La ricerca

Rischio di ipertensione per chi lavora troppo

Per uno studio canadese restare tante ore in ufficio aumenta la possibilità di soffrire di pressione alta
L’ipertensione mascherata non è sempre di facile diagnosi
Red. Online
05.03.2020 06:28

Lavorare troppo? Non solo stanca, ma fa anche male alla salute. Restare in ufficio molte ore al giorno, infatti, aumenta le probabilità di essere affetti da pressione alta. È quanto indicato da una ricerca canadese pubblicata sulla rivista «Hypertension» dell’American Heart Association.
Lo studio, più nel dettaglio, ha analizzato un campione di 3.500 dipendenti. Dall’indagine è emerso che per chi rimane in ufficio tra le 41 e le 48 ore settimanali la probabilità di essere colpito da ipertensione mascherata è del 54% e da ipertensione sostenuta del 42%; le percentuali crescono, rispettivamente, al 70 e al 66% se si lavora per oltre 49 ore. La prima forma è particolarmente problematica, perché manifesta valori normali all’interno dell’ambulatorio medico, più alti al di fuori del contesto clinico. È poi associata ad un rischio doppio di soffrire di una malattia cardiovascolare rispetto ad una situazione di normotensione. Lo studio è stato attento a valutare anche altri aspetti, come l’indice di massa corporea, l’età e il sesso. Per quanto riguarda quest’ultimo fattore, dalla ricerca è emerso che il rapporto tra lavoro e ipertensione era praticamente identico sia per gli uomini che per le donne.

Una malattia insidiosa
Bisogna comunque chiarire che, secondo gli esperti, in nove casi su dieci non si riesce ad individuare una causa univoca e ben identificabile. Si parla così di ipertensione essenziale. Si ritiene che può contribuire al problema lo stile di vita adottato: svolgono un ruolo protettivo una dieta povera di sale ma ricca di frutta e verdura; il mantenersi attivi, evitando la sedentarietà; l’astensione dal fumo. Talvolta, invece, il disturbo è provocato da una malattia del sistema endocrino o dei reni: si tratta dell’ipertensione secondaria.
Uno dei problemi principali legati a questa patologia è l’assenza dei sintomi nella maggioranza dei casi: per questo viene chiamata killer silenzioso. Talvolta, soprattutto con valori molto alti, il disturbo si può manifestare sotto forma di mal di testa, nausea, problemi alla vista e acufene.