Bufera su Facebook per la foto rimossa

Il social network cancella da un profilo pubblico la celebre immagine della bimba vietnamita bruciata dal napalm - Scoppia la polemica e l'azienda fa marcia indietro
Nel post 'censurato' Egeland parlava delle "sette foto che hanno cambiato la narrazione della guerra". Tra le quali un posto d'onore spetta senza dubbio a quella scattata dal fotografo vietnamita Nick Ut nel 1972.
Red. Online
09.09.2016 20:25

NEW YORK - È stata per decenni l'icona dell'atroce brutalità della guerra in Vietnam ed ha persino contribuito a cambiare la storia, accelerando il ritiro statunitense dalla penisola indocinese. Tuttavia per Facebook la foto della bambina vietnamita in fuga, nuda e bruciata dal napalm dopo un bombardamento aereo nel 1972 sul suo villaggio, rientra nel capitolo pedofilia ed è dunque stata cancellata dal sito. Soltanto dopo una gran polemica in social network ha fatto marcia indietro, riammettendo la foto.

Ad innescare il caso, che in poche ore si è trasformato in uno scontro diplomatico tra la Norvegia e il colosso statunitense, è stato lo scrittore norvegese Tom Egeland, che aveva pubblicato sul suo profilo pubblico la foto vincitrice all'epoca del premio Pulitzer, e che si è visto prima annullare l'immagine e poi sospendere da Facebook.

Nel post 'censurato' Egeland parlava delle "sette foto che hanno cambiato la narrazione della guerra". Tra le quali un posto d'onore spetta senza dubbio a quella scattata dal fotografo vietnamita Nick Ut nel 1972.

Secondo una nota dell'azienda di Palo Alto, l'immagine è stata cancellata perché ritraeva un nudo femminile. La decisione non è dovuta agli implacabili meccanismi degli algoritmi ma, a quanto riferito da una portavoce dell'azienda, è stata presa da una commissione ad hoc a cui un utente aveva sottoposto il problema.

I norvegesi però non ci stanno. Mark Zuckerberg è colpevole di censura e "abuso di potere", ha tuonato il principale quotidiano norvegese Aftenpost che, in una lettera aperta del suo direttore al fondatore di Facebook pubblicata in prima pagina, ha condannato senza mezzi termini la scelta. Persino il primo ministro del Paese è scesa in campo, postando a sua volta l'immagine della bambina, Kim Phuc, allora di 9 anni. Sopra la foto la premier ha scritto: "Facebook ha preso la decisione sbagliata censurando questa foto". Il post è sparito dopo qualche ora ma secondo la tv statale norvegese e l'agenzia Ntb non è stata la Solberg a rimuoverlo. L'immagine è scomparsa anche dal sito dell'Aftenpost.

Il direttore del giornale, Espen Egil Hansen, ha chiesto al "più importante mezzo di comunicazione al mondo" di distinguere tra "pedopornografia e famose foto di guerra". "Sono preoccupato", scrive, "che invece di ampliare la libertà di informazione così la si limiti". Queste decisioni "sono il frutto di un abuso di potere e invece di rendere il mondo più aperto e connesso promuovono la stupidità".

Facebook si difende. "Cerchiamo di trovare il giusto equilibrio tra il permettere alle persone di esprimersi e il garantire alla community globale un'esperienza che sia sicura e rispettosa", ha spiegato una portavoce. "Le nostre soluzioni non saranno sempre perfette, ma continueremo a cercare di migliorare le nostre policy e il modo in cui le applichiamo", ha aggiunto.

La foto segnò un'epoca. Kim Phuc correva terrorizzata lungo una strada, insieme ad altri bambini, dopo che era stata gravemente ustionata sulle braccia e sulla schiena da un bombardamento al napalm delle forze aeree del Vietnam del sud, appoggiate dagli Stati Uniti nella guerra contro i vietcong comunisti del nord. Il conflitto durava dal 1965 e le truppe americane a difesa di Saigon ammontavano a circa 500 mila uomini. Nel 1973 Washington, di fronte alla crescente impopolarità internazionale, finì per abbondare il governo sud-vietnamita al suo destino. Saigon cadde nel 1975. Dovevano passare ancora nove anni prima che, nel 1983, nascesse l'inventore di Facebook, Mark Zuckerberg.

La marcia indietro

Facebook ha poi riammesso la foto. "Un'immagine di un bambino nudo, normalmente, violerebbe - spiega una nota del colosso statunitense - i nostri community standard, e in alcuni Paesi potrebbe addirittura essere considerata un'immagine pedopornografica. In questo caso, riconosciamo la storia e l'importanza globale di questa immagine nel documentare un particolare momento storico".

"Grazie al suo status di immagine iconica di importanza storica, il valore della sua condivisione supera il valore della protezione della community attraverso la rimozione, quindi abbiamo deciso - dice il comunicato - di ripristinare l'immagine su FB". "Inoltre modificheremo i nostri meccanismi di revisione per permettere la condivisione di quest'immagine d'ora in avanti", aggiunge. "Coinvolgeremo gli editori e altri membri della nostra community globale su queste questioni importanti da questo momento in poi", annuncia ancora la nota, precisando che ci vorrà qualche tempo perché l'immagine sia ripristinata.