"Ecco il mio mondo da mentalista"

LUGANO - «Italia?s Got Talent», lo show del sabato sera di Canale 5 campione di ascolti, sabato prossimo approderà all?appuntamento conclusivo. Tra i finalisti, come ormai tutti sanno, c?è il «mentalista» ticinese Federico Soldati. 23 anni, nato a Sorengo, studente di legge a Lucerna, dopo aver partecipato con centinaia di altri concorrenti ai provini (i prestigiatori erano 5-6, ognuno con stile diverso), alla selezione ha avuto il sì unanime dei tre giudici (Maria De Filippi, Gerry Scotti, Rudy Zerbi) e alla semifinale è stato premiato dal televoto. Inoltre, durante la sua prima esibizione si era registrato un aumento degli ascolti di circa un milione (otto milioni gli spettatori della serata). Federico ha bella presenza scenica, sul palco è disinvolto e convincente. Appassionato di prestigiazione sin dall?infanzia, da dieci anni anima spettacoli per bambini, adulti e serate aziendali. Spera di diventare prestigiatore professionista e per il momento è campione svizzero nel risolvere bendato il cubo di Rubik. Lo abbiamo incontrato.
Come sei entrato a Italia?s Got Talent?«In effetti non lo so. Mi hanno chiamato prima di Natale, dicendo che avevano accettato la mia iscrizione. Però io non mi ero iscritto. Ancora oggi non so chi l?abbia fatto. Inizialmente ero scettico, perché si tratta di un programma dove l?esibizione va in onda anche in caso di esito negativo. Il talent non vuole solo mostrare i talenti, ma anche far ridere con personaggi che sbagliano. Più o meno una Corrida, e questo mi spaventava. Fa paura giocarsi la reputazione davanti a milioni di spettatori... Così, subito ho detto di no. Poi mi hanno chiamato di nuovo, erano molto insistenti. Allora, dopo aver riflettuto a lungo ho accettato. Mi sono detto che il santo valeva la candela: è un rischio, però la pubblicità che ne avrei ricavato era molto interessante».
Dopo questa esperienza, il tuo giudizio sui talent è positivo?«È stato divertente, anche perché è andata bene. Ma c?è gente che partecipa e poi sta male, perché magari fa una brutta performance e viene ridicolizzata. Io, fortunatamente, ho avuto riscontri quasi solo positivi. Però è uno stress tremendo. Sei sottoposto a pressioni enormi da parte dei produttori televisivi, che vogliono far funzionare al meglio il programma. Quindi ti chiamano per organizzare ogni dettaglio. Poi c?è la gente che mi scrive per farmi domande, complimenti, insulti. Di tutto. Vieni sommerso dalle e-mail. Sto ancora rispondendo ai messaggi della mia prima puntata perché ne ho ricevuti troppi».
Hai ricevuto anche offerte di lavoro?«Ho notato un leggero aumento, non posso dire esponenziale, perché è un lavoro abbastanza ciclico. Le richieste aumentano molto a Natale, quando ci sono le cene aziendali, nel resto dell?anno l?offerta è piuttosto costante. Perciò non mi aspettavo un grande aumento. Ma ci sono state più offerte dall?Italia».
La grande discussione sui talent è: servono per la carriera oppure no?«Dipende da ciò che un artista propone. Se hai uno spettacolo che si può proporre a serate, le discoteche ti chiamano per le cosiddette ospitate, che sono poi la fonte di guadagno maggiore per chi proviene dalla televisione. L?abilità sta nel riuscire a diversificare il repertorio ed essere in grado di intrattenere non solo per i due canonici minuti che ti offrono in video. Può capitare che artisti capaci di vincere in Tv con un atto breve e intenso non siano vendibili fuori dalla televisione, perché altrove la gente vuole qualcosa di più».
Dove fai le tue serate?«Il 95% sono in Ticino. Perché è il territorio in cui sono cresciuto e dove ho sempre cercato di pubblicizzarmi. Negli ultimi anni ho anche cercato di fare spettacoli a Zurigo, dove però c?è molta concorrenza. Ho anche fatto alcune serate a Milano, però vale lo stesso discorso di Zurigo, è un mercato dove se entri devi essere ben attrezzato. E io, studiando giurisprudenza a Lucerna, al momento non ho il tempo».
Tu inventi anche dei giochi di prestigio o adatti quelli classici?«Una parte del mio repertorio comprende adattamenti di numeri che vedo in giro o che leggo sui libri. Bisogna sempre fare un lavoro di adattamento, devi cucirti i numeri su misura, devono diventare parte del tuo stile. Uno dei problemi dei prestigiatori che non hanno successo deriva dal fatto che cercano di replicare quello che vedono senza adattarlo alla propria personalità. Invece la gente deve percepire quello che fai come qualcosa di naturale, così diventi efficace. Però un?altra parte di numeri sono inventati da me».
Non ti senti un po? manipolatore? Ti sei posto il problema?«Più che un manipolatore sono un osservatore. Mi piace cercare di capire chi può essere una persona. Però mi piace la gente com?è, non cerco di modificarla».
Comunque distrai le persone, le induci a osservare una cosa invece di un?altra...«In realtà cerco di prevedere. È una delle caratteristiche che ho sviluppato di più: riuscire a prevedere come qualcuno reagirà o farà determinate scelte. Io cerco di capire bene com?è la persona, il suo carattere, le sue inclinazioni... Certo, magari faccio in modo di indirizzare, senza farlo notare troppo. Cerco comunque di incanalare, di mettere la previsione davanti al cammino che la persona farà. A dipendenza della persona, la previsione sarà sempre diversa. È molto raro che io faccia lo stesso tipo di esperimento uguale su due persone diverse».Che cosa pensi di serie Tv come The Mentalist e Lie to Me?«La gente adora il mistero perché è un tema molto interessante e intrigante. Di conseguenza sono programmi che giocano sul riuscire a esplorare quello che di solito rimane inesplorato delle persone».
Li trovi realistici?«Fino a un certo punto. Bisogna prendere con le pinze quello che succede. C?è una forte esagerazione, soprattutto in The Mentalist. Però un fondo di verità in quello che si vede c?è. E c?è sempre la spettacolarizzazione, è importante ricordarlo».
Che cosa significa praticare una magia moderna?«Mi riferisco alla mia interpretazione del termine. Avevo notato che i prestigiatori spesso si limitavano a riproporre le solite tecniche antiquate, obsolete. Allora ho cercato di proporre i numeri del mio repertorio, anche se basati su principi classici, con abilità più moderne. Con applicazioni nuove della magia classica, più colorate, più emozionanti. Chi ai tempi si impressionava se ricomponevi due corde insieme, oggi ha bisogno che tu gli legga nel pensiero per restare colpito. Ci vuole un approccio molto più innovativo per coinvolgere il pubblico emotivamente».Chi volesse maggiori informazioni sugli spettacoli di Federico Soldati può consultare il suo sito (vd link).