Ai piedi

Contro pioggia e neve,ecco i combat boots

Anfibi come la moda impone, per le ragazze dallo spirito ribelle. Come quelli dei militari, ma addomesticati alla cultura contemporanea
L’apoteosi del fashion femminile, il dettaglio vincente che ben si adatta ad un look casual o elegante
Red. Online
18.09.2019 20:20

Rock, decisi, dal taglio maschile, i combat boots sono molto più dei classici anfibi: rappresentano infatti l’apoteosi del fashion femminile, il dettaglio vincente che ben si adatta ad un look casual o elegante, a seconda delle esigenze. Si tratta di una tipologia di calzatura che trova spazio nelle passerelle – le maison di lusso l’hanno definitivamente accolta all’interno delle loro collezioni – ma anche nei look delle fashion blogger e delle influencer più affermate. Gli stivali con le stringhe – dalle versioni più classiche in pelle nera ai modelli strutturati – si sono quindi ritagliati nel tempo una posizione importante nell’ambito della moda.

Prima di approdare all’interno dei guardaroba delle fashion victim, i combat boots hanno fatto la loro comparsa negli anni della Grande Guerra: minatori e soldati avevano bisogno di scarpe resistenti, versatili e protettive. A quell’epoca vennero realizzati i “Bulldog Boots”: con questo termine venivano indicati i classici anfibi militari neri, caratterizzati dalla cucitura in punta e dalla suola chiodata.

Un passo importante nel percorso di affermazione dei combat boots si verificò nel secondo dopoguerra: in quegli anni R. Griggs & Co., un celebre marchio di scarpe inglese, decise di apportare una modifica alle calzature e di applicare agli stivaletti un modello di suola “ad aria”. A suggerire questa variazione fu un medico tedesco, che fece così nascere il primo paio di Dr. Martens. Un modello che negli anni ‘50 divenne protagonista di un’impennata di vendite: ad apprezzare questo modello, dallo spirito anticonformista, erano infatti casalinghe, studenti e non solo.

Si dovettero attendere gli anni Settanta per far sì che i combat boots diventassero una delle calzature di culto, consacrate all’immortalità, e si configurassero sempre di più come uno dei simboli della ribellione sociale. Ad indossarli furono anche gli esponenti di gruppi musicali di rottura, appartenenti al genere del punk, della new wave e del grunge. Emblema della cultura underground, questi stivali sono esplosi ufficialmente negli ultimi anni, quando è diventato chiaro che si trattava di una calzatura chiave per dare un accento rock alle mise più sofisticate – con gonne o abitini – o ai look più disinvolti – con jeans o pantaloni neri.

Tra i look meglio riusciti rientra, ad esempio, la possibilità di abbinare agli stivali una gonna a tubino, una t-shirt o un chiodo in pelle. In alternativa, queste calzature si adattano alla perfezione a mom jeans e blazer over: in questo caso il look permette di fare un immediato salto negli anni ‘90. Molto azzeccato, infine, anche l’abbinamento con una giacca gioiello e accessori glam, perfetti per una serata in cui si desidera intrecciare stile rock e sensualità.