Minimal o vintage, scrivania per tutti

Uffici e postazioni fisse addio, lo smart working è il lavoro del futuro. Dal telelavoro al lavoro agile, sono sempre più numerose le aziende che incoraggiano forme di occupazione flessibile. Potersi occupare della propria professione con orari mutevoli o da casa propria consente agli impiegati di ridurre gli spostamenti, dilata il tempo per coltivare passioni e hobby e grava meno sull’ambiente, contribuendo a ridurre l’inquinamento. Sono questi alcuni dei benefici legati a questa tendenza che sta prendendo piede in tutto il mondo occidentale. Oggi, grazie alla digitalizzazione dei processi e alle tecnologie telematiche, lavorare in un open space condiviso con i colleghi o comodamente seduti nella propria abitazione non sembra più fare la differenza.
Occhio alla posizione
Svolgere le proprie attività da remoto, però, richiede che tra le mura domestiche si ricavi uno spazio adibito a studio, un angolo tranquillo nel quale trovare la giusta concentrazione. A dominare tale ambiente dev’essere la scrivania. Questo elemento d’arredo va scelto con cura perché influisce direttamente sulla qualità delle ore spese seduti davanti al computer o piegati su carte e faldoni. Il primo parametro da tenere in considerazione è la posizione. È importante che la scrivania sia collocata vicino a fonti di luce, naturali o artificiali. Il posto ideale è accanto a una finestra, per godere dei raggi diretti del sole. Se ciò è impossibile, la superficie dev’essere comunque posizionata in modo da essere ben illuminata da lampade o faretti. Chi dispone di tanto spazio può decidere di piazzarla al centro della stanza, per conferirle importanza e creare un luogo arioso e rilassante. Per soluzioni salva-spazio, si può invece optare per piani da attaccare al muro.

Anche le dimensioni svolgono un ruolo fondamentale. La scelta migliore è rappresentata da opzioni regolabili in altezza, a seconda della propria statura e della seduta che si utilizza. L’ampiezza e la profondità dipendono, invece, dall’impiego che se ne fa. Se la superficie deve ospitare altro oltre al computer – dalla stampante al telefono – i canonici 80 centimetri di profondità potrebbero non bastare. Attenzione poi alle gambe: soluzioni a muro troppo corte potrebbero ostacolare i movimenti e risultare scomode. No anche alle superfici eccessivamente ampie. Rischiano di essere dispersive e, addirittura, controproducenti. La scrivania dev’essere pensata su misura per le proprie esigenze e calzare a pennello con la professione che si svolge.
Questione di gusti
La decisione del materiale merita un occhio di riguardo. Il laminato è la scelta più popolare perché pratico, economico e duraturo. Salendo di prezzo si può optare per soluzioni in metallo o in acciaio, che vincono la classifica delle superfici più resistenti. Un’alternativa più classica è il legno. Se il fascino estetico non si discute, qualche perplessità nasce dal fatto che oggetti pesanti o taglienti potrebbero lasciare graffi o segni. Sul mercato, però, esistono scrivanie trattate e robuste. L’importante è che non sia riflettente ed eviti fastidiosi giochi di luce mentre si scrive o si legge.
Oltre a essere funzionale, questo elemento d’arredo dev’essere impeccabile anche dal punto di vista del design. Oggi le soluzioni minimali vanno per la maggiore. Due gambe a T o a ponte, corredate da una superficie armonica e regolare, e il gioco è fatto. Gli amanti del vintage, invece, possono andare alla ricerca di un pezzo dal gusto retrò al mercatino delle pulci: un tavolo in legno grezzo con i cassetti alla francese riempirebbe la stanza di un piacevole gioco di contrasti tra classico e moderno, tra elementi d’arredo ottocenteschi e computer di ultima generazione.