Il bosco chiama

Esperienze di scuola all'aperto

L’apprendimento all’aria aperta sviluppa maggiormente la motricità del bambino e ha diversi benefici fisici e cognitivi
Fare scuola nella natura migliora l'apprendimento e in Ticino l'insegnamento all'aria aperta sta iniziando ad affermarsi. @Silviva
Benedetta Consonni
02.06.2022 15:45

Un ambiente naturale ricco, che stimoli la curiosità. Una caratteristica che il Ticino ha in abbondanza. Il bosco, le conifere e le latifoglie, la Prealpi e il lago: l’ambiente che ci circonda racconta la storia del nostro territorio e, come dimostra la vivacità di iniziative di scuola all’aperto, è anche il punto di partenza ideale per il percorso della conoscenza. «La scuola all’aperto migliora tutto l’apprendimento e funziona perché offre al bambino un ambiente che stimola la sua curiosità» racconta Katharina Schaden, maestra diplomata al Maria Montessori Institute di Londra e fondatrice a Lugano dei corsi di lingue all’aperto «Der Wald ruft» (il bosco chiama). «Tutti noi quando ci troviamo in un ambiente bello siamo a nostro agio e più stimolati e il bosco stimola al 100% i sensi dei bambini, con gli uccellini che cantano, il ruscello che scorre o le foglie che cadono al vento. Formarmi per insegnare all’aria aperta per me è stato un approfondimento degli studi montessoriani, un metodo pedagogico basato sul risveglio di tutti i sensi. Maria Montessori sostiene proprio che il bambino non debba allontanarsi da ciò a cui appartiene, cioè la natura. Nei primi anni di vita si può stabilire un legame privilegiato con la natura e crescendo il bambino manterrà questa relazione emotiva e vorrà quindi salvaguardare quest’oasi di pace. L’apprendimento nella natura favorisce la crescita di adulti responsabili».

Dallo sviluppo della motricità a migliori risultati nell’apprendimento
 «L’apprendimento all’aria aperta sviluppa maggiormente la motricità del bambino e ha diversi benefici fisici e cognitivi, soprattutto favorisce un confronto diretto con la realtà da parte del bambino e una maggiore assunzione di responsabilità» spiega Fabienne Lanini, coordinatrice dei progetti Silviva per la Svizzera italiana. La Fondazione Silviva, presente in tutta la Svizzera, ha come scopo quello di permettere alle persone di diventare attive per lo sviluppo sostenibile e affrontare le sfide climatiche. In particolare Silviva promuove la formazione nella natura e per la natura, per sviluppare le competenze chiave del XXI secolo, che secondo l’Unesco e il Forum Economico Mondiale sono la comunicazione, la collaborazione, la creatività e il pensiero critico. «Storicamente Silviva si è sempre occupata di attività nel bosco, ora ci occupiamo soprattutto di formazione e di promozione dell’insegnamento all’aria aperta (non solo nel bosco ma in diversi ambienti vicino alla scuola, come il piazzale, il giardino, i musei…) collaborando con il WWF Svizzera» prosegue Lanini. «Silviva propone agli insegnanti di uscire con i ragazzi per affrontare tutte le materie del piano di studi. Molti docenti ci riportano che il fatto di non essere in classe fa sì che i ragazzi siano più rilassati e permette a tutti di muoversi di più. Il vocabolario diventa più ricco nel confronto con gli elementi esterni e la motricità è più sviluppata: il bambino diventa più forte, deve confrontarsi con un terreno instabile, ha più fiducia in sé e uscendo con tutte le condizioni meteo rafforza il suo sistema immunitario». «Richard Louv nel libro Last Child in the Woods aveva posto l’attenzione sul fatto che i bambini non avevano più una relazione con la natura e non sapevano più giocare all’aria aperta» racconta Katharina Schaden «Oggi purtroppo tanti bambini soffrono di allergie, obesità, iperattività e anche depressione. Questo perché ci troviamo in un mondo accelerato, i bambini hanno un’agenda come gli adulti e non hanno la possibilità di annoiarsi, stare semplicemente seduti a contemplare la bellezza della natura. Per questo è importante favorire l’insegnamento all’aria aperta».

Pedagogia attiva: come cambiano gli strumenti
 Per fare lezione all’aria aperta occorre adattare metodi e strumenti, i docenti propongono meno lezioni frontali e si avvalgono maggiormente della pedagogia attiva. Spiega Fabienne Lanini: «Tutte le materie possono essere insegnate all’aria aperta. Ad esempio una scuola ha realizzato dei laboratori di poesia in natura all’interno del programma di italiano. Mentre si trovavano immersi nella natura i bambini hanno composto delle poesie, che sono poi state stampate sulle fotografie di paesaggi scattate da loro durante la settimana di scuola montana. Oppure ai ragazzi si può proporre un’esperienza di osservazione, riflessione e scrittura all’aria aperta, ad esempio quando si studiano le lettere ciascuna può essere associata a degli elementi del bosco, che toccherà loro scoprire, così come gli aggettivi che possono descriverlo. Misure e altezze del bosco, o semplicemente del piazzale della scuola, possono dare il via ad attività di matematica e geometria. Il metodo è il confronto con la realtà circostante, la didattica prende spunto dall’ambiente per fare lezione».

Il metodo Silviva
Da circa 30 anni ci sono docenti che fanno lezione all’aria aperta, in Ticino il fenomeno sta prendendo piede da una decina d’anni, anche grazie all’iniziativa individuale di alcuni docenti. «Silviva finora ha formato oltre 1.000 insegnanti in tutta la Svizzera e ha accompagnato quattro progetti pilota di insegnamento all’aria aperta nel Canton Vaud, presso l’istituto scolastico Esol, Ifang, Meierhof e Töss . Lo scopo era motivare l’intero corpo docenti ad uscire regolarmente durante le proprie lezioni: diventa così un metodo sostenuto dall’intero istituto scolastico e non da docenti singoli. A partire da queste esperienze è stato sviluppato uno strumento che possa ispirare e sostenere altri istituti scolastici a farlo» racconta Fabienne Lanini. «Nella pedagogia attiva si mescolano il racconto di storie, le scoperte scientifiche, la contemplazione e il movimento e in questo modo si offrono lezioni complete. Così si compone la spirale di apprendimento da noi proposta: quando vuoi imparare qualcosa prima la scopri, poi la conosci, a seguire la valuti e dopo agisci. Questo aiuta lo sviluppo di un pensiero critico da parte dei ragazzi, aiutandoli ad andare verso il futuro capaci di prendere decisioni e assumersi responsabilità. Nel concreto lavoriamo per formare dei futuri cittadini e delle future cittadine che possiedano un pensiero critico e abbiano le competenze per affrontare le grandi sfide del 21simo secolo».

Impariamo dai più piccoli: scuole dell’infanzia apripista
«In Svizzera tedesca, in Germania e in Austria ci sono tanti Waldkindergarten, ovvero asili nel bosco» racconta Katharina Schaden, «e anche in Ticino sono le scuole dell’infanzia che fanno da apripista per le uscite nella natura. Gli asili nel bosco non hanno una classe fisica, la loro classe è il bosco con qualsiasi tempo. Quando piove bambini e maestre costruiscono insieme dei ripari e anche questa diventa un’attività didattica. La pioggia, che apparentemente potrebbe dare fastidio, regala un sacco di scoperte: ci sono nuovi rumori, i profumi sono più intensi e alcuni animali di solito nascosti si fanno vedere. I bambini possono lavorare il fango con le mani, per realizzare ad esempio delle sculture». La scuola di lingue Der Wald ruft propone lo studio del tedesco all’aria aperta, per i campi estivi al fresco del Monte Brè, per le attività di tutto l’anno invece in boschi più prossimi alla città di Lugano. In che modo l’insegnamento all’aria aperta e il risveglio dei sensi favoriscono l’apprendimento del tedesco?

«Il risveglio dei sensi funziona sempre per l’apprendimento. Parlare dei colori nel bosco stimola alla ricerca di elementi naturali di un determinato colore, sarà poi più facile classificarli e imparare il termine in tedesco. Anche il lavoro tattile si combina con lo studio di una lingua. Ad esempio quando mostro ai bambini i diversi nidi di uccelli: alcuni sono fatti di rametti, altri di muschio, altri di fango. Faccio toccare loro le diverse consistente e poi le impariamo in tedesco. Trovo che anche il canto funzioni tanto per imparare una lingua nuova. Quanto è bello imparare una canzone in tedesco per la festa della mamma e cantarla nella natura? Non dimentichiamo ovviamente la matematica e i calcoli da fare con quattro rametti e cinque fiorellini…Insomma una vera scuola a cielo aperto». I docenti e gli istituti scolastici che desiderano approfondire il tema dell’insegnamento all’aria aperta possono consultare il sito https://www.insegnareallariaaperta.ch/ promosso da Silviva e dal WWF.