinger di Stanford, pioniera della ricerca sulle gendered innovations, che ha spiegato come l’inclusione delle variabili di genere nella ricerca scientifica apra nuove frontiere per la scoperta e l’innovazione.
L’esperienza svizzera e il futuro del settore
La Svizzera, da parte sua, ha mostrato un fronte unito. In una tavola rotonda dedicata alla situazione nazionale, la prof.ssa Carole Clair (Unisanté Losanna), la prof.ssa Carolin Lerchenmüller (Ospedale universitario di Zurigo) e la prof.ssa Catherine Gebhard (Inselspital Berna) hanno discusso come promuovere l’istituzionalizzazione della medicina di genere nel Paese. Tutte hanno concordato sull’importanza di formare personale sanitario consapevole delle differenze di genere e di introdurre standard comuni nella ricerca clinica.
Dalla consapevolezza all’azione
Il simposio ha mostrato che l’interesse per una medicina sensibile al genere è forte e trasversale. Non si tratta di una questione “di nicchia”, ma di un approccio che può migliorare la qualità delle cure e favorire la parità di accesso e di trattamento. Una medicina che riconosce le differenze, infatti, è anche una medicina che innova: capace di leggere con più precisione i dati, di personalizzare le terapie e di rafforzare la fiducia tra cittadini e istituzioni sanitarie.
A guidare la parte scientifica è stata la prof.ssa Beatrice Beck Schimmer, anestesista e direttrice della Medicina universitaria di Zurigo. Sotto la sua supervisione, il Centro Medico Universitario di Zurigo (UMZH) ha curato la preparazione e il coordinamento del simposio.
