Contro pioggia e neve,ecco i combat boots

Rock, decisi, dal taglio maschile, i combat boots sono molto più dei classici anfibi: rappresentano infatti l’apoteosi del fashion femminile, il dettaglio vincente che ben si adatta ad un look casual o elegante, a seconda delle esigenze. Si tratta di una tipologia di calzatura che trova spazio nelle passerelle – le maison di lusso l’hanno definitivamente accolta all’interno delle loro collezioni – ma anche nei look delle fashion blogger e delle influencer più affermate. Gli stivali con le stringhe – dalle versioni più classiche in pelle nera ai modelli strutturati – si sono quindi ritagliati nel tempo una posizione importante nell’ambito della moda.
Prima di approdare all’interno dei guardaroba delle fashion victim, i combat boots hanno fatto la loro comparsa negli anni della Grande Guerra: minatori e soldati avevano bisogno di scarpe resistenti, versatili e protettive. A quell’epoca vennero realizzati i “Bulldog Boots”: con questo termine venivano indicati i classici anfibi militari neri, caratterizzati dalla cucitura in punta e dalla suola chiodata.
Un passo importante nel percorso di affermazione dei combat boots si verificò nel secondo dopoguerra: in quegli anni R. Griggs & Co., un celebre marchio di scarpe inglese, decise di apportare una modifica alle calzature e di applicare agli stivaletti un modello di suola “ad aria”. A suggerire questa variazione fu un medico tedesco, che fece così nascere il primo paio di Dr. Martens. Un modello che negli anni ‘50 divenne protagonista di un’impennata di vendite: ad apprezzare questo modello, dallo spirito anticonformista, erano infatti casalinghe, studenti e non solo.
Si dovettero attendere gli anni Settanta per far sì che i combat boots diventassero una delle calzature di culto, consacrate all’immortalità, e si configurassero sempre di più come uno dei simboli della ribellione sociale. Ad indossarli furono anche gli esponenti di gruppi musicali di rottura, appartenenti al genere del punk, della new wave e del grunge. Emblema della cultura underground, questi stivali sono esplosi ufficialmente negli ultimi anni, quando è diventato chiaro che si trattava di una calzatura chiave per dare un accento rock alle mise più sofisticate – con gonne o abitini – o ai look più disinvolti – con jeans o pantaloni neri.
Tra i look meglio riusciti rientra, ad esempio, la possibilità di abbinare agli stivali una gonna a tubino, una t-shirt o un chiodo in pelle. In alternativa, queste calzature si adattano alla perfezione a mom jeans e blazer over: in questo caso il look permette di fare un immediato salto negli anni ‘90. Molto azzeccato, infine, anche l’abbinamento con una giacca gioiello e accessori glam, perfetti per una serata in cui si desidera intrecciare stile rock e sensualità.