Gian Burrasca, un educato ribelle

Un classico della letteratura dell?infanzia, Il giornalino di Gian Burrasca, viene oggi riproposto dall?editore milanese Piemme (pp. 397, Euro 14), arricchito dall?introduzione di un personaggio d?eccezione, il premio Nobel Dario Fo, dalle simpatiche illustrazioni di Federico Maggioni e da un approfondimento dello scrittore Roberto Denti, recentemente scomparso. Il libro narra le irresistibili avventure del monello per eccellenza, Giovannino Stoppani, membro più giovane di una famiglia altolocata fiorentina, che riceve dalla madre il giorno del suo nono compleanno un diario sul quale annoterà tutte le peripezie che lo vedono protagonista. Già la copertina è un invito alla lettura del libro: le immagini in bianco, in nero e in verde attirano l?attenzione del potenziale acquirente, riportandolo con la memoria ai momenti della giovinezza in cui le sue azioni non erano dettate da codici comportamentali definiti, ma dalla naturale spontaneità di un animo propenso all?avventura e alla scoperta. L?atteggiamento lieto che guida Giovannino nelle sue avventure, trasporta il lettore all?interno di un contesto in cui le consuetudini vengono rovesciate, in totale contrasto con quell?insieme di regole che gli adulti sono soliti imporre. Dal momento in cui Gian Burrasca riceve quello che sarà il celebre giornalino, il giovane si fonderà con esso, che a sua volta diventerà il suo più stretto compagno di viaggio. Non si può non ricordare il celebre episodio nel quale Giovannino pesca l?ultimo dente dalla bocca del signor Venanzio, scatenando così una reazione a catena che coinvolge tutti i personaggi inquadrati e perbenisti che compaiono nel testo. Del resto, il bambino, nella sua innocente irrequietezza rompe gli schemi della società in cui vive, comportandosi in maniera libera dicendo sempre la verità. Anche quando il padre lo manderà in un collegio di Roma, per imparare la disciplina, Giovannino entrerà a far parte della società segreta «Uno per tutti e tutti per uno» scoprendo, insieme ai suoi compagni, la ricetta della minestra del venerdì, preparata con il brodo rigovernato, insorgendo infine contro la tirannia dei direttori dell?istituto. Gian Burrasca è quindi un educato ribelle, perché non cerca la soluzione alle ingiustizie che lo circondano in modo combattivo, ma mettendo a soqquadro l?ambiente che lo circonda, attraverso la sottile arma dell?ironia. A distanza di quasi centodue anni dalla prima edizione in un unico volume, Il giornalino di Gian Burrasca si presenta, quindi, come un testo attualissimo, giacché sembra, per dirla con le parole di Roberto Denti, «raccontare vicende del mondo d?oggi».