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Quando le scenografie valgono da sole il film

Ci sono alcune pellicole che tutti gli appassionati di architettura dovrebbero guardare
Ci sono alcune pellicole che tutti gli appassionati di architettura dovrebbero guardare
Red. Online
27.11.2020 18:28

Omaggi a grandi architetti, ispirazioni tratte da opere d’arte, riproduzioni in scala di luoghi lontani. A volte a rendere bello un film non è solo la trama o il livello della recitazione, ma anche l’ambientazione e l’atmosfera che riesce a creare. Lungo tutta la storia del cinema, sono tante le pellicole in cui le scenografie hanno un ruolo di primo piano, sia che si tratti di riproduzioni storiche, città del giorno d’oggi o paesaggi fantascientifici. Ci sono però alcuni capolavori che gli appassionati di architettura non possono davvero perdere.

«Metropolis», film muto del 1927 diretto da Fritz Lang, descrive un mondo fantascientifico ambientato nella città ideale di Metropolis nell’anno 2026, ma si ispira a qualcosa di molto più antico: «La città nuova» dell’architetto futurista Antonio Sant’Elia, nato a Como nel 1888. Le scenografie curate e progettate da Karl Vollbrecht mescolavano comunque elementi di Art Deco, Bauhaus, modernismo ed espressionismo.

È invece del 1961 il film «La Notte», vincitore di un Orso d’Oro, un Nastro d’Argento e un Leone d’Oro, che vedeva come protagonisti gli amatissimi Marcello Mastroianni e Monica Vitti. Dietro questi due volti noti si può però scorgere l’architettura moderna e il design degli interni che il regista Michelangelo Antonioni ha sfruttato per testimoniare un Paese che stava cambiando—l’Italia—negli anni del boom economico.

Città ed edifici fantastici, che ricalcano però i moderni agglomerati di New York e Parigi fanno invece da cornice a «Inception», film del 2010 di Christopher Nolan in cui Arianna (Ellen Page), studentessa di architettura, viene assunta da Dom (Leonardo di Caprio) per realizzare mondi immaginari perfetti in ogni dettaglio, capaci di ingannare l’inconscio.

Una formidabile opera d’ingegno è quella che c’è dietro a «L’isola dei cani», lungometraggio di animazione di Wes Anderson, girato nel 2018. Il film è ambientato in una versione distopica del Giappone, creata tramite circa 250 micro-set altamente dettagliati e 1.000 pupazzi, tra burattini di umani e di cani. Al loro interno, luoghi reali del Giappone e omaggi come l’ormai demolito Imperial Hotel di Tokyo dell’architetto Frank Lloyd Wright.

In questo periodo in cui non si può viaggiare può fare un certo effetto guardare «La grande bellezza», film premio Oscar di Paolo Sorrentino, in cui Roma è ben più del luogo di ambientazione. Dal Gianicolo alle terrazze del centro storico, dalla chiesa di Santa Sabina al Giardino degli Aranci sull’Aventino, dalle Terme di Caracalla agli interni sontuosi dei palazzi: le scene ambientate nella Città Eterna lasciano senza fiato. Altri film per appassionati di architettura e design sono «Playtime» (1967), «La finestra sul cortile» (1954) di Alfred Hitchcock, «High rise – La Rivolta» (2015) di Ben Wheatley e «Gattaca» (1997), per la regia di Andrew Niccol.