Antonio Cavadini lascia i fornelli: chiude un capitolo della ristorazione ticinese

Dopo 46 anni di lavoro in cucina, Antonio Cavadini si ritira ufficialmente dalla scena gastronomica. Figura storica della ristorazione ticinese, Cavadini ha annunciato sui social la fine della sua attività all’Osteria Luis di Seseglio, il locale che ha guidato per anni e che ora si prepara a cambiare gestione. «Cari Amici e Clienti – ha scritto su Facebook – la nostra bellissima storia nella ristorazione è in dirittura d'arrivo. Dopo 46 anni… la pensione. Ultimo giorno di lavoro sabato 24 maggio».
In realtà, come conferma lui stesso al Corriere del Ticino, la pensione era già arrivata da tre anni. «Ho continuato perché mi sembrava giusto così, ma ora è davvero il momento di fermarsi», spiega con la semplicità che lo ha sempre contraddistinto. Una decisione ponderata, maturata nel tempo, che si accompagna alla soddisfazione di aver trovato qualcuno cui cedere l’attività, garantendole un futuro anche senza di lui.
L’Osteria Luis, ricavata in una casa secentesca a pochi passi dal confine italiano, è sempre stata più di un ristorante: un luogo dove si mangiava bene, sì, ma soprattutto dove ci si sentiva accolti. Una cucina sincera, senza fronzoli, che ha fatto della stagionalità e della tradizione i suoi punti fermi. Conosciuto anche come ul Pavana, Cavadini ha portato avanti un’idea di ristorazione lontana dalle mode, ma vicina al territorio e alle persone.
Non era raro vederlo tra i tavoli, a spiegare un piatto o a raccontare la storia di un ingrediente. Una prossimità autentica, che ha conquistato clienti fedeli nel tempo e che oggi lascia un vuoto non facile da colmare.
Il Ticino saluta così uno dei suoi cuochi più longevi e riconoscibili, che ha saputo attraversare le trasformazioni della ristorazione mantenendo coerenza e personalità. Nessun addio clamoroso, nessuna festa di commiato. Solo un messaggio asciutto, un abbraccio virtuale e una data: 24 maggio. Da quel giorno, l’Osteria Luis inizierà un nuovo capitolo. Quello scritto da Antonio Cavadini, però, rimane già nella storia della gastronomia locale.